Benjamin Franklin, recensione della serie Apple TV+ con Michael Douglas

La serie racconta la vita e le opere di uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti.

Benjamin Franklin
Noah Jupe e Michael Douglas in “Benjamin Franklin”, ora disponibile su Apple TV+

Il ritorno di Michael Douglas alla serialità televisiva dopo il successo di The Kominsky Method su Netflix arriva grazie ad Apple TV+. Il ruolo è uno di quelli iconici per il pubblico americano, ovvero uno dei padri fondatori Benjamin Franklin. Ispirata dal libro di Stacy Schiff A Great Improvisation: Franklin, France and the Birth of America, la miniserie racconta degli otto anni spesi dallo statista in terra transalpina al fine di convincere il suo governo ad appoggiare gli Stati Uniti nella Guerra d’Indipendenza dall’Inghilterra.

 

Benjamin Franklin, la trama

Iniziare questo articolo ricordando il precedente lavoro del grande attore premio Oscar nel 1987 per Wall Street era sorprendentemente necessario: il successo di The Kominsky Method deve infatti aver spinto sia Douglas che gli scrittori dello show a puntare con addirittura troppa convinzione sui toni leggeri della commedia. In questo caso ovviamente commedia di costume. Specialmente nelle prime puntate lo show infatti soffre di un prematuro stridore tra il tono della narrazione, tra la frivolezza dei personaggi e la drammaticità dello scopo. Il fatto che sull’altra sponda dell’Oceano Atlantico si sta combattendo una guerra che per molti versi ha deciso la forma geopolitica Occidentale nei secoli a venire rimane un evento storico costantemente citato ma mai significativamente vissuto dai personaggi.

Uno stratega senza profondità emotiva

Lo stesso Benjamin Franklin risulta uno stratega di raffinata intelligenza ma di profondità emotiva in alcuni momenti fin troppo nascosta dalle facezie e dall’ironia retorica che ostante in praticamente ogni scena in cui compare. Questo non significa che la miniserie non riservi allo spettatore momenti di ottima fattura, anche perché quasi sempre in scena c’è quel grande mattatore che risponde al nome di Michael Douglas. Rimane comunque un piacere gustare l’attore divertirsi e divertire il pubblico sfoggiando quell’eleganza guascona e seducente che lo hanno reso uno dei grandi della Hollywood contemporanea. Gli sceneggiatori delle varie puntate hanno comunque fatto uno un lavoro certosino nel tirar fuori dal cappello dialoghi raffinati e doppi sensi che potessero calzare a pennello sia alla star che al ruolo. Sotto questo punto di vista Benjamin Franklin si conferma un piacere piuttosto efficace, anche quando la narrazione e il ritmo in particolar modo nelle prime puntate non siano dei maggiormente incisivi.

Per entrare nel vivo la miniserie ci mette un po’, forse addirittura troppo, ma grazie alla bellezza delle ambientazioni e alla bravura del cast di certo non ci si annoia. Anche perché attori del calibro di Eddie Marsan (al quale è andato il ruolo di quel John Adams straordinariamente interpretato da Paul Giamatti nella famosa miniserie HBO), Ludivine Sagnier e il “rampollo” Noah Jupe stanno al gioco con adesione e precisione.

Un tono leggero e affabulatore

Sarà che il recentissimo e poderoso Manhunt ha settato dei paramentri davvero altri riguardo gli eventi più importanti e drammatici della storia americana raccontata attraverso la serialità, ma da Benjamin Franklin ci aspettavamo un prodotto capace di penetrare con maggiore efficacia nella sfera emotiva dello spettatore. Per quanto sapientemente orchestrato a livello di messa in scena, lo show rimane piuttosto in superficie, fattore dovuto alla scelta di puntare principalmente su un tono leggero e affabulatore. Una decisione che certamente non affonda Franklin ma neppure lo rende un qualcosa di memorabile, e questo nonostante un Michael Douglas in piena forma.

Certo, quando si accosta questo nome alla politica americana non può che tornare alla mente un capolavoro di commedia romantica quale era Il presidente – Una storia d’amore. E forse proprio dal film diretto da Rob Reiner e sceneggiato da Aaron Sorkin Franklin avrebbe dovuto prendere ispirazione. Perché in quel caso dietro le spoglie della commedia sofisticata venivano invece sviluppati dei discorsi estremamente precisi sull’America e sulla sua politica, interna e internazionale. Un approfondimento che alla miniserie di Apple TV+ manca del tutto o quasi.

Benjamin Franklin

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