La scuola cattolica: la recensione del film con Benedetta Porcaroli

In sala dal 7 ottobre, il film ripercorre il difficile clima storico, sociale e culturale che sfociò nel massacro del Circeo del 1975.

La scuola cattolica film

Nella notte tra il 29 e il 30 settembre del 1975 si svolge il massacro del Circeo, un evento che scuote profondamente l’Italia, il quale è però solo uno dei tanti picchi di violenza di un decennio estremamente cupo della storia di questo Paese. Gli anni Settanta, anni di piombo, dove agguati, sparatorie, sequestri, scontri di piazza e stragi di Stato non fanno altro che consolidare una strategia del terrore ancora oggi ineguagliata. A quel massacro oggi Stefano Mordini, già regista di Acciaio, Pericle il nero Il testimone invisibile, dedica il suo nuovo film, presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Si intitola La buona scuola, ed è l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro di Edoardo Albinati, vincitore nel 2016 del Premio Strega.

 

Il film, che per i personaggi adulti vanta la presenza di attori come Valeria Golino, Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, è ambientato in un quartiere residenziale di Roma. Qui sorge una nota scuola cattolica maschile, dove i ragazzi dell’alta borghesia vengono educati. Le loro famiglie sono convinte che in quel contesto i figli potranno crescere protetti dai tumulti che stanno attraversando la società e che la rigida educazione potrà spalancare loro le porte di un futuro luminoso. Il delitto del Circeo rompe però per sempre quella fortezza di valori apparentemente inattaccabili. I responsabili sono infatti tre ex studenti di quella scuola e il film cerca di capire da dove tanta cieca violenza si sia generata.

Ripercorrere gli anni di piombo

Sugli eventi più drammatici degli anni Settanta si è detto e scritto molto. Ancora oggi ci si interroga sulle responsabilità di determinati episodi e la comprensione di questi è sempre più risultata complessa e ricca di punti di vista. Nel suo romanzo, Albinati si concentra in particolare sul ruolo che il cattolicesimo e l’insegnamento di questo ha avuto nel dar vita alle degenerazioni oggi note. Per lo scrittore, le rigide regole della scuola cattolica hanno impedito ai giovani di dotarsi degli strumenti necessari per comprendere la società che li circondava. Il film di Mordini segue questa pista, senza dimenticare di contestualizzare la provenienza di quelli che sono qui i giovani protagonisti.

Il film, costruito per salti temporali, punta dunque a ricordare i retroscena di eventi come il massacro del Circeo. Al di fuori della scuola, i giovani protagonisti vivono divisi tra vani divertimenti e la totale assenza di figure genitoriali valide. Ad oggi è evidente che le colpe dietro molti degli orrori di quel decennio sono da ricondursi alla Chiesa, alle famiglie, ma anche alla politica, allo stesso Stato e ad altri soggetti di questo tipo. La scuola cattolica non nasconde tutto ciò, ma anzi lo ribadisce in più occasioni nel corso della sua durata. Non si tratta infatti di un film sul delitto del Circeo, quanto piuttosto su ciò che ha portato al verificarsi di un episodio di quel tipo.

La scuola cattolica recensione

La scuola cattolica: la recensione del film

Ancora oggi gli anni Settanta sono un argomento piuttosto delicato, quasi tabù, che il cinema italiano affronta poco e sempre con la massima attenzione ad evitare certi argomenti. Il film di Mordini poteva dunque essere un’ottima opportunità per spezzare una volta di più questo silenzio, ma il risultato di La scuola cattolica non contribuisce invece a dire nulla di particolarmente rilevante. I suoi personaggi e gli eventi sono continuamente ostacolati da una lunga serie di cliché e le accuse che vengono mosse risultano sterili. Non basta far dire ad uno dei protagonisti, nonché narratore del film, che gli episodi di violenza mostrati sono frutto di anni di “polvere nascosta sotto al tappeto”.

Si accennano molte riflessioni interessanti all’interno del film, ma nessuna riesce a rendere giustizia ad un periodo storico forse troppo complesso per essere narrato in modo soddisfacente. Quando infine si giunge alla rappresentazione del delitto (dove nel ruolo di Donatella, una delle due ragazze torturate, si ritrova Benedetta Porcaroli) il tutto appare privo di forza, probabilmente perché non si è prima costruito un sufficiente clima di tensione. Le lunghe scene all’interno della casa, per quanto non risparmino in nudità, violenza e sangue, non hanno lo stesso impatto di altri film con situazioni simili. Mancando tanto di essere una brillante riflessione sociale quanto un racconto coinvolgente, La scuola cattolica risulta piuttosto un’occasione sprecata.

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Gianmaria Cataldo
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Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
la-scuola-cattolica-recensione-benedetta-porcaroliNel cercare di ripercorrere un contesto storico, sociale e culturale, il film di Mordini finisce per accennare molte cose senza però rendervi giustizia, con il risultato di banalizzare eventi in realtà molto più complessi. Mancando tanto di essere una brillante riflessione sugli anni di piombo quanto un racconto coinvolgente, La scuola cattolica risulta piuttosto un'occasione sprecata.