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Barbie, qual è la storia della bambola Allan presente nel film?

Allan è uno dei personaggi del film di Greta Gerwig ed è uno dei cittadini di Barbieland. Ma qual è la sua storia e perché ce n'è solo uno?

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La bellezza del nuovo film di Greta Gerwig, Barbie, che sta rallegrando il botteghino italiano in questo florido periodo estivo, non proviene solo dalla storia che si porta sulle spalle o dall’impeccabile scenografia colorata, ma anche dalla ricchezza dei personaggi, ognuno con le sue particolarità e specialità. Il parterre di star schierate dalla regista è davvero incredibile, basti pensare alla presenza di Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Simu Liu e Kate McKinnon per potersi fare un’idea. Loro, però, portano in scena le varie versioni di Barbie e Ken, oppure sono esseri umani, mentre c’è un personaggio, o meglio una bambola, che è unico nel suo genere ed è quello più amato da tutti: Allan, interpretato dal bravissimo Michael Cera. In Barbie, Helen Mirren (narratore del film), spiega subito che a Barbieland esiste solo un Allan, e questo suscita molta curiosità da parte del pubblico, il quale si è chiesto più volte quale fosse la sua storia e perché ce ne fosse soltanto uno.

Allan: la storia della bambola

Barbie Allan

La storia di Allan non è lunga e duratura come quella di molti Ken o, ancor di più, come quella della maggior parte delle Barbie. Nonostante sia piuttosto breve, ciò non toglie che sia interessante e curiosa e, come il resto delle altre bambole, merita di essere raccontata e considerata. Allan è stato creato nel 1964, ed aveva un unico compito: essere il migliore amico di Ken. Messo in produzione con la sua iconica maglia a righe colorata (come si vede anche nel film), Allan non è mai stato apprezzato come si sperava. Il motivo è molto semplice e risiede nel tipo di relazione amorosa che molti hanno insinuato avesse con Ken, tanto da infastidire qualcuno a causa del quale la bambola fu eliminata qualche anno più tardi. Per fortuna, però, non fu questa la sua fine definitiva, in quanto venne rimesso in produzione negli anni Novanta. Alla sua re-introduzione è seguito però un cambio anche di storia: Allan era infatti non più etichettato come il migliore amico di Ken, ma era il marito di Midge, la Barbie Incinta. La coppia venne venduta in una collezione “Happy Family”, fino a quando Midge non fu tolta di produzione a causa proprio del suo essere in dolce attesa. Con lei, perciò, venne messo da parte anche Allan anche se, secondo ET, la bambola ha fatto poi parte del set speciale per il 50° anniversario del 2014.

Perché a Barbieland c’è solo un Allan?

Barbie Michael Cera

Guardando Barbie, tutti si sono accorti del fatto che a differenza dei tanti tipi di Barbie e Ken, di Allan invece ce ne è solo uno. Affezionarsi a questo personaggio non è stato affatto difficile: Allan, la cui interpretazione di Michael Cera è quanto più azzeccata e riuscita, è un ometto che sta sempre nel mezzo e non si schiera da nessuna parte. Lui vuole soltanto fare parte di qualcosa, essere l’amico di qualcuno. Allan è buffo e comico, ma al tempo stesso molto dolce, ed è proprio questo a renderlo un personaggio unico, degno di attenzione. Nel film di Greta Gerwig, Allan è rappresentato prendendo in considerazione ciò che accadde alla bambola nel mondo reale. Ha poche battute e altrettanti pochi sono i momenti in cui si vede in scena, ma quando compare Michael Cera dà davvero il meglio di sé. Allan è infatti inserito in tutti i momenti migliori: quando Greta e Gloria stanno tornando nel mondo reale dopo l’invasione dei Ken, lui salta sulla Corvette C1 di Barbie per poter andare via. Al loro ritorno a Barbieland, lui aiuta le Barbie a impossessarsi nuovamente del regno magico, attuando il piano messo a punto nella casa di Barbie Stramba. Insomma, Allan c’è. Semplicemente sta lì. È presente pur non avendo nessuno scopo preciso, ma essendo solo il buffo ometto dal grande fascino. Se tutti amano Allan ci sarà sicuramente un motivo, no?

Valeria Maiolino
Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.

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