The Wonderful story of Henry Sugar, la recensione del mediometraggio di Wes Anderson #Venezia80

Presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema sarà disponibile su Netflix dal 27 settembre

Benedict Cumberbatch The Wonderful Story of Henry Sugar

Wes Anderson segna la sua doppietta quest’anno e dopo il Festival di Cannes 2023 sbarca al Lido di Venezia per Venezia 80. Il suo mediometraggio di quaranta minuti, che sarà distribuito da Netflix in tutto il mondo dal 27 settembre 2023 è intitolato The Wonderful Story of Henry Sugar e ancora una volta, così come nelle precedenti pellicole il regista americano punta su attori già visti: Ralph Fiennes, Benedict Cumberbatch, Dev Patel, Ben Kingsley, Richard Ayoade. Si tratta di un adattamento al romanzo omonimo di Roal Dahl che Anderson ha messo in cantiere oltre vent’anni fa. Un’opera originale che grazie alla scenografia e all’uso dei colori per cui Wes Anderson è già famoso prende vita come uno spettacolo teatrale.

 

The Wonderful Story of Henry Sugar, la trama

Un’amata storia di Roald Dahl su un uomo benestante che scopre un guru in grado di vedere senza usare gli occhi e decide di imparare l’arte per imbrogliare nel gioco d’azzardo. Henry – interpretato da Benedict Cumberbatch – è un giocatore d’azzardo che non ha mai lavorato un giorno in vita sua, prevede le opportunità finanziarie che questo potere potrebbe garantirgli. Per tre anni studia il metodo di meditazione e alla fine ottiene la capacità di vedere attraverso le carte da gioco e persino di prevedere il futuro. Henry porta il suo nuovo talento in un casinò e vede l’avidità di coloro che lo circondano dopo aver vinto una grossa somma di denaro. La sua “redenzione” sarà continuare a bluffare nei casinò di tutto il mondo per aprire orfanotrofi e aiutare i più bisognosi. Una storia abbastanza semplice resa particolare dallo stile del regista.

L’omaggio di Anderson a Dahl è in realtà un inno alla sua infanzia. Cresciuto con i libri dello scrittore, il regista di Grand Budapest Hotel ha ricercato informazioni per oltre un decennio affinché la messa in scena del film risultasse così fedele alla storia originale. Ralph Fiennes interpreta Dahl, nella sua cabina dello scrittore a Gipsy House ed è tra le voci narranti del film. The Wonderful Story of Henry Sugar ha la peculiarità di avere molte voci narranti perché il racconto continua a cambiare prospettiva. Questa caratteristica trova poi la sostanza nella recitazione degli attori come Dev Patel quando interpreta il medico che deve visitare il personaggio di Ben Kingsley. Lo stile dei vari protagonisti è incalzante e va veloce, così come mediometraggio. Le molte voci narranti fanno da effetto matrioska alla narrazione che si scopre pian piano.

The Wonderful Story of Henry Sugar film

Il cinema di Wes Anderson

È uno dei suoi film più artistici perché oltre all’uso dei colori c’è anche un utilizzo della scenografia che diventa quasi un gioco di prestigio, ti cattura. A differenza del suo film precedente presentato a Cannes 2023, Asteroid City, con The Wonderful Story of Henry Sugar tornano le scenografie dioramiche di Rushmore e Le avventure acquatiche di Steve Zizou. Più che un mediometraggio sembra un’opera teatrale fatta di lunghissimi monologhi dove Anderson lascia carta bianca ai suoi interpreti. Per chi ama il buon e vecchio cinema alla Wes Anderson, diventato ormai un marchio di fabbrica – e forse per questo troppo inflazionato – The Wonderful Story of Henry Sugar avrà il morale risollevato dopo un Asteroid City criticato nonostante sia uno dei suoi film più personali.

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Lidia Maltese
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Lidia Maltese
Laureata in Scienze della Comunicazione alla Sapienza, classe 95. La mia vita è una puntata di una serie tv comedy-drama che va in onda da 27 anni. Ho lo stesso ottimismo di Tony Soprano con l'umorismo di Dexter, però ho anche dei difetti.
the-wonderful-story-of-henry-sugarTornano le scenografie in movimento e alcuni tra i principali pupilli del regista, presenti in quasi tutte le sue opere. Wes Anderson cerca di conquistare questo 2023 con due suoi film e con questo adattamento di un romanzo di Roal Dahl riesce a risollevare gli animi dei fan. Il suo stile cinematografico diventato un marchio di fabbrica è ormai inflazionato ma il regista americano con il nuovo mediometraggio racconta una storia che è quasi un'opera teatrale.