Alex Cross: recensione della serie di Prime Video

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La letteratura è ricca di detective e agenti speciali e molti di questi sono poi arrivati con successo anche sul grande o piccolo schermo. Basti citare James Bond o Sherlock Holmes, tanto per scomodare i più celebri, ma anche un progetto seriale come Reacher è basato sul personaggio letterario di Jack Reacher. Nell’attesa di rivedere in azione tutti loro, è adesso il momento di Alex Cross di richiamare su di sé le attenzioni degli appassionati del genere.

 

Il detective nato dalla penna di James Patterson (considerato uno dei più importanti autori di thriller del nostro tempo) torna infatti ad avere un proprio adattamento audiovisivo dopo i film Il collezionista (1997) e Nella morsa del ragno (2001), in questi due interpretato da Morgan Freeman, e il prequel Alex CrossLa memoria del killer (2012), dove è invece interpretato da Tyler Perry. Ad assumere il ruolo del detective è ora Aldis Hodge, protagonista dunque di questo adattamento che ci mostra subito Cross alle prese con i dei suoi casi più difficili.

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La trama di Alex Cross

Interpretata da Aldis Hodge, Alex Cross ha per protagonista il decorato detective del titolo, operante nella sezione omicidi di Washington e psicologo forense. Egli si trova ad affrontare un sadico serial killer che lascia una serie di corpi sparsi per la città. Mentre Alex e il suo partner, John Sampson (Isaiah Mustafa), si mettono sulle tracce dell’assassino, appare una misteriosa minaccia dal passato di Cross, che mira a distruggere ciò che ha fatto per tenere insieme la sua famiglia in lutto, la sua carriera e la sua vita.

Isaiah Mustafa e Aldis Hodge in Alex Cross
Isaiah Mustafa e Aldis Hodge in Alex Cross. Credit: Keri Anderson/Prime Video

Alex Cross torna in azione

Per poter essere memorabile, ogni detective della letteratura, del cinema o della televisione, deve possedere un tratto distintivo, qualcosa che lo renda unico rispetto ai suoi colleghi. Se Sherlock Holmes ha un intuito straordinario, Jack Reacher possiede invece un fisico imponente che lo rende una vera forza della natura. Alex Cross, invece, integra la sua attività di detective con le sue conoscenza di psicologia. Una competenza che gli permette di addentrarsi nella mente dei serial killer, prevedendo il loro modo di ragionare e cercando di anticipare le loro mosse.

Questa caratteristica del personaggio ci viene presentata sin dalla seconda scena (la prima, invece, imposta quello che sarà il suo trauma primario nel corso dell’intera stagione). Una scena in cui Alex Cross dimostra dunque di possedere quel che occorre affinché risulti seducente, divertente e convincente nei suoi modi di fare. Ben Watkins, ideatore e sceneggiatore di alcuni episodi della serie, pone dunque subito in chiaro i motivi per cui dovremmo seguirlo nella sua indagine.

Questa particolare capacità di Cross non viene però mai proposta come un “superpotere”, cosa che permette di contemplare anche il suo fallimento dinanzi al gioco che gli verrà proposto dal serial killer con cui è chiamato a scontrarsi. Se per qualcuno questo aspetto potrà risultare poco attraente rispetto alle premesse iniziali, va però notato che consente di stabilire una maggior connessione con il personaggio (non che con gli altri detective citati non sia possibile, anzi). L’Alex Cross di Aldis Hodge, dunque, si afferma come un personaggio meritevole di essere seguito episodio dopo episodio.

Ryan Eggold e Aldis Hodge in Alex Cross
Ryan Eggold e Aldis Hodge in Alex Cross. Credit: Keri Anderson/Prime Video

Nella mente del serial killer

Naturalmente buona parte delle attenzioni verso questa prima stagione (una seconda è già stata confermata) sono per il caso che propone. Anche in questo Alex Cross garantisce una serie di elementi ben orchestrati che portano avanti un intreccio che coinvolge Cross su due piani diversi. Se da un lato c’è infatti una vicenda che sembra colpirlo personalmente al cuore (la famiglia), dall’altro si ha invece il caso più “di facciata”, che ci porta a confrontarci con il personaggio interpretato da Ryan Eggold.

Certo, il suo personaggio, Ed Ramsey, che acquisce un’importanza crescente nel corso della stagione, sembra un imitatore del Patriota di Antony Starr di The Boys (ricordandolo non solo nell’aspetto ma anche nell’atteggiamento), ma riesce in ogni caso a dimostrare anche lui il carisma giusto per intrigare ed invogliare a proseguire nella visione. Le vicende che legano Ramsey e Cross possiedono a loro volta gli ingredienti giusti per appassionare, per quanto talvolta il loro caso sembri più diluito del dovuto.

Forse è questo il limite della serie, il prendersi dei tempi più lunghi del necessario per raccontare certe vicende, talvolta ricorrendo ad escamotage non del tutto convincenti per portarle avanti. Fortunatamente non mancano però i momenti in cui il ritmo si fa più serrato, la tensione aumenta e gli stessi personaggi dimostrano di poter compiere quello scarto necessario alla loro evoluzione. Si giunge così ad un climax tanto atteso e che conferma i meriti della serie, in attesa di poter rivedere Cross in azione con la seconda stagione.

Alex Cross
2.5

Sommario

La prima stagione della serie dedicata al detective Alex Cross possiede diversi elementi al posto giusto, da un protagonista non infallibile ma coinvolgente ad un caso che appassiona episodio dopo episodio. Forse talvolta ci si lascia andare a tempi più lunghi del necessario, ma ciò non oscura i meriti della serie.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.

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