Mancano poco meno di quattro settimane alla notte degli Oscar, che chiuderà come sempre l’intensa stagione dei premi, ed è arrivato il momento di guardare più da vicino le cinque candidate per Migliore Attrice Non Protagonista. Anche quest’anno gli Academy Awards offrono un vivace assortimento di figure: un’attrice anziana ma relativamente giovane nell’ambiente cinematografico, un’inglese lontana dalle luci di Hollywood, un’icona del cinema rediviva, l’attrice del momento e, infine, un’esordiente di origine keniota. Stiamo parlando, in ordine, di June Squibb, Sally Hawkins, Julia Roberts, Jennifer Lawrence e Lupita Nyong’o. Sebbene quest’ultima sia una novità a Hollywood, così come per tutta l’industria cinematografica, e sia in compagnia di attrici più esperte o più famose o già vincitrice di un Oscar, è la favorita secondo i bookmaker. La Lawrence, detentrice della statuetta nella categoria principale, è l’unica che sembra avere qualche chance, mentre la Hawkins, la Roberts e la Squibb sono considerate lontane anni luce dalla vittoria. Tuttavia l’ambito premio non è ancora stato assegnato e sappiamo che a volte l’Academy decide di stupire.
Candidata per il ruolo di Kate Grant in Nebraska di Alexander Payne, all’età di 84 anni June Squibb è la seconda attrice più anziana a ottenere una nomination come Miglior Attrice Non Protagonista, subito dietro Gloria Stuart (Titanic). Nata come attrice teatrale, Squibb esordisce al cinema solo superati i sessant’anni con Alice di Woody Allen e lavora per la prima volta con Payne in A proposito di Schmidt, nel ruolo della moglie di Jack Nicholson, non immaginando di ricevere 12 anni più tardi una nomination agli Oscar per interpretare di nuovo la moglie di un suo protagonista. Tuttavia, per la sua partecipazione al film il merito non va al regista, tra l’altro poco convinto prima del suo provino, ma all’attrice-vicina di casa Margo Martindale (I segreti di Osage County) che le suggerì il ruolo. Sono innegabili la forza e l’efficacia con cui June Squibb ha espresso e trasmesso al pubblico i sentimenti di Kate, sposata con un uomo buono ma alcolizzato e prossimo alla demenza senile, di una donna semplice ma scaltra e risoluta, che con la sua lingua tagliente si è resa indimenticabile fin dalla prima scena. Il ruolo di Kate Grant le ha portato due premi e una ventina di nomination, tra cui i Golden Globes e i SAGs.
Sally Hawkins, ha cominciato a farsi notare dalla critica americana con il ruolo della sempre gioiosa e ottimista Poppy in Happy Go Lucky. Nata vicino Londra, è la 33esima attrice inglese doc (e con doc intendiamo non naturalizzata statunitense) a essere candidata in questa categoria, ma se contiamo quante hanno vinto in passato, insieme al numero purtroppo si affievoliscono anche le speranze: solo sette, tra cui le più recenti Tilda Swinton (2008) e Rachel Wiesz (2006). Candidata con Blue Jasmine per il ruolo di Ginger, la sorella meno ricca e bella del personaggio di Cate Blanchett, la Hawkins è stata in grado di uscire dall’ombra che la collega gettava su di lei con il suo ingombrante ruolo, pur interpretando un personaggio fragile, facilmente suggestionale e succube della sorella maggiore. Nella scena finale, quando la vediamo passare da uno stato di euforia a uno di profonda tristezza con completa padronanza delle opposte emozioni, la sua bravura è inconfutabile. Per la seconda volta sotto la guida di Woody Allen, dopo Sogni e Delitti, Sally Hawkins ottiene la prima candidatura agli Oscar, insieme a una decina di nomination per vari premi, tra cui i Globes e i BAFTA (quest’ultimi ancora da assegnare).



Purtroppo dobbiamo avere ancora un po’ di pazienza e aspettare la notte del 2 Marzo per scoprire a chi andrà la statuetta d’oro. Tuttavia, possiamo farci un’idea il 16 Febbraio quando si celebreranno i BAFTA, affidabili oracoli dei futuri vincitori.
