The Strangers: recensione dell’horror che trasforma la violenza gratuita in incubo domestico

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Film d’esordio di Bryan Bertino, The Strangers è un’opera che già alla sua prima regia dimostra una solida conoscenza dei meccanismi di tensione del cinema horror. Ispirato liberamente a una vicenda personale del regista e ai massacri della Manson Family, il film si inserisce nella tradizione delle home invasion, aggiornandola con un approccio più crudele e realistico.

La violenza come dato statistico e realtà quotidiana

Il film si apre con un’inquietante nota che riporta le statistiche dei casi di aggressione domestica che ogni anno avvengono negli Stati Uniti. Un espediente che permette al regista di dare subito una cornice realistica alla vicenda, sottraendola alla dimensione del puro intrattenimento.

Bertino sceglie di non raccontare nel dettaglio la storia personale della coppia protagonista, limitandosi ad accennare a una crisi sentimentale. La vera attenzione è rivolta agli atti di violenza che essi subiscono, facendo emergere l’idea di una brutalità casuale, irrazionale, che può colpire chiunque.

Una tensione calibrata tra attesa e improvvise esplosioni di terrore

Uno dei punti di forza del film è la capacità di Bertino di costruire la tensione alternando momenti di calma apparente a improvvise irruzioni di violenza. La regia mantiene un ritmo costante, evitando il rischio del melodramma, e concentra l’attenzione sul senso di angoscia crescente.

Quando Kristen (Liv Tyler) chiede agli aggressori perché lo stiano facendo, la risposta – «Perché eravate in casa» – è emblematica. Una dichiarazione che annulla qualsiasi tentativo di psicologismo e riduce la violenza alla sua forma più pura e inspiegabile.

Gli aggressori senza volto come incarnazione del male assoluto

Uno degli elementi più disturbanti di The Strangers è la scelta di non mostrare mai chiaramente i volti degli aggressori. Mascherati, indefiniti, spesso inquadrati come presenze spettrali che emergono dal nulla, diventano simboli del male irrazionale e incontrollabile.

La violenza non ha volto, sembra dirci Bertino, e può materializzarsi ovunque, in qualsiasi momento. Proprio questa scelta registica accresce la sensazione di impotenza che avvolge lo spettatore.

Un finale spiazzante che ribalta le regole dell’horror

Il film si chiude con una soluzione inusuale: l’esecuzione dei protagonisti non avviene nel buio della notte, ma alla luce del giorno. L’aggressore apre la tenda e lascia entrare il sole nella stanza prima di compiere l’atto finale.

Un gesto simbolico che trasforma l’orrore in qualcosa di inevitabile e quotidiano, privando lo spettatore della rassicurazione che la luce del giorno possa proteggere dal male. The Strangers si distingue così da molti altri horror simili, imponendosi come un racconto disturbante e senza catarsi.

Di Bino Mariani

The Strangers
3.5

Sommario

La recensione di The Strangers di Bryan Bertino, un horror di home invasion che trasforma la violenza gratuita in un incubo quotidiano senza volto.

Redazione
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