Parte da un reale fatto di cronaca Luca Barbareschi per dar vita alla sua nuova regia cinematografica, la quinta dopo il recente The Penitent. Nello specifico, quella per cui nel 2015 il governo greco valuto la possibilità di risolvere la crisi economica che affligeva il Paese vendendo alcune isole dell’Egeo. L’idea non andò mai in porto, ma giustamente Barbereschi non ha potuto fare a meno di chiedersi cosa sarebbe potuto accadere se invece la compravendita si fosse verificata. Nasce così Paradiso in vendita, presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma, dove la Grecia è sostituita dall’Italia e i compratori di turno – naturalmente – non possono che essere i francesi.
Scritto da Brando Cugia, Valerio Cugia, Damiano Bruè e Lisa Riccardi (con gli ultimi due autori non solo del soggetto ma anche della sceneggiatura), il film si propone dunque come una piacevole commedia che sembra ricordare titoli come Giù al Nord o il suo remake italiano Benvenuti al Sud, quantomeno per l’elemento dello “straniero” che arriva in un territorio lontano per usi e costumi con l’obiettivo di cambiarlo, finendo ovviamente con l’esserne cambiato lui. Si aggiungono però qui anche tutta una serie di riflessioni non solo sulle meraviglie naturali di cui l’Italia dispone, ma anche di come troppo spesso non vengano adeguamente valorizzate.
La trama di Paradiso in vendita
In Paradiso in vendita, dunque, per superare una profonda crisi finanziaria, il governo italiano decide di vendere ai francesi Filicudi, una delle magnifiche isole delle Eolie, il cui nome antico è Phoenicusa. Il Governo francese spedisce sull’isola François (Bruno Todeschini), soprannominato Richelieu. Dietro la promessa del suo governo di farlo diventare presto Ministro, il grande stratega cercherà di acquisire, nell’ombra, tutte le proprietà degli isolani a costo di manipolazioni, negoziazioni, compravendite e lottizzazioni. Ma la bellezza non si può comprare, e François lo scoprirà a proprie spese scontrandosi contro gli isolani e il loro sindaco Mariana Torre (Donatella Finocchiaro).
Scontro tra culture diverse
“Questa non è una storia d’amore. Non è la storia di due pesciolini innamorati persi nel mare ma è la storia di uno squalo che aveva perso l’anima!“. Su queste parole si apre Paradiso in vendita, dove lo squalo non può che essere François – interpretato da un Bruno Todeschini strepitoso, comico e tragico allo stesso tempo -, un uomo disposto a tutto pur di portare a termine i propri compiti, senza guardare in faccia nessuno né stringere alcun vero legame. “Adieu”, saluta sempre, divincolandosi da ogni possibile trappola del cuore. Una personalità dunque arida, frequentatrice dei palazzi del potere e sempre pronta a mascherarsi dietro il bene della sua Patria per portare avanti invece il proprio.
Sottrarre con l’inganno le proprietà degli abitanti di Filicudi è dunque per lui solo la copia di un compito già portato a termine innumerevoli altre volte. Naturalmente, però, non ha fatto i conti con il fattore italiano ed è così che ha inizio un divertente scontro tra culture diverse. Particolarmente coinvolgenti sono le sequenze in cui François tenta di sostituire i formaggi italiani con quelli francesi, il pesce con le escargot, l’Odissea con I tre moschettieri di Dumas, e così via. Si ripropone dunque l’eterna rivalità tra Francia e Italia, compresa di insulti basati sugli stereotipi (ma che sono poi davvero così lontani dalla realtà?) e tentativi di sopraffazione identitaria.
Lentamente François si lascia vincere da quella vita lenta – e oggi più che mai desiderabile – che si ritrova in certe realtà d’Italia apparentemente fuori dal tempo. L’arretratezza che Filicudi dimostra si rivela infatti tutt’altro che un elemento negativo, in quanto porta chi ne fa esperienza a ritrovare un legame con il territorio e le persone altrimenti perduto, specialmente tra le vie di caotiche e grigie metropoli come può esserlo Parigi (perlomeno per come viene mostrata, con ambienti rigidi e severi in totale contrasto con l’aspetto selvaggio e rigoglioso dell’isola).
Riscoprire la bellezza che già esiste
Nel far ciò, il film procede su binari che ben conosciamo e che puntualmente ci portano a tutte le tappe tipiche di questa tipologia di racconti, talvolta con cambiamenti piuttosto repentini e difficilmente digeribili (si veda il brusco passaggio da odio ad amore degli isolani nei confronti del protagonista). Tra i tentativi di François di ingraziarsi gli isolani, conquistare la loro fiducia, tradirla e poi riconquistarla stavolta per davvero, Paradiso in vendita potrebbe risultare piuttosto prevedibile negli obiettivi a cui giungerà, ma grazie ad una serie di elementi per costruiti (come le sequenze a cui si accennava poc’anzi) sa offrire risate che vanno sempre di pari passo ad un commento sociale piuttosto importante.
Il film, come riportato anche dallo stesso Barbareschi, punta infatti ad offrire una riflessione su come l’Italia possieda paesaggi e realtà di straordinaria bellezza, che troppo spesso vengono però trascurate se non anche danneggiate. Che sia per costruire inutili ponti o portare un “progresso” disumanizzante, la volontà di trasformare Filicudi – qui emblema di ogni possibile bellezza territoriale – non è di certo fatta in suo favore, bensì per chi ci lucrerà sopra. Ed è una volontà inutile, in quanto non è necessario creare valore in un territorio del genere che già di suo lo possiede e che pertanto andrebbe solo valorizzato.
Barbareschi si lascia dunque alle spalle l’austerità e l’atmosfera cupa di The Penitent per realizzare un’opera che propone tutt’altre tonalità, divertento e magari nutrendo negli spettatori quel sentimento di collettività e di cura per il bene comune che tanto andrebbe riscoperto. Di certo, Barbareschi fa scoprire un nuovo lato di sé, con cui sembra volersi scrollare di dosso una serie di pregiudizi per dimostrarsi invece leggero e divertito, capace così di divertire proponendo quella che lui stesso definisce “una commedia romantica ma anche tradizionalmente politica“.
Paradiso in vendita
Sommario
Con Paradiso in vendita Luca Barbareschi propone una commedia romantica che pur seguendo traiettorie prevedibili, con situazioni talvolta un po’ troppo repentine nel loro svolgersi, sa divertire attraverso lo scontro di culture diverse, proponendo nel mentre riflessioni sulla valorizzazione delle bellezze che ci sono proprie, che sia un territorio o le tradizioni che ci definiscono.