The Creator: recensione del film di Gareth Edwards

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Il concetto di Intelligenza Artificiale ha da sempre ispirato il grande cinema e The Creator, nuovo film di Gareth Edwards al cinema dal 28 settembre con The Walt Disney Company Italia, vuole inserirsi in quella tradizione narrativa. Da 2001: Odissea nello Spazio a Terminator, passando per Blade Runner e più di recente per Lei e Ex Machina, il racconto di come una macchina intelligente diventa cosciente ha sempre affascinato i narratori, che attraverso toni e generi diversi ne hanno raccontalo le infinite possibilità. Nel 2023, quando l’Intelligenza Artificiale ormai esiste davvero e il suo utilizzo sta effettivamente cambiando il modo in cui l’uomo sta al mondo, il film immaginato da Edwards sembra quindi molto più possibile e realistico di quello che potevano sembrare i suoi illustri predecessori. Senza togliere fascino a quella fantascienza che comincia a somigliare sempre di più alla realtà.

 

The Creator, la storia

Nel mondo di The Creator, le Intelligenze Artificiali si sono evolute talmente da rappresentare una minaccia per l’uomo che quindi ha iniziato una guerra globale per terminare tutti gli esseri sintetici attivi, così da impedire loro di distruggere a loro volta l’umanità. In un’ultima disperata missione per vincere il conflitto, Joshua (John David Washington), un ex agente delle forze speciali in lutto per la scomparsa della moglie (Gemma Chan), viene reclutato per dare la caccia e uccidere il Creatore, l’inafferrabile architetto dell’avanzata AI, noto con il nome di Nirmata, che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre  fine  alla  guerra e  all’umanità  stessa. Joshua oltrepassa così le linee nemiche, ma scopre che l’arma apocalittica che è stato incaricato di distruggere è un’AI con le sembianze di una bambina (Madeleine Yuna Voyles).

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Un’immaginario visivo credibile

Girato in location reali arricchite in un secondo momento dalle scenografie futuristiche, The Creator si distingue subito dai blockbuster degli ultimi mesi, che visivamente sciatti hanno affollato le nostre sale. Il lavoro di Gareth Edwards, sempre portatore di un’immaginario ricco e specifico, di un world building solido e di una visione tanto epica quanto attenta al cuore della narrazione, si conferma ancora una volta decisivo per mettere in piedi un universo credibile e strutturato.

John David Washington as Joshua in 20th Century Studios’ THE CREATOR. Photo by Oren Soffer. © 2023 20th Century Studios. All Rights Reserved.

La realtà raccontata nel film è verosimile, tanto più che si focalizza su un contrasto acceso e sanguinoso tra esseri umani e intelligenze artificiali. Come detto in cima a questa recensione di The Creator, il confronto uomo vs macchina può essere considerato fondativo di un certo tipo di sci-fi che mette appunto a confronto i creatori con le loro creature.

E i riferimenti di Edwards sono chiaramente quelli relativi ai suoi stessi gusti cinematografici, Star Wars in primis, ovvero quel miscuglio di tecnologia e polvere, di etnie diverse che si mescolano in armonia (in questo caso l’etnia estranea è quella delle creature sintetiche), ma anche la messa in scena di determinate entità minacciose quanto la Morte Nera e un gusto per la narrazione classica in cui l’eroe, pur sostenuto da una resistenza contro il male, fa i conti dal solo con lo scontro finale.

Macchine più umane degli umani

Nel caso di Edwards, il film fa i conti con antenati del calibro di Blade Runner, in cui oltre a capacità intellettive, gli esseri sintetici hanno sviluppato anche sentimenti e affetti, ambizioni e desideri propri. Questa scoperta sarà fondamentale nel “viaggio dell’eroe” di Joshua che percorre una parabola completa. Il lavoro di Gareth Edwards è quindi compiuto in un percorso totalizzante che riesce a prendere spunto da diverse storie, molti immaginari visivi, un’umanità immediata e viscerale e mescolare tutto, dando al suo film uno spessore insolito per un blockbuster contemporaneo.

E tutto il cammino etico, che cerca di definire in cosa consiste l’umanità, culmina nel momento in cui la creatura ridona la vita al suo creatore in una nuova forma più evoluta, forse addirittura perfezionata. The Creator offre nel finale un momento autentico di riflessione su esistenza e identità, su quello che significa essere davvero presenti nel proprio tempo. Il finale, esplosivo e concitato, è affidato agli effetti visivi, all’azione, a quell’ansia di spettacolarità che forse toglie un pizzico di intimità al significato ultimo del film.

THE CREATOR

© 2023 20th Century Studios. All Rights Reserved.

A parte qualche risvolto di trama pretestuoso, The Creator si distingue per originalità, riuscendo a realizzare un puzzle coerente di influenze, portando avanti un discorso se non innovativo quantomeno coerente con l’evoluzione del personaggio principale. Trasportato in una realtà dei fatti che non era pronto ad accogliere in un primo momento, Joshua diventa a sua volta uno strumento al servizio di quelle macchine che tanto ha odiato, per compiere un destino che non era consapevole di dover seguire.

Sommario

The Creator si distingue per originalità, riuscendo a realizzare un puzzle coerente di influenze, portando avanti un discorso se non innovativo quantomeno coerente con l'evoluzione del personaggio principale.
Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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