Si vede sempre gli altri dal di fuori, mai se stessi. Forse, se fossimo in grado di farlo, riusciremmo a cogliere ogni leggera sfumatura di felicità, per potervici aggrappare nei momenti più bui. Momenti di suoni sconcertanti, che uniscono rumori del passato, immutabili ma univocamente legati all’esperienza del singolo. Sono attimi sospesi nel tempo in cui convivono le quattro protagoniste di Sound of Falling, secondo lungometraggio della regista tedesca Mascha Schilinsky, primo titolo in concorso a Cannes 78 che abbiamo visionato.
Antologia di memorie spettrali
Dopo l’interessante Dark Blue Girl (2017) in cui una bambina di 7 anni fa di tutto per riconquistare il primo posto nella vita di suo padre, quando i suoi genitori separati si innamorano di nuovo, con Sound of Falling Schilinsky non cerca la consequenzialità narrativa: crea uno stato d’animo, un’atmosfera sospesa tra sogno e trauma, attraversata da un senso di lutto e fine imminente. Come dicevamo, sono quattro figure femminili a scandire le diverse epoche al centro di questa storia: Alma, bambina dagli occhi grandi, narra la fase più remota, antecedente la Prima guerra mondiale; Erika ci introduce agli anni ’40, con l’avvento del secondo conflitto bellico; Angelika, nella DDR degli anni ’70 e ’80, vive tensioni erotiche con un cugino e uno zio; infine Lenka, nel presente, si innamora di una ragazza enigmatica che ricorda in maniera inquietante la Alma dell’inizio.
“Buffo come le cose che non ci sono più possano ancora fare male“: questo pensiero accomuna tutte le protagoniste del film, che scrutano nel dolore famigliare per scoprire il proprio, immergendo lo spettatore in una poetica ma cupissima rilettura del trauma intergenerazionale, sullo sfondo di una casa di campagna tedesca inquadrata da quattro periodi storici differenti.
Morire per conoscere
Così, sfogliando le pagine di un’antologia di racconti gotici, conosciamo bambine, ragazze e madri che anelano alla morte, si chiedono se, desiderandolo fortemente, il cuore potrebbe davvero smettere di battere; quanto si può fingere di essere felici senza che gli altri se ne accorgano; se solo guardando la vita al contrario ciò che è brutto può diventare bello; cosa significa essere davvero sè stessi. Poste queste domande per la prima volta, non si torna più indietro: si assume una consapevolezza dopo la quale sembra di essere stati rimessi al mondo senza sapere chi si è.
Narratologia inaffidabile
Con Sound of Falling, Shilinsky costruisce un arazzo luttuoso volto all’evocazione più che a formule narrative standardizzate. Il rischio è quello di perdere spesso la bussola, faticare nel seguire più voci intarsiate, una sfida che non tutti vorranno correre. Chi accetterà questo viaggio nel labirinto della morte, troverà comunque degli appigli, similitudini che trascendono lo spazio e il tempo: arti mancanti, desiderio di “interpretare” gli altri per capirli davvero, contatto con l’acqua, una fastidiosa mosca da cui è impossibile sfuggire, sguardi fuori dai corpi e dentro l’essenza dell’anima. Ci sono più punti di vista, riconoscibili ma forse sviscerabili davvero solo a una seconda visione, e altri più ambigui, POV esterni sulla falsariga del recente Presence di Steven Soderbergh, ghost story interamente girata dal punto di vista di un fantasma.
Cadere o volare? Un segreto che non vuole essere condiviso
È nel silenzio della morte, o forse per la prima volta nella vita, che le protagoniste vedono qualcosa di inaspettato, una sfuggevole ritrovata connessione che l’intero film vuole provare a tramutare in immagine. Alma, Erika, Angelika, Lenka e le rispettive madri sembrano tutte destinate a sparire, a morire in modi bizzarri, a dissolversi, a connettersi in un altrove che trascende il mondo reale. Sound of Falling è una notevole e atipica ghost story che si tuffa nelle acque di un fiume che sancisce il confine tra la Germania Est e Germania Ovest, quello che era e che sarà, suggellando un legame forgiato sul senso di non appartenza, che è onnipresenza nel grande disegno delle cose, e permette di vedere ciò che nessuno sa.
Sound of Falling
Sommario
Sound of Falling è un’opera ipnotica e luttuosa che rifiuta la narrazione lineare per inseguire impressioni, simboli e domande esistenziali, conducendo lo spettatore in un viaggio fuori dal tempo, alla ricerca di ciò che resta invisibile anche a se stessi.