Barry Levinson torna al cinema con un one man show. Protagonista Bill Murray, simpatico, ironico, inimitabile. In Rock the Kasbah Richie Lanz, manager musicale sull’orlo del fallimento, intravede la possibilità di lanciare la sua ultima cliente, la trentenne Ronnie, nel corso di un tour per le forze armate armate americane in Afghanistan. Ma Ronnie se la svigna non appena messo piede a Kabul. Bloccato in terra straniera senza soldi e senza documenti, Richie s’imbatte casualmente in Salima, una ragazza di etnia pashtun dalla voce straordinaria, e decide di farla partecipare allo show televisivo Afghan Star, sfidando la sua cultura, il suo villaggio e soprattutto suo padre.
Rock the Kasbah, il film
Barry Levinson non si è mai tirato indietro di fronte al racconto della società, delle nevrosi, dell’uomo e del suo Paese, ma con Rock the Kasbah si affida a una storia esile, faticosa, sostenuta soltanto da un ottimo protagonista che, probabilmente per il grande spessore artistico, riesce a trasudare malinconia e rimorso pur senza la necessità di fare faccette o di appoggiarsi a dialoghi estenuanti e lamentosi.
La verosimiglianza è sacrificata in nome di una messa in scena asciutta e che scimiotta il Medio Oriente, così come il protagonista scimiotta se stesso pur prendendosi estremamente e disperatamente sul serio. Intenzionato a rendere reale un’immagine di sè che ha passato tutta la vita a mistificare, il Lanz di Bill Murray è un personaggio estremamente tragico nella sua comicità, così come è tragica la realtà che lui stesso rappresenta: lo show business negli Stati Uniti.
Il film rende omaggio alla storia vera della prima donna che ha cantato in tv in Afghanistan, Rock the Kasbah ripercorre i luoghi comuni sulle zone di guerra con leggerezza che potrebbe sembrare irrispettosa e sicuramente è irriverente, ma che contestualizzata attraverso i personaggi prototipici che costellano il film risulta surreale, così come il modo di comportarsi e di agire del protagonista. Completamente poggiato sulle spalle di Bill Murray, Rock The Kasbah non è il miglior film di Barry Lenvison ma riesce a tratteggiare un pensiero, un’atmosfera, un senso di beffarda malinconia attraverso l’espressivo viso del suo protagonista.