Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice (qui la recensione) conclude una parte della storia proposta da Zack Snyder, ma se pure i protagonisti hanno vinto una battaglia, la guerra non è ancora finita. Questo secondo capitolo – che si apre poco dopo il finale di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco – è incentrato sulla preparazione allo scontro tra i ribelli guidati da Kora (Sofia Boutella) e le truppe del risorto ammiraglio Noble e sullo scontro effettivo su Veldt. Se dunque la prima ora è essenzialmente più statica e contemplativa, la seconda è invece un tripudio di scontri e combattimenti in puro stile Zack Snyder. C’è dunque tempo sia per approfondire il passato dei protagonisti che per gettare le basi per i futuri film di questa saga.
I ribelli rivelano i loro tragici retroscena
Uno dei problemi di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco è che la sezione del reclutamento si muove così velocemente che i guerrieri assunti da Kora hanno a malapena il tempo di svilupparsi. Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice dà più respiro alla storia, mostrando i nuovi arrivati che abbracciano la vita nel villaggio mentre si preparano alla battaglia che li attende. Verso la meta del film, poi, Titus (Djimon Hounsou) insiste perché si parlino del loro passato prima di combattere insieme.
Titus rivela di aver guidato i suoi uomini alla ribellione contro l’Imperium, dopo aver messo in discussione i loro tentativi di reprimere una ribellione sul pianeta Sarawu. Titus fu poi costretto ad arrendersi, ma nonostante avesse cercato di salvare i suoi uomini, questi furono tutti giustiziati dall’Imperium come punizione. Titus rimane ossessionato da questo evento, che lo spinge a combattere per il Veldt, anche se sembra essere una causa persa.
Tarak (Staz Nair) rivela invece di essere stato un principe del suo mondo natale. Suo padre fu ucciso dall’Imperium per aver osato chiedere di scendere a patti con loro. Ne seguì l’invasione del pianeta di Tarak, che causo anche la morte di sua madre, mentre lui fu costretto all’esilio per preservare la linea di sangue reale. Tarak si sente in colpa per l’accaduto e sostiene di essere stato privato della possibilità di difendere il suo pianeta. Difendendo il Veldt, intende rimediare a questa situazione.
Il piccolo e pacifico villaggio di pescatori di Nemesis (Doona Bae) è invece stato spazzato via dalle forze dell’Imperium anni prima e tutta la sua famiglia è stata uccisa. Si è quindi tagliata le braccia e le ha sostituite con i guanti del suo antenato, la cui “sete di sangue” fa sì che le sue spade si arroventino. Da allora, vive per la vendetta, ma nel difendere Veldt, trova qualcosa per cui vale la pena combattere di nuovo.
Millius (Elise Duffy) ricorda invece come il suo mondo agricolo sia stato conquistato dall’Imperium, costringendo il pianeta a lavorare come schiavi. È qui che ha incontrato per la prima volta Bloodaxe (Ray Fisher), che con i suoi ribelli ha liberato il suo popolo. Questa scena spiega ulteriormente perché Millius era così devoto a Bloodaxe, mentre la lotta di Veldt ricorda loro cosa è successo al loro pianeta.
Perché Kora sembra volersi arrende al nemico?
Rebel Moon prende spunto da film come I magnifici sette, dove parte del divertimento consiste nel vedere gli eroi pianificare l’inevitabile resa dei conti. Kora e gli altri sono più che disposti a morire combattendo l’invasione, anche se nel finale Kora ha un momento di debolezza. L’Imperium non può sparare sul villaggio senza distruggere il cibo per il quale sono venuti, così Noble le propone un accordo: se Kora si arrende e consegna il cibo, Noble e le sue forze se ne andranno senza spargimento di sangue.
Questo mette alla prova la determinazione di Kora, che ha accettato Veldt come sua casa. Kora ora ha una famiglia e delle persone per cui vale la pena morire, quindi accetta l’accordo di Noble e si arrende. Gunnar (Michiel Huisman), però, sa che non ci si può fidare dell’Ammiraglio, quindi toglie la situazione dalle mani di Kora. Spara alla campana del villaggio, dando vita alla lunga sequenza d’azione finale di Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice. Naturalmente, se Kora si fosse semplicemente arresa, Noble probabilmente avrebbe comunque raso al suolo il pianeta.
Jimmy salva la situazione durante la battaglia finale di Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice
JC-1435 (alias “Jimmy”) è un androide da combattimento creato per salvare la famiglia reale. Quando il Re è stato ucciso, Jimmy è rimasto senza uno scopo, ma in Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco ha aiutato a sopraffare gli uomini dell’Imperium rimasti sul Veldt quando sono diventati violenti. L’aver tolto una vita pesa molto sull’androide, così Jimmy si isola per tutta la durata di Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice , nonostante veda gli abitanti del villaggio prepararsi alla battaglia. Parla anche con Kora dell’imminente resa dei conti, ma sembra non volerne far parte.
Durante il finale della seconda parte, i ribelli sono sul punto di perdere quando l’Imperium invia un carro armato. Quando tutto sembra perduto, Jimmy appare all’improvviso e usa le sue superiori capacità di combattimento per uccidere decine di soldati prima di disattivare il carro armato. In questo momento, Jimmy riacquista il senso di autostima e decide che può ancora essere utile, nonostante ciò che la sua programmazione originaria potrebbe affermare.
Kora uccide l’Ammiraglio Noble di Ed Skrein
Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice ha dimostrato che la sconfitta di Kora contro Noble nel primo episodio le ha solo fatto guadagnare tempo. Pur essendo riuscita a uccidere l’Ammiraglio, il suo corpo è stato recuperato dall’Imperium e resuscitato. Noble torna quindi su Veldt in cerca di vendetta, conservando la cicatrice che Kora gli ha fatto, onorato di essere stato marchiato dalla “Sfregiatrice”. Sfortunatamente, Noble non ha imparato alcuna lezione dal suo primo incontro con Kora.
La sua arroganza e la sua convinzione della superiorità dell’Imperium portano alla sconfitta delle sue forze e alla sua seconda – e definitiva – morte. Dopo un prolungato combattimento con la spada nel Dreadnought in via di distruzione, Kora intrappola il cattivo usando una porta prima di decapitarlo. Questo avviene fuori dallo schermo, per mantenere intatto il PG-13 (ma potremmo vedere qualcosa in più nella director’s cut). Noble può essere sopravvissuto a Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, ma la sua decapitazione in questo film suggerisce che questa volta la sua fine è un po’ più definitiva.
Nemesis e Gunnar muoiono nel finale di Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice
Nei film basati sulle missioni suicide, come I Sette Samurai o Quella sporca dozzina, è tradizione che la maggior parte del cast perisca nel finale. Il finale di Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice è una rinfrescante sovversione a questa tradizione, perché mentre le cose sembrano andare sempre peggio durante la battaglia finale, la maggior parte del cast di Rebel Moon sopravvive. Purtroppo, la spadaccina Nemesis e Gunnar, l’amante di Kora, sono i due personaggi principali che muoiono nel finale, sacrificandosi per salvare gli altri.
Nel caso di Nemesis, stava difendendo un gruppo di abitanti del villaggio mentre respingeva un’ondata di spadaccini dell’Imperium. Nonostante abbia opposto una strenua difesa, Nemesis viene sopraffatta da un soldato che le sferra un colpo mortale durante il combattimento. Un ragazzino, con cui Nemesis ha fatto amicizia sul Veldt, la conforta durante il suo abbandonare la vita e la guerriera trova un po’ di pace dopo i molti anni passati a cercare vendetta contro l’Imperium. Questo ragazzo ricorda a Nemesis anche i suoi figli, uccisi durante un attacco dell’Imperium in un villaggio non dissimile da Veldt.
Gunnar, invece, definito “il cuore” di Veldt dagli abitanti del villaggio, non si risparmia nel cercare di aiutare Kora a portare a termine la sua missione. Si recherà con lei sulla Dreadnought, ma qui viene ferito a morte durante uno scontro a fuoco con Noble. Gunnar sopravvive giusto il tempo di dire a Kora che la ama e di vedere la flotta di resistenza di Devra Bloodaxe (Cleopatra Coleman) arrivare in tempo per aiutare il villaggio. Il suo corpo viene poi cremato insieme a Nemesis.
La principessa Issa è ancora viva
Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco ha mantenuto vivo un certo mistero sul passato di Kora, tra cui l’esatta sorte della principessa Issa. Kora era stata incaricata di proteggere la giovane principessa, considerata un essere divino in grado di riportare in vita i morti. In un tragico flashback in Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice, Kora spiega cosa è successo: il cattivo principale di Rebel Moon, il Reggente Balisarius (Fra Fee), ha attirato il Re (Cary Elwes), la Regina (Rhian Rees) e Issa in un’imboscata. Il Re e la Regina vengono pugnalati a morte, mentre Balisarius costringe Kora a sparare a Issa per dimostrare la sua fedeltà.
Prima che Kora prema il grilletto, Issa dice “Ti perdono“, mentre la sua ferita da proiettile si illumina di bianco prima di morire. Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice sottolinea che l’assassinio della famiglia reale è il trauma principale del passato di Kora, che ha tradito completamente Issa per servire il suo malvagio padre adottivo, Balisarius. Tuttavia, nel finale, Titus rivela che Issa è ancora viva, quindi Kora e gli altri devono cercarla. Dato che la principessa Issa è una sorta di essere elementale vivo in forma umana, la sua sopravvivenza ha senso e la prossima missione sarà dunque trovarl e, per Kora, ottenere la redenzione per la morte del Re e della Regina.
In che modo il finale prepara i futuri film di Rebel Moon?
Zack Snyder ha affermato di avere in mente una storia in grado di coprire ben sei film e il finale di Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice di certo lascia la porta aperta per ulteriori scontri e avventure. Dato che la Principessa Issa è viva, si presume che nel terzo film Kora e i suoi ribelli partano alla sua ricerca, permettendo così anche allo spettatore di esplorare ulteriori mondi e luoghi di questo universo. Quando la notizia della vittoria dei ribelli sul Veldt si diffonderà, inoltre, ispirerà senza dubbio rivolte anche su altri pianeti, oltre alla ricerca di vendetta da parte dell’Imperium stesso.
Inoltre, il reggente Balisarius è ancora in circolazione, quindi la resa dei conti tra Kora e il suo tirannico padre adottivo è inevitabile. Il flashback di Balisarius che massacra la famiglia reale rivela che è stato lui a far ricadere la colpa su Kora, motivo per cui lei è ora ricercata. Balisarius è il cattivo principale dell’universo di Rebel Moon, quindi la saga non finirà finché non sarà sconfitto. Tale momento, però, potrebbe ancora essere lontano nel tempo, visto ciò che c’è da fare prima. Come i protagonisti ripetono nel finale: To Find and to Fight. Trovare (prima) e combattere (poi).
Il vero significato del finale di Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice
L’arco narrativo di Kora nei primi due capitoli di Rebel Moon prevede l’accettazione di Veldt come sua nuova casa e il riconoscere che merita di sentirsi amata. Decenni di combattimenti l’hanno resa insensibile alla nozione di amore, ma diventando parte del villaggio e innamorandosi di Gunnar, ha riabbracciato la sua umanità. Kora impara a perdonare se stessa per il passato e per aver “ucciso” Issa, e dimostra di essere più di una macchina da guerra per l’Imperium salvando il suo nuovo mondo natale.
Lo stesso vale per tutti gli eroi di Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice, la maggior parte dei quali ha provato immensi sensi di colpa o vergogna per le proprie azioni passate. Tutti rimangono e combattono, nonostante la sconfitta certa. La cosa bella del finale del sequel è che anche i ribelli non devono morire per ottenere la redenzione. Gunnar e Nemesis fanno la loro fine, ma la maggior parte dei ribelli vive per combattere un altro giorno e la loro fede nella lotta per una giusta causa viene premiata.