Codice Genesi: diretto dai fratelli Hughes il film racconta di mondo devastato da una guerra mondiale, dove le bombe atomiche non hanno lasciato altro che desolazione. Solo i più forti sono sopravvissuti e tra questi c’è Eli(Denzel Washington) che, armato di macete e sorretto da una saldissima fede, attraversa l’America per compiere la sua missione.
Porta con sé un libro sacro (la
Bibbia), l’ultimo esistente, la sua missione è quella di portarlo
ad Ovest, in un luogo che neanche lui conosce. Lungo il suo cammino
incontra però Carnegie (Gary Oldman), un dittatore, un violento a
capo di una città di killer e ladri, anche lui vuole il libro ed è
dispoto a tutto pur di ottenerlo. Eli, guerriero solo per
necessità, si troverà ad affrontare molti pericoli, inizialmente
solo conoscerà poi Solara (Mila Kunis), figliastra di Caregie, che
diventa sua compagna di viaggio facendogli capire l’importanza di
fidarsi di qualcuno con i suoi stessi obbiettivi e la necessità di
prendersi cura di un altra persona.
Violenza, azione e scenari post-apocalittici per questo film che ci
mostra un Denzel Washington guerriero di arti marziali (allenato da
Dan Inosanto, allievo di Bruce Lee) che ossessionato dalla sua fede
cerca disperatamente una via di salvezza per il mondo e
l’umanità.
Invictus: è il
maggio del 1994 quando Nelson Mandela (interpretato da Morgan
Freeman) viene eletto presidente nelle prime elezioni libere del
Sudafrica. Dopo trent’anni di prigione e dopo aver vinto il premio
Nobel per la pace, Mandela decide di usare il campionato del mondo
di rugby del 1995, organizzato proprio in Sudafrica per conciliare
le aspirazione dei neri con le paure dei bianchi, per sconfiggere
l’apartheid e riunire il suo popolo. Il rugby è considerato però
uno sport snob, elitario, per soli bianchi (i cosidetti afrikaners
eredi dei colonizzatori olandesi) ed infatti nella squadra è
presente un solo giocatore nero, Mandela cerca allora aiuto nel
capitano della nazionale Francois Pieanaar (Matt Damon) che riesce
a portare alla vittoria gli Sprinboks (le antilopi) nella finale
contro gli All Blacks neozelandesi. Questo è il primo passo verso
la nuova nazione fondata sul perdono e la riconciliazione.
Quinto film in tre anni di Clint Estwood, come Gran Torino e
Changeling è ricco di idee dirette, emozioni e sentimenti forti.
Dopo molti anni finalmente Morgan Freeman riesce a realizzare il
suo grande desiderio, impersonare Nelson Mandela il quale già da
tempo lo aveva indicato come l’unico attore che sarebbe stato in
grado di interpretarlo. Il titolo Invictus (invincibile) è preso da
una poesia di William Ernest Henley, che Mandela leggeva
continuamente nella cella dove era rinchiuso durante gli anni del
carcere, mentre la storia è tratta dal libro del giornalista John
Carlin “Ama il tuo nemico – Nelson Mandela e la partita di rugby
che ha fatto nascere una nazione”.
Afterschool:
Robert, un teenager come tanti, introverso e tormentato, amante dei
documentari che realizza da solo, è il protagonista di questo film
che denuncia l’incapacità dell’istituzione scolastica statunitense
di fronteggiare una tragedia e capace solo di aumentare la sua
stretta repressiva. Trovatosi per caso a filmare la morte di due
sue compagne, morte per overdose nei corridoi della scuola, Robert
viene incaricato dal preside di girare un documentario in memoria
delle due gemelle. La tragica storia ha un impatto emotivo su
tutti, insegnanti e studenti, ma a risentirne maggiormente è
proprio Robert, che ossessionato dal doloroso ricordo e dalla
volontà di scoprire il perchè accadano certe cose per lui
insensate, vede la sua vita trasformata in un incubo, fatto
di sospetti verso tutti, verso il compagno di stanza, verso la sua
prima ragazza e verso gli adulti.
Diretto da Antonio Campos e presente nel 2008 al festival di
Cannes, è un film documentario che rispecchia la vita, le paure e
le inadeguatezze della YouTube generation. In parte ripresi dalla
videocamera di Robert in parte dal quella di Campos, i personaggi
sono rappresentati in modo neutro, senza artifici, così da mettere
l’accento sulla sofferenza degli adolescenti che si trovano a
vivere in un contesto sempre più ostile.
Alta infedeltà:
trasposizione cinematografica di un opera teatrale, il film diretto
da Claudio Insegno è una commedia brillante che vede come
protagonista Filippo (Pino Insegno), un uomo come tanti, sposato,
benestante, ma purtroppo per lui un grande amante delle donne. Ama
le conquiste e luogo ideale è l’autobus numero 4 dove conosce
Giuly, un americana di cui si innamora a tal punto da volerla
sposare. La povera Giuly, non sapendo che Filippo è già sposato,
decide di andare a vivere nella villetta adiacente alla casa
dell’uomo…proprio da questa decisione nascono gag e situazioni a
dir poco imbarazzanti. Filippo preso dal panico chiede aiuto al suo
migliore amico, lo convince a far finta di essere il compagno di
Giuly sperando che sua moglie Magda non scopra il suo tradimento.
La situazione però precipita sempre più quando fa la sua comparsa
il padre di Giuly, uomo geloso e possessivo, che viene scambiato
per l’amante della figlia. Infine nel culmine del delirio coniugale
arriva l’amante di Magda, così da pareggiare i conti!
Questo film sicuramente leggero rappresenta benissimo la società
borghese di oggi, dominata dall’apparenza e sempre attenta a
presentarsi nel migliore dei modi, ma dietro a tutto questo è in
realtà sorretta da bugie e tradimenti.
Genitori & Figli :
agitare bene prima dell’uso: la quattordicenne Nina (Chiara
Passarelli) racconta la sua vita attraverso il tema che il suo
professore Alberto (Michele Placido) assegna alla classe dopo una
furibonda lite con il figlio Gigio( Andrea Facchinetti). Nina
inizia quindi a parlare dei suoi disagi con la famiglia, del suo
problematico rapporto con i genitori, Luisa (Luciana Littizzetto),
caposala d’ospedale, e Gianni( Silvio Orlando) che dopo aver
lasciato moglie e figli è andato a vivere su una barca;
dell’inspiegabile razzismo del fratellino Ettore( Matteo Amata) e
di una nonna che ricompare misteriosamente dopo venti anni.
Soprattutto Nina racconta la sua adolescenza fatta di serate in
discoteca, delle uscite con i ragazzi più grandi, della prima cotta
e delle sue amiche…
Il regista Giovanni Veronesi ha voluto rappresentare con questa
commedia il grande spazio che separa la vecchie e le nuove
generazioni, il confronto scontro tra adulti e giovani. Le
differenze tra padri e figli non sono più sanabili con la semplice
comunicazione, il linguaggio è ormai troppo diverso così da essere
costretti ad un confronto furioso…l’unica a fare eccezione è Nina
che cerca di trovare un equilibrio tra l’adeguarsi ai comportamenti
dei suoi coetanei e le regole degli adulti.
Senza apparente
motivo: Jane (Michelle Williams), donna bellissima,
sposata e con un figlio, intrattiene una relazione extra coniugale
con Jasper (Ewan Mc Gregor) un giornalista del Daily Express.
Il giorno del compleanno di suo figlio, andato con il padre alla
stadio per vedere la partita dell’Arsenal, Jane approfitta della
situazione ed invita Jasper in casa sua. I due vengono però
interrotti da una terribile notizia del telegiornale: alcune
esplosioni sono avvenute nello stadio dove si trova il figlio.
Attanagliata dai sensi di colpa per la morte del marito e la
scomparsa misteriosa del figlio il cui corpo non è stato ritrovato
e per cui non si da pace, Jane si allontana da Jasper e cerca di
trovare conforto nelle braccia del capo di suo marito, Terrence
Butcher( Matthew MacFayen) l’ufficiale di polizia incaricato di
svolgere le indagini….piano piano la verità verrà a galla!
Il film che segna il ritorno della regista de “Il diario di Bridget
Jones”, Sharon Maguire, è un dramma molto potente che cerca di
scoprire il dolore e la sofferenza di una madre che non riesce ad
accettare i propri sensi di colpa e ad elaborare il lutto per la
perdita del figlio.
Nord: Jomar
Henriksen, ex campione di sci, dopo un esaurimento nervoso, una
patologia oculare, l’abbandono della moglie e il lungo ricovero in
una clinica psichiatrica, accetta di lavorare come custode di una
stazione sciisctica. Le sue condizione mentali non sono migliorante
neanche dopo il ricovero, tanto che avendo ormai abbandonato lo
sport vive isolato disinteressandosi del suo lavoro e di tutto ciò
che lo circonda. Incallito fumatore e bevitore, un bel giorno si
ritrova con un vecchio amico che bussa alla sua porta.
L’accoglienza non è delle migliori, infatti l’uomo è colui che gli
ha portato via la moglie e che gli rivela di aver fatto per anni da
padre a suo figlio. La notizia sconvolge Jomar e nello stesso tempo
lo sprona a voltare pagina. Decide così di partire per cercare
questo suo misterioso figlio di cui non era a conoscenza. Salta
così su una motoslitta con il minimo indispensabile (tra cui cinque
litri di alcool!) e si mette in viaggio verso l’estremo nord della
Norvegia.
Girato in condizioni proibitive il film che ha come regista Rune
Denstad Langlo, rappresenta il tipico viaggio on the road, dove le
difficoltà e le avventure del protagonista rappresentano non solo
un viaggio interiore in cui l’uomo riscopre se stesso e supera le
proprie paure, ma anche un modo di rappresentare un paese con
proprie caratteristiche sociali, demografiche,
antropologiche. Realizzato con pochi soldi e con attori
quasi interamente non professionisti, il film prodotto e girato in
Norvegia esalta l’esistenza e le emozioni umane cui fanno da sfondo
le favolose distese artiche e le spaventose bufere di neve.