Ryan Murphy: 10 cose che non sai sul creatore di serie di successo

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Ryan Murphy è uno dei creatori televisivi più influenti degli ultimi vent’anni. Regista, sceneggiatore e produttore, ha firmato alcune delle serie tv più iconiche degli ultimi decenni, diventando un vero marchio di fabbrica della TV americana. Con il suo stile unico, che mescola generi, estetica e tematiche sociali, ha ridefinito il concetto di serie “antologica”, aprendo la strada a format come American Horror Story, Feud e American Crime Story.

Oltre alle serie tv, Ryan Murphy ha curato anche diversi film per cinema e streaming e ha stretto uno dei contratti più importanti di sempre con Netflix, producendo contenuti originali che hanno conquistato milioni di spettatori in tutto il mondo. Tra i suoi progetti recenti spiccano American Love Story e la miniserie dedicata ai Kennedy, che confermano la sua capacità di trasformare la cronaca e la storia americana in televisione d’autore.

1. Ryan Murphy e i film

Oltre alle serie tv, Murphy ha diretto lungometraggi di successo. Correndo con le forbici in mano (2006) mostra già la sua inclinazione per le storie marginali e autobiografiche; Mangia prega ama (2010) con Julia Roberts è invece un viaggio interiore e commerciale di enorme risonanza; The Normal Heart (2014), adattamento dell’opera teatrale di Larry Kramer, gli ha valso l’Emmy per l’intensità con cui racconta la crisi dell’AIDS. Negli anni successivi ha prodotto e diretto film per Netflix come The Prom (2020), musical inclusivo con Meryl Streep e Nicole Kidman, e ha supervisionato l’adattamento di Mr. Harrigan’s Phone (2022) da Stephen King. Il cinema, per Murphy, è uno spazio parallelo in cui sperimentare temi e linguaggi che poi rielabora nelle serie.

2. Ryan Murphy e le serie tv

Il cuore della sua carriera resta però la televisione. Parte con Popular (1999-2001), teen drama satirico, poi esplode con Nip/Tuck (2003-2010), serie che usa la chirurgia plastica per riflettere su identità e desiderio. Con Glee (2009-2015) reinventa il musical televisivo, portando in prima serata numeri cantati e ballati e normalizzando la rappresentazione LGBTQ+. Con American Horror Story (dal 2011) crea l’universo horror antologico che cambia trama e personaggi ogni stagione, diventando fenomeno di culto. Con American Crime Story (dal 2016) eleva il true crime a dramma d’autore, analizzando casi come O.J. Simpson, l’omicidio di Gianni Versace e lo scandalo Clinton-Lewinsky. Con Feud (dal 2017) indaga rivalità celebri e meccanismi del potere culturale. Negli ultimi anni, Murphy ha continuato a pubblicare produzioni nuove e diversificate: la serie horror-drama Grotesquerie (2024) su FX, il medical drama Doctor Odyssey (2024-2025), e soprattutto Monster (Netflix), l’antologia true crime che arriva alla sua terza stagione a ottobre 2025 con The Ed Gein Story, preceduta da The Jeffrey Dahmer Story e The Lyle and Erik Menendez Story.

3. American Love Story

Il nuovo progetto American Love Story nasce come spin-off concettuale di American Crime Story. Non più grandi crimini, ma grandi storie d’amore che hanno segnato l’opinione pubblica americana. Con lo stesso approccio antologico e cast di prestigio, Murphy promette di esplorare relazioni emblematiche con il suo stile fatto di glamour, dramma e sguardo critico sulla società.

4. Ryan Murphy e i Kennedy

Parallelamente, Murphy sta sviluppando una miniserie dedicata ai Kennedy, la famiglia più iconica della politica statunitense. Dopo aver raccontato scandali e processi che hanno plasmato la storia recente, il suo sguardo si sposta su una dinastia politica, promettendo rivelazioni e un racconto corale che unisce storia, mito e retroscena.

5. Il contratto record con Netflix

Nel 2018 Murphy firma un accordo da 300 milioni di dollari con Netflix, uno dei più alti mai stipulati con un autore televisivo. Da questo contratto nascono The Politician, Hollywood, Ratched, Halston e The Watcher, serie diversissime tra loro ma accomunate da cura visiva e attenzione ai temi sociali. Con questa partnership Murphy ha potuto sperimentare senza vincoli di network, diventando un punto fermo anche dello streaming.

6. La rivoluzione del musical televisivo

Con Glee (2009-2015) Murphy non solo ha riportato i musical in TV, ma ha aperto spazi a nuovi talenti, discusso temi sociali attraverso le canzoni e vinto premi prestigiosi. Un fenomeno pop che ha influenzato format e talent show successivi.

7. L’universo di American Horror Story

Con American Horror Story ha creato un marchio horror riconoscibile. Ogni stagione ha un tema diverso – case stregate, manicomi, streghe, freak show – ma unisce cast ricorrenti, atmosfere disturbanti e commento sociale. Un format che ha dato origine a spin-off e ha reso l’horror antologico un genere mainstream.

8. American Crime Story

Dopo il successo dell’horror, Murphy ha scelto di raccontare la realtà. Ogni stagione di American Crime Story è un caso di cronaca che ha scosso l’America: il processo O.J. Simpson, l’omicidio Versace, l’impeachment di Clinton. La serie ha vinto Emmy e Golden Globe, trasformando i processi mediatici in tragedie contemporanee.

9. L’impegno per la rappresentazione

Murphy ha usato il suo potere per aprire porte. Con il “Half Initiative” garantisce che metà degli episodi delle sue serie siano diretti da donne, persone di colore o appartenenti a minoranze, ampliando davvero la diversità dietro la macchina da presa e non solo davanti.

10. Ryan Murphy oggi

Oggi Ryan Murphy è uno dei produttori più prolifici e potenti del mondo dell’intrattenimento. Con progetti simultanei su Netflix, FX e altri network, continua a trasformare cronaca, storia e fantasia in narrazioni di successo. I nuovi titoli come American Love Story e la miniserie sui Kennedy confermano che il suo universo creativo è ancora in espansione.

Redazione
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