Project Power, recensione del film con Jamie Foxx

Il nuovo film Netflix: action, fantasy e poliziesco, ritmi serrati e un cast affiatato. Tra supereroi e super criminali c'è posto anche per i rapporti umani.

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PROJECT POWER (L to R) JAMIE FOXX as ART in PROJECT POWER Cr. SKIP BOLEN/NETFLIX © 2020

Dopo aver firmato insieme la regia di Paranormal Activity 3 e Paranormal Activity 4 e aver proseguito il loro sodalizio con Nerve e ViralHenry Joost e Ariel Schulman si ritrovano ancora una volta insieme al timone di una nuova sfida: Project Power, un film originale Netflix, disponibile sulla piattaforma dal 14 agosto. Stavolta non si tratta di horror, ma di un film che mescola fantasy, poliziesco, azione e thriller in una miscela esplosiva ad alto tasso di adrenalina.

 

Protagonisti sono Jamie Foxx e Joseph Gordon-Levitt, che sanno dare il giusto tocco di umanità ai loro personaggi, pur dimostrandosi all’altezza delle scene d’azione più spettacolari. Proprio a causa di queste, Joseph Gordon-Levitt è rimasto ferito in un incidente durante le riprese – svoltesi nella città di New Orleans, dove il film è ambientato. Foxx e Gordon-Levitt sono attorniati da un cast ben assortito.

Project Power, la trama

Un gruppo di imprenditori crea la Power: una droga sintetica in grado di conferire superpoteri, modificando il dna e sfruttando le capacità di alcune specie animali. La droga è potentissima ma i superpoteri che dà a ciascun utilizzatore durano solo 5 minuti. La droga non può essere testata in via ufficiale, così lo si fa spacciandola per le strade di New Orleans. I cittadini sono le cavie. Questo porta a un’escalation criminale senza precedenti. Ad alimentare il tutto, connivenze con settori dei servizi segreti e della polizia. Al poliziotto Frank, Joseph Gordon-Levitt e all’ex ufficiale Art, Jamie Foxx, che vuole ritrovare sua figlia Tracy, Kyanna Simone Simpson, rapita dai creatori della droga e vittima di esperimenti scientifici, spetta il compito di frenare l’ondata criminale, ma soprattutto di scoprire chi sta dietro a tutto questo e fermarlo prima che la nuova droga sia perfezionata e prodotta su larga scala. Frank ha deciso, all’occorrenza, di usare lui stesso la droga, per “giocare alla pari” coi criminali. Il suo potere consiste nell’essere “a prova di proiettile”. Art non vuole ricorrere all’uso della droga perché sa quanto sia pericoloso il proprio potere, sia per lui che per gli altri. Ad aiutarli c’è la giovane Robin, Dominique Fishback, che vorrebbe sfondare col rap, mentre spaccia la nuova droga per mantenersi e pagare le costose cure di cui la madre ha bisogno.

Project Power, un buon film per i più giovani

Project Power è nel complesso un buon film, destinato in particolare ai ragazzi. Ci sono tutti gli ingredienti per attrarre la loro attenzione: l’azione, l’adrenalina e il fantasy da videogame, con un gruppo di supereroi dai superpoteri spettacolari. Senza dimenticare la presenza di un idolo dei più giovani: il rapper Machine Gun Kelly, nome d’arte di Colson Baker,  già scelto dai due registi nel 2016 per Nerve e Viral, qui nel ruolo di Newt, spacciatore di Power e cugino di Robin, il cui superpotere consiste nel surriscaldarsi al punto da prende fuoco.

Il film però, nell’intenzione di Joost e Schulman, vuole anche aprirsi a un pubblico più vasto, parlando di eroismo, di uno spiccato senso della giustizia e di amore per la patria, punti cardine di tanto cinema americano, ma aggiungendo anche l’amore tra padre e figlia, l’abbandono, la difficile condizione sociale dei neri in America. I registi cercano insomma di farne anche un film di (buoni) sentimenti, alleggerito da un tocco di ironia. L’impresa non sempre riesce. Il lavoro di scrittura del giovane Mattson Tomlin privilegia l’aspetto fantasy e action e gestisce efficacemente la suspense, come si vede nella parte che si svolge all’interno della nave, in cui si crea abilmente tensione all’interno di uno spazio chiuso e claustrofobico. Scade però più di una volta nella retorica quando affronta relazioni e sentimenti, pur stemperando a tratti con l’ironia. Grazie alla bravura del cast, compresa la giovane Dominique Fishback – già vista in Night comes on, Il coraggio della verità – The Hate U Give e nelle serie tv Sow me a Hero e The Deuce –  che interpreta Robin ben affiancando i protagonisti, il risultato si rivela nel complesso godibile anche per un pubblico adulto.

Gli effetti speciali in Project Power

Gli effetti speciali la fanno indubbiamente da padroni. A coordinarli è Ivan Moran. In un film come questo la loro importanza è determinante per rendere i poteri dei vari personaggi in maniera verosimile e al contempo visivamente impressionante. Moran, direttore creativo e supervisore degli effetti speciali per la Framestore, ci riesce. Basti pensare alle scene in cui Colson Baker, che interpreta il ruolo di Newt, prende fuoco, oppure alle sequenze che mostrano il potere di Frank di essere refrattario ai colpi d’arma da fuoco, o ancora alla sorprendente quanto inquietante sequenza della ragazza che si congela. In questo meticoloso lavoro, Moran e la Framestore contano sull’aiuto del direttore della fotografia Michael Simmonds e del montatore Jeff McEvoy. Il primo contribuisce a creare atmosfere adatte ad aumentare la suspense, soprattutto nelle sequenze notturne e il secondo a rendere il lavoro fluido, bilanciando le varie componenti del film secondo le indicazioni dei registi.

Jamie Foxx e il potere del gambero

Il protagonista Art, personaggio severo che lascia però intravedere spiragli di umanità, affidato nelle sapienti mani di Jamie Foxx, ha il potere di lanciare aria ad elevatissime temperature, che incenerisce al tocco. Secondo le teorie pseudoscientifiche illustrate nel film, infatti, la Power amplificherebbe le vibrazioni subatomiche presenti nel corpo umano. Sono le onde generate da queste vibrazioni che emanano da Art a far sì che l’acqua si vaporizzi, trasformandosi in aria bollente. Come afferma Art in un’allusiva battuta, questo tipo di potere fa riferimento a una particolare specie esistente in natura: il “gambero pistola”. Questo tipo di gamberi è molto piccolo, ma dotato di una “super chela” che si chiude così velocemente da produrre un rumore assordante, simile appunto a un colpo di pistola, e stordire le piccole prede con la sola onda d’urto provocata nell’acqua dal movimento di chiusura. Nella finzione cinematografica questo meccanismo è estremizzato e spettacolarizzato per trarne il massimo dell’effetto sullo spettatore.

Il cast di Project Power

Un film che inscena l’eterna lotta tra il bene e il male come Project Power non sarebbe possibile senza i suoi villain. Ed ecco che il cast si arricchisce della presenza di Rodrigo Santoro – il Serse di 300 e 300 – L’alba di un impero – che qui è Biggie, l’imprenditore senza scrupoli che vuole conquistare il mondo commercializzando la nuova droga. A lavorare con lui alla parte più squisitamente scientifica, che comprende ricerche ed esperimenti, c’è Gardner, interpretata con piglio gelido e implacabile da Amy Landecker.

Invece, a vestire i panni di Tracy, la figlia rapita di Art,  è Kyanna Simone SimpsonThe Archer,  Chambers. Le musiche sono affidate a  Joseph Trapanese  – Straight Outta Compton, The Raid 2 – Berandal, The Greatest Showman. La canzone originale di Robin che accompagna il finale del film è cantata dalla rapper Chika.

 Project Power, il trailer

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Chiara Guida
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Scilla Santoro
Giornalista pubblicista e insegnate, collabora con Cinefilos.it dal 2010. E' appassionata di cinema, soprattutto italiano ed europeo. Ha scritto anche di cronaca, ambiente, sport, musica. Tra le sue altre passioni, la musica (rock e pop), la pittura e l'arte in genere.
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