Interstellar: recensione del film di Christopher Nolan

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Arriva finalmente al cinema l’attesissimo nuovo film di Christopher NolanInterstellar, scritto insieme al fratello Jonathan Nolan e distribuito da Warner Bros Pictures. Con Interstellar, Christopher Nolan si inserisce nella lista di quelle persone che, con il proprio lavoro, hanno provato a fare il balzo, a cambiare un gioco, ad andare Oltre le regole del cinema.

 

Esattamente tra Terrence Malick e Stanley Kubrick, un po’ meno filosofico del primo, un po’ meno visionario del secondo, e sempre fedele alla sua grandiosa estetica cinematografica. Il regista britannico si avventura in un viaggio oltre i confini dello spazio, perdendosi lui stesso nella sua gigantesca e ambiziosa visione, per poi ritrovarsi nel finale, in cui, ancora una volta, è l’uomo a prevalere sul suo destino o sulla sorte, o, meglio, sulla sua stessa fame di conoscenza, sulla sua stessa curiosità.

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La trama di Interstellar

Matthew McConaughey and Anne Hathaway in Interstellar (2014)
Foto di Melinda Sue Gordon – © 2014 Warner Bros. Entertainment, Inc. and Paramount Pictures Corporation.

Quando il Creatore, o chi per lui, ha messo l’uomo sulla Terra, l’ha dotato di una qualità che nessun altro essere vivente possiede, una qualità che l’ha sempre spinto in alto, oltre ciò che sapeva e vedeva, per scoprire e conoscere quello che c’è nell’Universo, quello che c’è Oltre e Dopo.

Christopher Nolan unisce teorie scientifiche sull’origine dell’Universo, sui buchi neri e, ovviamente, sui viaggi interstellari, per raccontarci una storia straordinariamente umana, un viaggio che attraverso Cooper (Matthew McConaughey) mette in scena la fame di scoperta, l’amore di padre e l’urgenza di difendere la propria famiglia, la capacità di votarsi ad un bene superiore e, per la prima volta nel suo cinema, una concezione dell’Amore come vera forza della Natura, equiparabile alla Gravità (disneyana memoria).

E a cosa serve la scoperta, la ricerca della salvezza, il moto perpetuo verso l’evoluzione, se non per conservare in eterno se stessi, i propri affetti? Nolan ci risponde alla sua maniera: narcisistica, ambiziosa, anche presuntuosa, ma non per questo meno vibrante di emozione, ricca di umanità nel suo verboso susseguirsi di spiegazioni scientifiche che articolano inevitabilmente tutta la sceneggiatura. Un’umanità che non esita a mostrare i suoi aspetti più oscuri, vinti ancora una volta dalla totalità, dall’impeto, dalla forza dell’amore di un padre che ha fatto una promessa.

Interstellar
Foto di Melinda Sue Gordon – © 2014 Warner Bros. Entertainment, Inc. and Paramount Pictures Corporation.

Accanto a McConaughey, Nolan torna a lavorare con Anne Hathaway, con Michael Caine, e per la prima volta con Jessica Chastain, che di nuovo dimostra la sua capacità di trasformarsi e di cambiare i tratti del suo viso, assecondandoli al suo personaggio.

Interstellar ci conduce nell’iperspazio, alla ricerca di un nuovo mondo abitabile, un mondo che ci consenta di abbandonare la nostra Terra ormai consumata, un viaggio guidato da scienziati, biologi, tecnici, studiosi, ingegneri, uomini di ‘freddi numeri’, ma che nelle mani di Nolan non smettono mai di essere comunque persone, appassionate alla vita e agli affetti. Una vita che alla fine del viaggio ci insegna che l’unica variabile che conta, in un universo cosmico regolato da leggi ancora sconosciute, è la volontà di tornare a casa, ovunque essa sia.

 

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Sommario

Interstellar ci conduce nell’iperspazio, alla ricerca di un nuovo mondo abitabile, un mondo che ci consenta di abbandonare la nostra Terra ormai consumata, un viaggio guidato da scienziati, biologi, tecnici, studiosi, ingegneri, uomini di ‘freddi numeri’, ma che nelle mani di Nolan non smettono mai di essere comunque persone, appassionate alla vita e agli affetti.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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