Mea Culpa: spiegazione del finale e significato del film di Tyler Perry

Diretto e sceneggiato da Perry, il legal thriller di Netflix propone plot twist e un atto conclusivo sorprendente.

Tyler Perry torna dietro la macchina da presa – dopo a Jazzman’s Blue – per Mea Culpa, legal thriller di produzione Netflix che ruota attorno alla storia di un avvocato difensore di Chicago, Mea Harper, e il suo assistito Zyair Malloy, un famoso artista accusato di aver ucciso la fidanzata. Perry, qui in veste sia di regista che di sceneggiatore, riesce a disseminare una serie di false piste che ingannano il pubblico, fino ad arrivare al plot twist finale in cui emergono segreti sorprendenti. Ma qual è il messaggio intimo del film? Cerchiamo di capirlo insieme con la spiegazione del finale.

2Il depistaggio

Mea Culpa Trevante Rhoades

 

Come ogni thriller che si rispetti, anche Mea Culpa cerca di depistare il pubblico, e lo fa con la crisi coniugale di Mea e Kal, e il rapporto conflittuale tra lei e la suocera che si vede nei primi minuti del film. Nel mostrare l’odio incontrollato di Azalia nei confronti della nuora e le implicazioni del fatto che Kal abbia una relazione con un’altra donna, Mea Culpa prepara il pubblico a comprendere l’infelicità di Mea nel suo matrimonio. Un aspetto che si ribadisce ancor di più quando Zyair viene introdotto per la prima volta nella storia, presentandosi come un uomo spavaldo ed estremamente sicuro di sé, tutti elementi che invece non ha Kal e che contribuiscono in modo significativo all’infelicità di Mea e al declino del matrimonio della coppia.

Ecco perché quando la donna incontra l’artista si sente subito attratta sia sul fronte estetico che caratteriale, seppur cerchi di negarlo a tutti i costi. Quando Mea riceve un messaggio da Jimmy che ha visto Kal entrare in una stanza d’albergo con una donna misteriosa, Mea lo usa come sia come prova per confermare i suoi sospetti sul marito, sia come scusante per sentirsi più “libera” di avere una relazione con Zyair. Attraverso il rapporto con quest’ultimo, l’avvocatessa riesce anche a scovare dettagli sempre più intimi su di lui, che se da una parte lo continuano a dipingere come una persona negativa, dall’altra fanno luce su indizi che alla fine dimostrano la sua innocenza ancor prima del finale.

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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.