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Netflix: 10 titoli claustrofobici per combattere la reclusione

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Netflix: 10 titoli claustrofobici per combattere la reclusione

Forse è un genere che non metterà d’accordo tutti, ma è innegabile quanto i film horror forniscano – almeno a chi è in grado di apprezzarli – una sensazione di catarsi. Si tratta di un genere che concede allo spettatore la possibilità di esplorare e di confrontarsi con le sue paure e le sue ansie più profonde, nonostante troppo spesso goda di una “cattiva reputazione”.

Di seguito abbiamo pensato di raccogliere 10 film claustrofobici (perché magari basati sul tema dell’isolamento o perché ambientati all’interno di una singola location) che sono tranquillamente reperibili su Netflix e che, forse, potrebbero aiutarvi a trascorrere meglio queste giornate di reclusione forzata. Dopotutto, quale momento migliore per lasciarsi andare ad un buon film horror e magari riflettere con più attenzione e con i dovuti pesi e misure su quanto stiamo vivendo?

Il gioco di Gerald

Diretto da Mike Flanagan (regista del più recente Doctor Sleep), Il gioco di Gerald è forse uno dei suoi lavori più sottovalutati. Basato sull’omonimo romanzo del maestro del brivido Stephen King, il film segue la sfortunata Jessie Burlingame che, a causa di un gioco erotico finito male, si ritrova ammanettata ad un letto senza alcuna possibilità di fuga. Sorretto da momenti visivamente suggestivi e da una sceneggiatura a dir poco perfetta, Il gioco di Gerald è una delle rappresentazioni più intime dell’orrore e delle sue conseguenze, soprattutto a livello psicologico. Intrecciando momenti tensivi ad altri particolarmente inquietanti, è un film che vi resterà “addosso” anche dopo la fine della sua visione. 

Sono la bella creatura che vive in questa casa

Forse uno degli horror presenti su Netflix che ha destato maggiori discussioni tra gli utenti: al di là di ogni personalissimo (e legittimo) giudizio, Sono la bella creatura che vive in questa casa è uno dei film a tema più interessanti disponibili al momento sulla piattaforma. Scritto e diretto dal nuovo talento dell’horror Osgood Perkins (figlio del più celebre Anthony), il film sfrutta la collaudata formula della casa stregata per costruire un racconto atipico e disturbante. Prendendosi i suoi tempi, costruendo la tensione in maniera lenta e graduale, e senza mai scadere nei cliché più abusati, Sono la bella creatura che vive in questa casa è sostanzialmente un crescendo di inquietudine. Un film destinato sicuramente a dividere, ma senza alcun dubbio adatto a chi è in cerca di una grande storia di fantasmi che richiama alcuni grandi classici del passato.

Il buco

Si tratta di un’aggiunta abbastanza recente al catalogo Netflix, tanto bizzarra quanto inquietante. Il buco è un horror spagnolo ambientato in un mondo distopico in cui i cittadini – divisi per classe – sono intrappolati in un grattacielo claustrofobico: il cibo viene consegnato ai residenti da una piattaforma discendente che dai piani superiori arriva fino a quelli inferiori; naturalmente, a mano a mano che si procede dall’alto verso il basso, la piattaforma contiene soltanto avanzi. I piani vengono rimescolati in base al comportamento e alla conformità dei cittadini, facendo così de Il buco una riflessione amara e non poco contorta sulla società, sulla lotta di classe e sulla politica, con richiami all’orrore orwelliano descritto nei romanzi del celebre scrittore. 

Nell’erba alta

Quando Becky, incinta, e il suo amorevole fratello Cal compiono un viaggio in auto attraverso la campagna per raggiungere la casa della zia, vengono improvvisamente distratti dal suono di un giovane ragazzo in difficoltà nascosto tra l’erba di un campo vicino, che richiama la loro attenzione. Spinti ad indagare, i fratelli si addentrano nel campo e vengono ben presto trascinati in un inevitabile incubo tra veglia e sogno e perseguitati da una misteriosa entità soprannaturale. Nonostante sia ambientato in un grande spazio aperto, Nell’erba alta riesce comunque a restituire allo spettatore quella schiacciante sensazione di claustrofobia. Basato sull’omonimo racconto scritto da Stephen King e da suo figlio Joe Hill, si tratta di un adattamento abbastanza fedele della storia originale

Outfall

Un uomo rapisce la proprietaria di un negozio di fiori e la rinchiude in una piccola stanza insonorizzata all’interno del suo appartamento nel tentativo di estorcerle un segreto sul suo passato. Interpretato da Kelly Reilly e Luke Evans (nelle inediti vesti di un apparente psicopatico), Outfall – conosciuto anche col titolo 10×10 – è un discreto thriller claustrofobico ambientato quasi interamente all’interno di una stanza di reclusione, con soltanto due personaggi. Un gioco delle parti che sembra chiaro fin dall’inizio ma che, a mano a mano, svelerà sembra più verità e colpi di scena inaspettati.

Panic Room

Ovviamente, non potevamo fare riferimento ad almeno un grande classico del genere. Panic Room, diretto da David Fincher nel 2002, è uno dei thriller claustrofobici più riusciti della storia del cinema contemporaneo. Una donna (Jodie Foster) e sua figlia (una giovanissima Kristen Stewart) si ritrovano a giocare al gatto e al topo con tre rapinatori (uno dei quali interpretato da Jared Leto) nella loro casa di New York City, nascondendosi in una camera blindata. Cos’altro aggiungere? Un grande classico da scoprire e riscoprire ancora…

Creep

Scritto, prodotto e interpretato dal prolifico attore, sceneggiatore e regista Mark Duplass, Creep è stata una piacevole sorpresa per molti fan dell’horror quando uscì nel 2014. Grazie alla sua trama contorta e al suo umorismo cupo, il film è riuscito a respirando nuova linfa vitale al sottogenere del found-footage, senza dimenticare l’affascinante performance dello stesso Duplass che ha contribuito a rendere il film un vero e proprio cult tra la cerchi di appassionati. Il film segue le vicende di un videografo al verde che accetta un lavoro in una cittadina sperduta tra le montagne per scoprire soltanto in seguito che il suo cliente ha in mente un piano decisamente inquietante. Sempre su Netflix è presente anche il sequel, Creep 2, uscito nle 2017. Un terzo capitolo è attualmente in fase di produzione.

Il rituale

Quattro amici legati da una lunga ma difficoltosa amicizia, fanno un viaggio nella selvaggia natura svedese, dalla quale potrebbero non fare più ritorno. Al pari di Nell’erba alta, anche Il rituale, pur non svolgendosi all’interno di spazi molti ampi, è in grado di instillare nello spettatore inquietudine ed angoscia per tutta la sua durata. Il capanno abbandonato in cui si svolge la prima parte dell’azione, mescolato alle ambientazioni naturali e selvagge (piene di pericoli la cui origine è criptica e devastante) dove si sviluppa il resto della storia e all’incertezza del destino dei protagonisti, contribuiscono a genere un autentico senso di claustrofobia.

Hush – Il terrore del silenzio

Se siete alla ricerca di un home invasion davvero fatto bene, allora Hush – Il terrore del silenzio del 2016, del già citato Mike Flanagan, è il thriller che fa al caso vostro. Il film segue la storia di una scrittrice sorda che ha scelto di vivere in solitudine tra i boschi ma che una notte è costretta a lottare per sopravvivere quando un misterioso killer mascherato irrompe nella sua abitazione. Incredibilmente teso e pieno zeppo di jumpscare davvero ben congeniati, Hush – Il terrore del silenzio si distingue come thriller/horror davvero intelligente: la disabilità uditiva della protagonista Maddie, infatti, è il punto cruciale da cui derivano tutte le paure affrontate nel film. Un home invasion raccontato attraverso una nuova prospettiva, forse non originalissimo ma sicuramente degno di nota. 

Madre!

Chiudiamo con uno dei film più controversi degli ultimi anni, Madre! di Darren Aronofsky con Jennifer Lawrence. Destinato a far parlare di sé ancora negli anni a venire (come, del resto, fanno i veri grandi film!), il film racconta della vita privata di un poeta e di quella di sua moglie che va lentamente in pezzi quando una serie di ospiti sconosciuti – a turno – cominciano a fare loro visita e ad invadere la loro casa tranquilla e isolata. Un’opera controversa, disturbante e profondamente inquietante, ricca di riferimenti biblici e filosofici. Un viaggio allucinante e allucinato dal quale farsi travolgere dall’inizio alla fine.