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Zemeckis e i suoi mille progetti

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Dopo un decennio dedicato alla motion capture, Robert Zemeckis sta cercando di tornare a lavorare con la live action.

Kate Beckinsale in Atto di forza

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Collider informa che, trai nomi della attrici che potrebbero entrare a far parte del cast del remake di Atto di Forza, spicca nelle ultime ore quello di Kate Beckinsale. Il film sarà diretto da Len Wiseman e come protagonista avrà Colin Farrell, visto lo scorso anno in Ondine di Neil Jordan all’Irish film Festival a Roma.

Nuove foto di Lanterna Verde

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Nuove foto di Lanterna Verde

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La Warner ha pubblicato qualche altra nuova foto di Lanterna Verde, l’atteso film basato sull’omonimo personaggio della DC Comics. Nelle foto si possono vedere alcuni dettagli in più sul pianeta Oa, e sulle altre Lanterne, oltre al protagonista del film Ryan Reynolds che impugna un mitra da lui realizzato.

X-Men – L’inizio: ecco Jennifer Lawrence come Mistica

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X-Men – L’inizio: ecco Jennifer Lawrence come Mistica

Dopo i frammenti che abbiamo visto nel trailer, finalmente abbiamo una foto ufficiale di Jennifer Lawrence truccata da Mistica, in X-Men – L’inizio. il riconoscibilissimo mutante dalla pelle blu e i capelli rossi. Il fan club ufficiale della Lawrence ha infatti pubblicato una fotografia dell’attrice nella quale la possiamo quasi per intero con il trucco di scena.

Ecco l’immagine:

http://splashpage.mtv.com/wp-content/uploads/2011/04/mystique.jpg

Tutto quello che sappiamo su X-Men – L’inizio

Il film X-Men – L’inizio, prequel della trilogia cinematografica dedicata ai personaggi della Marvel, gli X-Men (X-Men, X-Men 2, X-Men – Conflitto finale), narra le vicende di Charles Xavier (Professor X), Erik Lehnsherr (Magneto) e del loro primo tentativo di formare una scuola per i ragazzi mutanti.

Nel cast di X-Men – L’inizio protagonisti Michael Fassbender, James McAvoy, Jennifer Lawrence, Rose Byrne, Nicholas Hoult, January Jones, Oliver Platt, Kevin Bacon, Edi Gathegi, Lucas Till, Alex Gonzalez, Morgan Lily, Jason Flemyng, Caleb Landry Jones,  Corey Johnson, Glenn Morshower, Matt Craven, Laurence Belcher, Bill Milner, Zoë Kravitz, Demetri Goritsas, James Remar, Rade Sherbedgia, Ray Wise.

Tratto dall’omonimo fumetto della Marvel, il film racconta della giovinezza di due amici che scoprono di avere poteri speciali, Charles Xavier e Erik Lensherr; del loro lavorare assieme, con altri mutanti, contro la più grande minaccia che il mondo abbia affrontato; del loro allontanarsi causa un dissidio che li vedrà diventare arcirivali con i nomi di Professor X e di Magneto. Il film è ambientato negli anni ’60, all’alba dell’era spaziale, l’epoca di JFK. Un periodo storico all’insegna della Guerra Fredda, in cui l’intero pianeta era minacciato dalle crescenti tensioni fra Stati Uniti e Russia. L’era in cui il mondo scoprì l’esistenza dei mutanti.

fonte: splashpage.mtv.com

Il Ruggito del Coniglio a Bellaria

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Il Ruggito del Coniglio a Bellaria

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La storica trasmissione di Radio 2 Rai Il Ruggito del Coniglio parteciperà alla 29. Edizione del Bellaria Film Festival. Gli intramontabili Antonello Dose e Marco Presta condurranno le puntate del 2 e del 3 giugno in diretta da Bellaria come ogni mattina dalle 8.00 alle 10.00. Protagonista assoluto sarà il pubblico del festival che parteciperà in studio alla diretta radiofonica.

L’asso nella manica

L’asso nella manica Regia: Billy Wilder Anno: 1951 Cast: Kirk Douglas, Jan Sterling, Robert Arthur, Porter Hall, Frank Cady.

Diretto dal ‘re della Commedia’ Billy Wilder, il film è una denuncia al cinismo dei mass-media in nome della fama e del successo. Essendo datato 1951, è una lungimirante previsione di quanto accadrà anni dopo, soprattutto con l’avvento della Tv.

Charles ‘Chuck’ Tatum è un giornalista di talento, ritrovatosi disoccupato e squattrinato dopo essere stato cacciato da più giornali per il suo comportamento poco professionale. Riesce a trovare occupazione in un quotidiano locale, a bassa tiratura, ma dopo un anno la redazione lo manda in Messico per scrivere un articolo su una stramba caccia ai serpenti, ma si ferma vicino a una cava dove è seppellito un minatore, Leo Minosa. Ha fiutato infatti l’occasione e sente che ne può uscire un ottimo pezzo che può ridargli la fama che spera. Il cinismo dei media e della società contemporanea trasformerà il dramma del minatore in un grande occasione per arricchirsi. Non a caso il titolo originale del film è proprio Il grande carnevale.

Gli anni ’50 si aprono per Billy Wilder nel migliore dei modi, con capolavori uno dietro l’altro. Ad aprire le fortunate danze proprio L’asso nella manica, con cui il regista tratta con agghiacciante lungimiranza il problema dei media. Wilder li dipinge cinici, pronti a tutto per avere uno scoop che attiri spettatori, anche se la notizia poggia su un dramma umano. Ma non solo i media sono sanguisughe senza scrupoli; anche la società contemporanea non perde tempo per arricchirsi, anche quando il dramma in questione riguarda un loro vicino parente o caro amico. E Billy Wilder mette in luce tutto ciò, con la solita brillante maestria.

Il regista oltre ad aver diretto commedie che hanno lasciato il segno – tra cui si ricordano soprattutto Sabrina, Quando la moglie è in vacanza e Gli uomini preferiscono le bionde (i due film che resero leggenda Marylin Monroe) – ci ha regalato anche perle del genere giallo, come Testimone d’accusa e La fiamma del peccato. O un altro film-denuncia sulla società hollywoodiana: Viale del tramonto.

Nei panni del giornalista arrivista Chuck, invece, troviamo Kirk Douglas, attore instancabile (80 film) che ha attraversato decenni diversi del cinema hollywoodiano, dai tardi anni ’40 con il film drammatico Lo strano amore di Marta Ivers, fino ai giorni nostri con la commedia del 2003 Vizio di famiglia, un film passato alla storia per la contemporanea presenza dei due Douglas.

La voce nella tempesta

La voce nella tempesta Regia: William Wyler Anno: 1939 Cast: David Niven, Merle Oberon, Laurence Olivier, Flora Robson, Miles Mander.

Trasposizione cinematografica dell’unico romanzo di Emily Brontë, Cime tempestose (1847) e forse la più riuscita. Ne seguiranno di fatti altre tre che non riescono ad ottenere lo stesso impatto emotivo sullo spettatore, sebbene degna di nota è anche la versione di Luis Buñuel, Abismos de pasión, del 1953, nel suo stile essenziale e sapientemente grezzo.

In una notte flagellata da una fitta bufera di neve, un forestiero raggiunge una tenuta della quale dovrà fittare alcuni locali. Viene accolto da persone dal volto segnato dalla sofferenza, molto fredde e schive. Sistemato momentaneamente nella stanza degli ospiti, durante la notte ode alcune voci e dalla finestra scorge la sagoma di una donna immersa nella neve. Il proprietario della tenuta lo sente gridare e raggiunge l’uomo, e dopo aver sentito i motivi delle sue urla, si precipita in fretta fuori dalla casa, nel pieno della tormenta, come se volesse raggiungere la donna. Come se la conoscesse. L’uomo è meravigliato di tanta foga e la domestica, la signora Ellen, soddisfa la sua curiosità, raccontandogli tutta la storia di quella casa. Dalle origini randagie dell’oggi ricco proprietario, Heathcliff, all’amore tormentato con Cathy, fino alla legge del contrappasso che ha colpito il precedente proprietario della tenuta, Lockwood.

La trama segue fedelmente quella del libro, riuscendo a seguirne il passo articolato e la struttura complessa. Non a caso, quando uscì, il libro fu accolgo negativamente, definito da alcuni critici “violento, confuso, incoerente e improbabile, ma anche con un grande potere di scrittura”. Fu riabilitato e apprezzato del tutto solo a partire dal ‘900. Lo si può dunque definire un romanzo d’avanguardia, che ha anticipato una modalità narrativa moderna che ha spesso fatto le fortune del Cinema stesso. Una  storia di amori infelici, tormentati, di ambizioni, ingiustizie, rivalse, pregiudizi, espressa al meglio da un bianco e nero antico, tipica di un film di fine anni ’30. Splendida anche l’interpretazione degli attori protagonisti, con eccellenti espressioni che valgono più di mille parole e gesti.

Quando ha diretto questo film, il regista William Wyler aveva già alle spalle diversi film muti, drammatici e western. Noto al grande pubblico per film come Vacanze romane e Ben-Hur, si è dedicato soprattutto al genere drammatico e di denuncia sociale. Morì a Los Angeles a 79 anni nel 1981, ma lasciò la macchina da presa già 11 anni prima con l’ultimo film Il silenzio si paga con la vita, del 1970.

Senza dubbio La voce nella tempesta è tra i suoi film più riusciti. Ottenne otto nomination agli Oscar, fra cui quella per il miglior film, vincendo solo il premio per la miglior fotografia in bianco e nero.

Nel 1939 il National Board of Review of Motion Pictures l’ha inserito nella lista dei migliori dieci film dell’anno. Nel 2007 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

World Invasion: recensione del film

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World Invasion: recensione del film

Difficile parlare di World Invasion (Battle L.A.: World Invasion); difficile per la natura del film, per la sua estrema durata e per tutte le potenzialità inespresse che poteva avere. Si è già capito quindi che la pellicola diretta da Jonathan Liebesman ha non poche crepe nel suo apparato e, mostrandosi per quello che è cioè un popcorn/disaster movie senza alcuna articolazione drammaturgica, fa affiorare alle labbra la peggiore delle esclamazioni per un film: “Quando finisce?”.

Ma andiamo con ordine: World Invasion ci introduce immediatamente in una Los Angeles sotto assedio, siamo con un gruppo di marines che si avviano in elicottero verso una battaglia che sembra ferocissima, le voci dei giornalisti dai Tg ci fanno sapere che “il mondo è in guerra”. Da qui veniamo catapultati in dietro di 24 ore, quando una pioggia di meteoriti minaccia i mari intorno alle estese coste nordamericane. Presto i meteoriti si trasformano in un attacco terroristico che si rivelerà invece un vero e proprio attacco alieno, e questa consapevolezza nei corpi armati mandati in principio per evacuare le zone interessate dai fenomeni ‘celesti’ è straordinariamente accettata come una possibilità naturale, e i nostri marines, addestrati a non ritirarsi mai, affrontano con coraggio e cameratismo questa battaglia: il loro compito è salvare dei civili e difendere la città, unica rimasta in piedi dopo i primi attacchi degli intrusi.

In realtà l’assunto che World Invasion condivide da subito con il pubblico è che non c’è una vera e propria trama, seguiamo solo questo gruppo di valorosi soldati che si inoltrano nelle macerie di una città per salvare degli inermi, il che in questo genere di prodotto non fa una piega. Il vero problema è dilatare la narrazione per 120 lunghissimi minuti, quando le cose da dire sono davvero poche, riducendosi a squallide battute a doppio senso, frasi che hanno il sapore di aforismi stantii e conversazioni improbabili in mezzo alle ceneri della battaglia. Non manca tuttavia il tentativo, fiacco, di rimpolpare l’esiguo filo conduttore (non si può parlare di una vera e propria trama) dando un’identità e un abbozzo di storia ai soldati, ognuno dei quali ci viene presentato all’inizio del film in situazioni ordinarie: che lo scopo sia quello di farci affezionare a loro o semplicemente di renderli identificabili sotto le divise identiche ha poca importanza, poiché in entrambi i casi il risultato fatica ad arrivare.

Al comando di questi valorosi c’è Aaron Eckhart, un sergente della Marina con i sensi di colpa per aver fatto morire i suoi in battaglia, al suo fianco diversi personaggi, che portano con loro diverse storie, e tra tutti Michelle Rodriguez, nei panni di Elena Santos, aereonautica, componente occasionale ma fondamentale al gruppo che forse poteva essere sfruttata meglio, sia per le indiscusse doti dell’attrice in questo tipo di ruoli, sia perché unica presenza femminile di rilievo.

Nota positiva sono le musiche di Brian Tyler che non è estraneo a film adrenalinici tutti (o quasi) al maschile, vedi The Expandables o John Rambo di Stallone, e che riesce a dare quella dimensione in più ad alcune scene conferendo loro epicità, senza però sopperire completamente alla mancanza di efficacia del film. Anche la rappresentazione dei letali giocattoli alieni ricorda molto altri mezzi di combattimento già visti al cinema, alcuni che sembrano sbarcati direttamente da Pandora. World Invasion può essere definito senza ombra di dubbio un Transformers 2, senza però l’ironia di Sam Witwicky.

Ben Affleck: niente Gatsby per Argo

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ben affleck

Sapevamo che il regista Baz Luhrmann voleva Ben Affleck nel cast del suo prossimo remake in 3D del Grande Gatsby. Ora giunge notizia da Deadline che Affleck ha passato la palla, perchè il progetto di Luhrmann intralciav quello di Argo, suo prossimo film da regista, che trai produttori vede anche George Clooney.

Pannofino sull’insuccesso di Boris – il film

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Durante la conferenza stampa del nuovo film “Faccio un salto all’Avana”, Francesco Pannofino, a una domanda relativa allo scarso successo del film Boris, risponde con testuali parole: “ Mi sento di dire che è stata colpa di una promozione e di una distribuzione sbagliate …

portate avanti dalla 01 distribution. Difatti il film era pronto da tempo e non mi sono mai spiegato il motivo per cui è stato deciso di farlo uscire ad Aprile, per di più abbiamo avuto la sfortuna che il finesettimana in cui è uscito il film ha coinciso con il grande caldo in tutta Italia. Inoltre anche il manifesto non rendeva l’idea del film ma richiamava il simbolo del pesce di Boris che solo chi ha seguito la serie tv ne ha capito il senso. Molti, li ho sentiti, lo indicavano come un film pasquale”.

Al completo la Giuria di Cannes

Arrivati i nomi degli ultimi due componenti della giuria del 64esimo festival di Cannes: al presidente d’eccezione Robert De Niro, si aggiungono adesso Uma Thurman e Jude Law.

Al completo la Giuria di Cannes

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Arrivati i nomi degli ultimi due componenti della giuria del 64esimo festival di Cannes: al presidente d’eccezione Robert De Niro, si aggiungono adesso Uma Thurman e Jude Law.

Ecco Will Smith nei panni dell’agente J: Man in Black III!

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Will Smith e Josh Brolin sono stati fotografati nel Bronx a New York negli abiti neri di scena di Man in Black III (appunto) previsto per il 2012. Le foto sono dell’11 aprile e Will è stato visto per diversi giorni girare per le stade di NY City, e pare che ci rimarrà parecchio a vestire ancora i furtunati panni dell’agente J.

Emidio Greco e il suo cast raccontano Notizie degli Scavi

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Alla conferenza stampa dell’ultimo film di Emidio Greco Notizie degli scavi, sono presenti Giuseppe Battiston, Ambra Angiolini, Iaia Forte, Gianluca Arcopinto e lo stesso regista. Il clima è rilassato e subito si avverte l’armonia e la complicitàtra gli attori, che manifestano subito l’entusiasmo e la soddisfazione di aver fatto un film “controcorrente” rispetto al mood del momento.

Cotillard e Gordon-Levitt: ecco chi saranno in The Dark Knight Rises

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Ecco finalmente i ruoli di Marion Cotillard e Joseph Gordon-Levitt in The Dark Knight Rises! La Warne Bros annuncia infatti che i due attori, che già hanno lavorato con Nolan in Inception, si uniscono a Bale &Co.

La Cotillard sarà Miranda Tate, un membro del consiglio di amministrazione della Wayne Enterprises che aiuterà Bruce Wayne ancora in lutto per la morte dell’amata Rachel a continuare la politica sociale del padre. Gordon-Levitt interpreterà John Blake, un poliziotto di quartiere sotto il comando del commissario Gordon. Chris Nolan ha dichiarato in merito ai due attori:

“Quando si collabora con persone di talento come Marion e Joe, non sorprende il fatto che uno voglia ripetere questa esperienza. Ho pensato subito a loro per i ruoli di Miranda e Blake, e non vedo l’ora di lavorare ancora con loro.”

 

Fonte: badtaste

Cotillard e Gordon-Levitt: ecco chi saranno in The Dark Knight Rises

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Ecco finalmente i ruoli di Marion Cotillard e Joseph Gordon-Levitt in The Dark Knight Rises! La Warne Bros annuncia infatti che i due attori, che già hanno lavorato con Nolan in Inception, si uniscono a Bale &Co.

La Cotillard sarà Miranda Tate, un membro del consiglio di amministrazione della Wayne Enterprises che aiuterà Bruce Wayne ancora in lutto per la morte dell’amata Rachel a continuare la politica sociale del padre. Gordon-Levitt interpreterà John Blake, un poliziotto di quartiere sotto il comando del commissario Gordon. Chris Nolan ha dichiarato in merito ai due attori:

“Quando si collabora con persone di talento come Marion e Joe, non sorprende il fatto che uno voglia ripetere questa esperienza. Ho pensato subito a loro per i ruoli di Miranda e Blake, e non vedo l’ora di lavorare ancora con loro.”

 

Fonte: badtaste

Justin Bieber: Never Say Never: recensione del film

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Justin Bieber: Never Say Never: recensione del film

“Never say Never, ecco il messaggio ottimista e incoraggiante di Justin Bieber, protagonista del documentario Justin Bieber: Never Say Never in uscita nei cinema italiani il 21 aprile. Justin Bieber: Never Say Never, misto di fotografie, interviste, video amatoriali fatti in casa e clip del grande concerto che il giovane divo ha tenuto al Madison Square Garden, racconta della sua ascesa al successo, di come da youtube è stato notato e di come grazie all’intercessione del famoso Usher ha cominciato ad incidere i suoi primi successi.

Justin Bieber: Never Say Never, il film

Diventando quasi subito un personaggio di richiamo per un pubblico femminile molto giovane, Justin vive il suo successo nella più normale delle maniere, continuando a vedere gli amici e mostrandosi molto generoso con le accanite fan, che in preda a vere e proprie tempeste ormonali si offrono a lui come possibili spose, urlando il loro amore. Isterismo collettivo quindi per questo ragazzino che muove le folle (di giovanissime e non solo…) e mostra, con grande realismo, come, un entourage ben assortito, dei manager capaci e la giusta dose di faccia tosta, possano fare molto di più di un grande talento, che in questo caso, se non completamente assente, sicuramente non eccelso come lo si vuol far credere.

Un fenomeno mediatico quindi, che nasce da internet ed arriva in vetta, Bieber arriva quindi anche in Italia, a furor di popolo in questo film Justin Bieber: Never Say Never in 3D. Sono in 3D per la verità solo le immagini del grande concerto del 31 agosto del 2010 che si mescolano, in una confeziona davvero notevole, con le dichiarazioni di chi, a diverso titolo ha fatto si che questo ragazzino dall’incredibile energia sia giunto così in alto. Due sono i momenti che sottolineano quest’ottima fattura: prima di tutto il momento in cui si racconta la rapida ascesa di Bieber sottolineata oltre che dal montaggio anche dal brano del norvegese Edvard Grieg, The Hall of the Mountain King, sentito da poco in versione ‘moderna’ nella soundtrack di The Social Network premiata con l’Oscar. Altro momento indicativo è la consapevole presa in giro del giovanotto in fatto di acconciature: scene al ralenti ed espressioni sognanti delle fans sono un mix davvero e volutamente divertente.

Ma a parte la bella confezione, c’è poco di interessante in questo film, troppo lungo per raccontare gli appena 16 anni del cantante famoso in tutto il mondo e troppo indirizzato verso un solo e ristretto target di pubblico per poter sperare di ottenere buoni incassi.

Winnie the Pooh: recensione del film

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Winnie the Pooh: recensione del film

Arriva al cinema la seconda avventura di Winnie the Pooh targata Disney. Inventato da A. A. Milne nel 1926  e già portato sullo schermo da Walt Disney in persona nel 1977, ora Winnie ricompare in compagnia dei suoi amici Tigro, Tappo, Pimpi, Kangu, Ro e Ih-Oh, nella più classica tecnica di animazione Disney.

In Winnie the Pooh, nella quale compare anche Mr Pixar Jhon Lasseter in veste di produttore esecutivo, Pooh dovrà aiutare Ih- Oh a trovare la sua coda smarrita, ma poi la sua attenzione verrà indirizzata sulla ricerca del suo amico, il bambino Christopher Robin, rapito da un tremendo mostro, e pensare che Pooh era uscito di casa solo per cercare del miele. Non c’è nulla da fare, Winnie the Pooh è un tenero orsetto che piacerà quasi per forza ai più piccoli, le sue avventure sono tremendamente banali ma viste attraverso i suoi occhi, e quelli di Christopher Robin, diventano imprese epiche che solo lui, improbabile ed affamato eroe può compiere.

Proprio il bambino è l’artefice delle loro avventure, lui che immagina questo fantastico Bosco dei 100 Acri, ideale ‘set’ della vicenda, e ancora lui che da un’anima ad ogni cosa, da un peluche ad un palloncino rosso (Palloncino appunto), e non riesce ad immaginare altro come grande nefandezza che un mostro può compiere se non quella di bucare i calzini. Un’immagine di purezza e bellezza che sembra del tutto inattuale, ma che casa Disney, nonostante l’impero digitale che ci circonda, non esita a raccontarci, probabilmente senza farsi troppi conti in tasca, e regalando ai piccoli un po’ di magia della vecchia animazione, ed ai grandi un film dal sapore dell’infanzia.

Baci rubati sul red carpet di Water for Elephant

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Baci rubati sul red carpet di Water for Elephant

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Domenica 17 Aprile a New York si è tenuta la premiere di Water for Elephant, il prossimo atteso film che trai protagonisti annovera Robert Pattinson, il divo assetato di sangue nella Saga di Twilight. Con lui a sfilare sul red carpet anche la protagonista femminile del film e l’antagonista, i premi Oscar Reese Witherspoon e Christoph Waltz. Ma non erano i soli…

Si è chiuso il FIP Workshop fra produttori e investitori!

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Si è chiuso il FIP Workshop fra produttori e investitori!

FIP_Workshop

Scommessa vinta per FIP (Film Investimenti Piemonte) e FCTP (Film Commission Torino Piemonte), promotori e organizzatori – con Finpiemonte e Confindustria – di NEW BUSINESS? SHOW BUSINESS! il primo workshop destinato a fare incontrare progetti cinematografici con potenziali investitori dell’industria piemontese.

 

Super 8: posticipato a Settembre!

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La Universal Pictures Italia comunica  che il nuovo atteso film del regista J.J. Abrams -Super 8- uscirà nelle sale italiane il prossimo 30 settembre 2011!! A quanto pare si è deciso di posticipare di molto la prima data d’uscita, visto che il film era programmato per il 10 Giugno.

 

Tatanka, sospeso Clemente Russo dalla Ps

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Sei mesi di sospensione dalla Polizia per il pugile Clemente Russo, medaglia d’argento alle Olimpiadi 2008 e interprete del film ‘Tatanka’, tratto dal libro ‘La bellezza e l’inferno’ di Roberto Saviano e diretto da Pino Gagliardi.

Edizione 2011 di CortiCircuito di MarteLive.

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Edizione 2011 di CortiCircuito di MarteLive.

Martelive

CortiCircuito è una rassegna di cortometraggi, video-documentari e corti d’animazione. Il nostro concorso si propone l’obiettivo di dare visibilità ai giovani filmmakers, esordienti e non; di dare spazio ad un settore, quello del corto, molte volte sottovalutato ed oscurato dal grande cinema, ma pieno di energia e di creatività.

Al via Lezioni di Cioccolato 2!

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Luca_Argentero

Iniziano oggi, dalla Scuola del Cioccolato Perugina, le riprese di Lezioni di Cioccolato 2, sequel della commedia di successo scritta da Fabio Bonifacci.

 

Notizie degli scavi: recensione del film di Emidio Greco

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Notizie degli scavi: recensione del film di Emidio Greco

Notizie degli scavi, tratto dall’omonimo racconto di Franco Lucentini, è l’ultima elegante e delicata opera di Emidio Greco. Il regista sembra voler comunicare come sia più facile “abitare il dolore” quando non si è soli. La condivisione diventa elemento necessario per l’esistenza umana, senza di essa nulla pare avere senso.

I due protagonisti di Notizie degli scavi s’incontrano nel dolore e insieme tentano di rimanere in equilibrio nella precarietà della vita. Giuseppe Battiston è perfetto nel ruolo del professore, dalla sua interpretazione emerge chiaramente il disagio di un uomo chiuso nel suo mondo, pronto a inseguire il filo di un pensiero spesso incongruo rispetto alle contingenze. Servile e dignitoso, vile e orgoglioso si muove con un’aria costantemente assorta e stupita.

Notizie degli scavi, il film

Il regista, attraverso un atto di profonda generosità, ci permette di entrare nel “mondo privato” del protagonista. Lo fa attraverso le numerose soggettive, che si soffermano su vari particolari, come un piccolo bignè, un angolo della cucina o una semplice zuppa, che stimolano l’immaginazione di un uomo apparentemente chiuso alla coscienza. A risvegliarlo il tenero incontro con la Marchesa (Ambra Angiolini), una prostituta che ha tentato di suicidarsi dopo una delusione d’amore e la visita agli scavi di Villa Adriana a Tivoli. Il perdersi all’interno di antichi ruderi è metafora del perdersi nei meandri della propria mente, per poi però ritrovarsi con una nuova consapevolezza.

Uno stile minimalista quello del regista Emidio Greco che ci accompagna nella quotidianità dell’esistenza umana. Senza mai forzare la mano i personaggi si svelano lentamente attraverso dei gesti semplici, come il pettinarsi i capelli o rispondere al telefono. I dialoghi sono semplici e pacati, il dolore e le sofferenze dei protagonisti non vengono raccontate esplicitamente, ma si percepiscono dal tono della voce, dagli sguardi, dalle lacrime e dai silenzi. Sono esseri umani che conservano una forte dignità senza fuggire dal proprio tormento, rimanendo nell’attrito non si arrendono comunicando allo spettatore che ogni esistenza, anche la più misera, vale la pena di essere vissuta.

Box Office ITA del 18 Aprile 2011

Box Office ITA del 18 Aprile 2011

Il terzetto podista è composto dalle new entry, con Rio che ha la meglio su Habemus Papam. Ma Limitless vanta la migliore media per sala, in un weekend dagli incassi (ancora) non particolarmente soddisfacenti.

Il fine settimana appena trascorso, dopo il precedente un po’ fiacco, è stato caratterizzato da nuove uscite forti, almeno considerando le premesse. Ma gli incassi non hanno confermato questa previsione, soprattutto se pensiamo che il film che ha guadagnato la testa del box office nostrano, ovvero Rio, ha ottenuto 1,6 milioni di euro in oltre 600 sale, sfruttando inoltre il sovraprezzo del biglietto.

Quindi Nanni Moretti non può restare deluso del debutto della sua nuova pellicola: Habemus Papam, in concorso al prossimo Festival di Cannes, ottiene il secondo posto con 1,2 milioni e 200 copie in meno a disposizione. Vedremo se il film, piuttosto apprezzato dalla critica, arriverà a sfiorare i 7 milioni complessivi come Il caimano, ma di certo la rilevanza del Festival potrebbe arrecare qualche beneficio in più.

Limitless si accontenta di 943.000 euro e del terzo posto, ma in compenso registra la migliore media per sala nel suo weekend d’esordio.

The Next Three Days scende dunque in quarta posizione, raccogliendo altri 608.000 euro e superando i 2 milioni totali.

L’altra novità rilevante del fine settimana, Scream 4, debutta al quinto posto con soli 534.000 euro, che fanno pensare a un rapido calo della pellicola horror nelle prossime settimane.

Seguono poi tre commedie italiane: tra queste, C’è chi dice no precipita in sesta posizione con altri 405.000 euro per 1,2 milioni totali.
Il flop del weekend è Se sei così, ti dico sì, che si classifica soltanto settimo con appena 261.000 euro in oltre 300 sale. Il film passerà dunque del tutto inosservato, a testimonianza del fatto che Belen non attira poi così tanti spettatori al cinema, a differenza di quanto fa in tv.
Nessuno mi può giudicare (185.000 euro) si appresta a lasciare la top10 con i suoi 7,4 milioni totali.

Drive Angry 3D (138.000 euro) scende al nono posto con 708.000 euro complessivi, mentre Mia moglie per finta (133.000 euro) chiude la top10 giungendo a quota 1,2 milioni.

The Housemaid: recensione del film di Im Sang-soo

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The Housemaid: recensione del film di Im Sang-soo

In The Housemaid Eun-yi è una giovane che viene assunta per fare da cameriera e bambinaia nella lussuosa casa di una coppia ricchissima. Quando il padrone le richiederà anche altri servigi, lei accetta, rimanendo però incinta, e così all’interno della casa si alterano gli equilibri e le donne della famiglia faranno di tutto per difendere la loro posizione dall’intrusa.

La cinematografia coreana è avvezza a storie di vendetta, tuttavia, nel caso del film di Im Sang-soo (remake di un omonimo classico coreano diretto nel 1960 da Kim Ki-young) la vendetta è solo una conseguenza di una storia forse più diluita, o almeno ‘allungata’, che conduce lo spettatore al suo esito inevitabile e tragico. The Housemaid seguendo gli stilemi cari al cinema orientale, procede per inquadrature fisse o comunque con movimenti molto lenti, a volte prediligendo lo sbilanciamento del piano dello sguardo a favore dell’indagine dello spazio.

Proprio questa dimensione è fondamentale e principalmente occupata dalla grande e lussuosa villa dei ricchi protagonisti: marmo e vetro, a simulare una gigante cappella funeraria, all’interno della quale tutto sembra svolgersi nel più classico dei modi. The Housemaid che mantiene quindi questa forma impeccabile che sfocia nel manierismo, si affida soprattutto alla recitazione di attori davvero bravi, su tutti l’anziana domestica interpretata da Yoon Yeo-jeong, che con sguardi e gesti avvolge lo spettatore e conosce ogni cosa che avviene sotto il tetto di quella gabbia dorata. Oltre ai toni drammatici, sottaciuti sotto una apparente perfezione dei corpi che si muovono nello spazio, il film si rivela un thriller che parte dalle dinamiche di dominio tra padrone e lavoratore e sfocia poi nella violenta ed efferata ‘conservazione della specie’ ad opera delle bellissime e malefiche donne di casa, che si vedono minacciate dalla sprovveduta protagonista interpretata da Jeon Do-youn.

Nella prima parte di The Housemaid si cogli un vago tentativo, da parte del regista, di provare a destabilizzare, inquietare lo spettatore che tuttavia, di fronte all’ultima scena, che dovrebbe forse essere quella maggiormente d’effetto, resta più che altro perplesso e forse confuso dalla volontà di dire troppe cose, nel corso di un film che, se fosse durato anche 20 minuti di meno, non avrebbe tolto nulla alla storia. Soprattutto considerando che il tentativo di realizzare un approfondito ritratto psicologico di questa persona comune in una situazione straordinaria non ha nessun effetto se non quello di annoiare.

Box Office USA del 18 aprile 2011

Box Office USA del 18 aprile 2011

Ha temporeggiato il giusto, lasciando il tempo ad Hop di essere visto dal suo stesso pubblico di riferimento e quindi è uscito. Stiamo parlando di Rio, di produzione 20th century fox, che, nelle sale da questa settimana, balza al primo posto dei film piú visti negli Stati Uniti con un incasso di 40 milioni di dollari.

La storia del pappagallo innamorato supera quindi la storia del coniglio pasquale, di produzione Universal e Illumination entertainment, gli stessi che realizzarono il buon Cattivissimo me, che troviamo in terza posizione, con comunque un incasso totale di 82 milioni di dollari. Tra i due contendenti si mette un film in carne, ossa e, decisamente, sangue: Scream 4 di Wes Craven, in cui il regista ritorna laddove la storia ebbe inizio, richiamando il cast originale per l’occasione. Il film incassa 19 milioni di dollari. In quarta posizione resiste Soul surfer, la storia sul coraggio di una ragazza che torna alla sua passione per le onde dopo aver perso un braccio a causa dell’attacco di uno squalo; segue la spy story Hanna, che narra le vicende di una mercenaria di 16 anni e dell’agente che è sulle sue tracce.

Russell Brand è presente due volte in questa classifica, in terza posizione solo con la sua voce, prestata al coniglio E.B. protagonista di Hop, e in sesta posizione anche con il resto della sua persona, che veste peró i panni che furono di Dudley Moore in un celebra film anni 80: Arthur incassa quasi 7 milioni di dollari per un totale di 22.

La settima posizione è occupata da un horror thriller uscito con un anno di ritardo rispetto al suo completamento, ma che sembra avere la sua fetta di pubblico, visto che è in classifica da quattro settimane; Insidious, nella cui produzione figura Oren Peli, regista di Paranormal activity, incassa altri 8 milioni di dollari questa settimana raggiungendo un totale di 36 milioni, coprendo perfettamente le spese di produzione, che, come riporta imdb.com, ammontano a solo 1,5 milioni di dollari.

Ha raggiunto la quota spese di produzione anche Source code di Duncan Jones, che troviamo all’ottavo posto della classifica del box office USA, raggiunge infatti con questa settimana i 37 milioni di incasso, a fronte di un costo di produzione di 32 milioni. The conspirator, nuovo film di Robert Redford regista, esordisce al nono posto, con quasi 4 milioni di dollari di incasso. La storia del presidente che abolí la schiavitú, Abraham Lincoln, è apparentemente una tematica calda, visto che anche Spielberg ha annunciato di essere in preproduzione di un film con lo stesso soggetto. A chiudere la classifica ci pensa Your highness, nuova produzione con James Franco in un ruolo comico, anch’esso con un  incasso di quasi 4 milioni di dollari.

La prossima settimana si aspettano le uscite di: Water for elephants con Robert Pattinson nel ruolo di un veterinario che per dimenticare il passato si unisce a un circo, Madea’s big happy family, una commedia en travesti per Tyler Perry e The greatest movie ever sold, nuova prova di Morgan Spurlock, che ricordiamo per essersi offerto come cavia di cibo da fast food e avercene mostrato gli effetti in Supersize me, che ora realizza un documentario sul product placement e le sponsorizzazioni che rendono possibili molte produzioni cinematografiche, tra cui proprio questo documentario.

Thor: recensione del film con Chris Hemsworth

Thor: recensione del film con Chris Hemsworth

C’era un’attesa “colossale” per l’arrivo della divinità mitologica norrena Thor, nonché uno dei personaggi Marvel più amati dal pubblico dei fumetti. E in genere troppo attesa finisce per creare un’aspettativa troppo alta per un film, il che potrebbe pregiudicare in qualche maniere il giudizio finale sull’opera. Alla regia un premio Oscar, nel cast due premi Oscar, un esordiente e un appassionato delle tavole dei palcoscenici inglesi. Kenneth Branagh è stato chiamato a cercare di realizzare un miracolo: ci sarà riuscito?

La storia raccontata è quella del potente Thor, un guerriero arrogante proveniente da un altro mondo, non solo, ma proprio erede al trono di quel mondo, Asgard, le cui azioni sprovvedute hanno appena riacceso un antico conflitto. Per punizione viene mandato sulla Terra e costretto a vivere tra gli umani. Qui, Thor imparerà ciò che serve per essere un vero eroe. Ma il più temibile tra i cattivi del suo mondo sta per inviare le forze più oscure di Asgard per invadere la Terra. Ora soltanto Thor con i suoi superpoteri e il suo mitico martello potranno salvare il genere umano.

Thor,  prima avventura del Dio del Tuono targata Marvel

Vedendo il film, sin dalle prime battute si percepisce con facilità che tutta la storia è trattata con  una tratto distintivo simile ad un certo cinema epico. Tuttavia la cosa che più stupisce e al tempo stesso addolora, è che la sensazione post visione è quella di una epicità inespressa. È come se questo tratto tergiversasse per tutto la durata della pellicola, rimandando troppo spesso il suo potenziale per poi definitivamente nascondersi dietro a una più semplice narrazione funzionale e servizievole.

E questo è certamente uno dei difetti maggiori del film, che sin dal prologo promette senza poi mantenere le premesse epiche di una storia fatta di divinità e mortali che si uniscono per il bene comune. Il grande Kenneth Branagh, alla regia, in questo caso, non riesce nell’arduo compito di dare grandezza ad una pellicola che ancora una volta conferma l’inadeguatezza produttiva di uno studio come la Marvel che con testardaggine e orecchie da mercante continua a voler produrre in prima persona film tratti dal suo enorme bagaglio fumettistico.

Thor film recensione 2011I tonfi produttivi in questo film sono parecchi. In primis la scelta di adottare un 3D che non aggiunge il ben che minimo potenziale al film, ma al contrario pregiudica una visione completa delle splendide scenografie del mondo di Asgard e la miriade di colori che esso sprigiona. In questo caso il 3D serve soltanto a rendere le immagini meno epiche e più asettiche. Ennesima prova di un espediente puramente economico lontano un miglio dall’idea spettacolare che coltivano gente come James Cameron e George Lucas.

In seconda battuta, si percepisce un limite immaginifico da parte dei produttori che forse non portano il giusto supporto al film e al regista, dando anch’essi un contributo creativo all’opera. La storia ci ha insegnato che non basta un buon regista e un buon cast per fare un film epico e indimenticabile. Personalità del calibro di George Lucas, lo stesso Spielberg, da produttori hanno apportato un enorme contributo sia dal punto di vista creativo che funzionale alle opere di altri registi. Senza contare che i recenti “insuccessi” di Iron Man 2 (ben al di sotto delle aspettative del primo capitolo) e dell’Hulk di Edward Norton hanno di certo rappresentato un avvertimento.

Tuttavia il film non è solo pieno di difetti ma è anche ricco di molto pregi. Se abbiamo già parlato delle splendide scenografie. Una parola va spesa senza dubbio anche per i costumi che sono molto particolari, sintomo di un attenta e minuziosa costruzione sartoriale. Il reparto artistico dei Marvel Studios si conferma una realtà in ascesa, in cui i budget cominciano a lievitare e che con un occhio ai fumetti e l’altro allo schermo cerca di realizzare i migliori prodotti possibili per questa avventura tutta nuova che sta invadendo, come un vero e proprio sogno che si realizza per milioni di lettori di fumetto, gli schermi di tutto il mondo.

Altra nota positiva è certamente il cast della pellicola che riesce comunque ad aggiungere spessore al film, impreziosita dalla presenza imponente di Sir Anthony Hopkins nei panni di Odino, padre di Thor, e di Natalie Portman in quelli della bella e affascinante scienziata. Non male anche l’esordiente Chris Hemsworth che, se dalle prime immagini rilasciate del film ha dato l’impressione di essere un Ken (quello di Barbie) senza foulard, spiazza tutti con una interpretazione sufficientemente all’altezza del resto del cast, quasi perfetto per il ruolo di Thor. Niente male davvero per un giovane attore australiano alla sua prima prova importante da protagonista.

Arricchisce senza dubbio il film anche la presenza del bravo Stellan Skarsgård, famoso per il suo efficace contributo in seconda linea. Per chiudere la carrellata dei protagonisti, non si può non citare Tom Hiddleston, attore inglese molto amato dal teatro di casa sua e che non a caso è stato scelto in un ruolo di villain calato in un contesto profondamente shakespeariano, come la colpa, il castigo e i legami familiari. È sua l’interpretazione dell’infido Loki, dio degli Inganni, personaggio che ha riscosso un successo travolgente trai fan e che vedremo sicuramente molto spesso nel prossimo futuro del nascente Marvel Cinematic Universe. Completano il cast Idris Elba nei panni del misterioso e potente Heimdall, Ray Stevenson, Tadanobu Asano, Joshua Dallas nei panni dei Tre Guerrieri di Asgard, Jaimie Alexander che invece interpreta Lady Sif, Kat Dennings nel ruolo della buffa assistente di Jane Foster, e infine Rene Russo, che interpreta Frigga, la madre di Thor.

Forse una più approfondita caratterizzazione dei personaggi avrebbe di certo aiutato anche loro a rendere epica una storia come questa. Thor è sicuramente un primo tentativo, un film che invece di permettere ai filmmaker di mettere in scena una rock star come Tony Stark, ha dovuto cercare un linguaggio che potesse da una parte mantenere le caratteristiche epiche e regali dei personaggi dei fumetti e dall’altra riscrivere tutto in maniera che potesse essere raccontata una storia appetibile per il grande pubblico, con un linguaggio sufficientemente comprensibile a tutti.

Ecco il titolo del film romano di Woody Allen!

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Nell’intervista del Journal du Dimanchel Woody Allen ha rivelato alcun particolari del film che girerà a roma. Il film si intitolerà The Wrong Picture. E non è tutto…

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