Dio esiste e vive a Bruxelles, la conferenza stampa del film con Benoit Poelvoorde

Il giorno dopo l’assedio di Bruxelles per paura di attacchi terroristici è difficile presentare un film ironico e surreale come Dio esiste e vive a Bruxelles del regista Jaco Van Dormael, che però, insieme all’attore Benoit Poelvoorde, riescono a svicolare le domande di geopolitica e a parlare del film.

 

Vi conoscete da molti anni, come mai questa è la prima volta che lavorate insieme?

Van Dormael: Io e Benoit ci siamo incontrati per la prima volta nei corridoi di una società di postproduzione, mentre io montavo Totò le héros e lui Il cameraman e l’assassino, era buffo perchè entrambi lavoravamo di notte, e gli unici contatti che avevamo erano quando uno dei due alzava un po’ troppo il volume, poi dopo circa vent’anni, eccoci qui.

Poelvoorde: Mi ricordo di questo episodio, ma anche di quando, ad una festa per il successo di Mr Nobody, che in Europa stava vincendo ogni premio possibile, io mi sono avvicinato a lui e gli ho detto: “Fammi lavorare con te, posso fare anche la candela”. Poi un giorno mi ha chiamato e mi ha detto: “Non sarai una candela, sarai direttamente colui che è la luce”, e così sono diventato Dio.

Ad ognuno dei nuovi apostoli viene associata una musica, solitamente si tratta di musica classica a volte molto solenne.

Van Dormael: Mi piaceva l’idea del contrasto. I personaggi che Ea sceglie come nuovi apostoli sono degli emarginati, che ci vengono presentati principalmente per i loro difetti: c’è l’assassino, l’erotomane, ad esempio.Accordare una musica che fosse l’opposto, quindi epica o molto barocca mi faceva pensare che stavo dando una seconda possibilità a queste persone, di essere meglio di quello che la società li aveva costretti ad essere.

Il film inizia con gli esseri umani che vengono a conoscenza della data della loro morte. Voi avete mai pensato a cosa avreste fatto al loro posto?

Poelvoorde: Il messaggio del film è che ciò che è importante è il presente. Come ha scritto Faulkner in uno dei suoi romanzi, e questa è l’ultima volta che farò l’uomo colto, “l’azione passata e quella futura dipende sempre dall’azione presente”. Questo credo sia molto vero e vuol dire prendere una decisione, sapere se si vuole vivere o non vivere, non è tanto sapere quando si muore.

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