Rebuilding: recensione del film con Josh O’Connor – Alice nella Città

Presentato ad Alice nella Città 2025, Rebuilding di Max Walker-Silverman, con Josh O’Connor e Meghann Fahy, è un racconto poetico e malinconico sull’America rurale che prova a rinascere dopo la distruzione. Un film intimo e umano, distribuito da Minerva Pictures.

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Con Rebuilding, Max Walker-Silverman torna a raccontare l’America autentica e spesso dimenticata, quella dei grandi spazi e delle piccole comunità, con la delicatezza e il senso del luogo che già avevano contraddistinto A Love Song (2022). Presentato nella Selezione Ufficiale di Alice nella Città 2025 e in uscita nel 2026 con Minerva Pictures e FilmClub Distribuzione, il film è un ritratto commosso e sincero di una comunità che cerca, tra le rovine, la forza di ricominciare.

Il cowboy che ha perso tutto

Il protagonista, Dusty (Josh O’Connor), soprannome di Thomas, è un cowboy che ha visto il suo ranch di famiglia di duecento acri ridursi in cenere dopo un vasto incendio nel Colorado – dove il regista è cresciuto. Costretto a vendere il bestiame per sopravvivere, Dusty trova un impiego temporaneo come operaio autostradale, pur continuando a sognare una nuova vita in Montana, dove il cugino lo attende. Ma l’arrivo di un nuovo lavoro non colma il vuoto, anzi: lo lega ancora di più alla terra, ai ricordi  e al sogno infranto di portare avanti l’attività del ranch di famiglia.

Walker-Silverman inquadra Dusty con un pudore quasi documentaristico, mostrandone la dignità più che la sconfitta. L’America che vediamo non è quella delle città scintillanti, ma dei campi arsi, dei silenzi interrotti solo dal vento. È l’America dei contadini, dei pastori, dei cowboys: un luogo dove la speranza sopravvive nella fatica e nei piccoli gesti quotidiani.

La comunità dei sopravvissuti in Rebuilding

Dopo l’incendio, Dusty vive in una roulotte, in un campo abitativo con altri sfollati: famiglie, anziani, persone che hanno perso tutto ma che, nella condivisione del dolore, trovano una forma nuova di comunità. Le serate davanti al barbecue, i racconti scambiati attorno a un fuoco improvvisato, i sorrisi che resistono alla disperazione diventano il cuore pulsante del film.

Josh O'Connor Rebuilding Recensione 2025
Crediti Jesse Hope

Qui Walker-Silverman costruisce un microcosmo di umanità e solidarietà, in cui ogni personaggio sembra portare addosso una ferita, ma anche la voglia di guarire. È una piccola America che si sostiene da sola, ignorata dalle istituzioni e dalle banche – “dopo un incendio, la terra resta arida per otto, anche dieci anni”, dice un funzionario negando a Dusty un prestito – ma capace di ricostruirsi dal basso.

Rebuilding: un padre, una figlia, e la possibilità di rinascere

La vera spinta vitale del film arriva però dal rapporto tra Dusty e Callie-Rose (Lily LaTorre), la figlia avuta dall’ex moglie Ruby (Meghann Fahy), presenza costante nella sua vita, fin dall’infanzia. Paradossalmente, dopo la distruzione del ranch, padre e figlia si avvicinano: condividono momenti semplici, compiti scolastici, silenzi che diventano complicità e domande genuine e schiette, come “Puoi essere un cowboy anche senza mucche?”.

Meghann Fahy in Rebuilding 2025 Recensione
Crediti Jesse Hope

Il legame tra i due riecheggia nella fiaba che Callie-Rose legge per la scuola, quella del bambino convinto che i suoi stivali magici gli permettano di viaggiare ovunque, finché non comprende che la vera magia è dentro di lui. È la stessa lezione che impara Dusty: non serve fuggire per ricominciare, basta trovare dentro di sé la forza per ricostruire, “rebuild”.

Il volto umano dell’Ovest americano

Con una fotografia calda e naturale, Rebuilding restituisce la bellezza malinconica dell’Ovest americano, tra tramonti rossastri e spazi infiniti. La regia e la sceneggiatura di Walker-Silverman abbracciano la lentezza come linguaggio, trasformando il tempo in uno spazio emotivo in cui i personaggi possono respirare.

Josh O’Connor è notevole nella sua interpretazione, trattenuta ma intensissima: un uomo ferito, fragile, che trova nella semplicità la propria redenzione e un forte desiderio di ricominciare. Accanto a lui, il cast secondario – come Kali Reis, che interpreta Mali – rafforza il senso di autenticità del racconto.

Walker-Silverman costruisce così un film universale, dove il dolore e la speranza convivono, e dove la rinascita non è un trionfo ma un atto di resistenza quotidiana.

Rebuilding
3.5

Sommario

Un racconto poetico e sincero sull’America che rinasce dalle ceneri. Rebuilding è un film delicato, umano e visivamente straordinario, che conferma il talento di Max Walker-Silverman e regala a Josh O’Connor uno dei suoi ruoli più toccanti.

Camilla Tettoni
Camilla Tettoni
Romana, classe 1997, è laureata in Lettere Moderne all’Università di Siena e in Italianistica all’Università di Bologna, con lode. Ha conseguito un Master in International Journalism presso l’University of Stirling e un corso avanzato in Geopolitica presso la Scuola di Limes. Appassionata di cinema, dal 2025 collabora con Cinefilos.it con recensioni e approfondimenti cinematografici, affiancando attività di critica culturale e pubblicazioni su riviste italiane e internazionali.

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