Caleidoscopio: recensione della serie con Giancarlo Esposito

Disponibile dall’uno gennaio.

Caleidoscopio recensione
Kaleidoscope. (L to R) Paz Vega as Ava Mercer, Giancarlo Esposito as Leo Pap in episode “Pink” of Kaleidoscope. Cr. Clifton Prescod/Netflix © 2022

Il caleidoscopio è un semplice gioco di specchi, che con piccoli frammenti di vetro o plastica, da vita ad una moltitudine di colori. Con i suoi episodi colorati la serie tv Caleidoscopio unisce insieme i pezzi per narrare il furto del secolo. Formata da una sola stagione di otto puntate, di circa quaranta minuti l’una, Caleidoscopio è una nuova miniserie scritta e prodotta da Eric Garcia (Anonymous Rex). Nel cast si ritrovano diverse figure ricorrenti in altre ben note serie tv, partendo da Giancarlo Esposito (Gus Fring in Breaking Bad) nel ruolo di Leo Pap, alias Ray. A questo si aggiungono anche Jai Courtney (capitan Boomerang nei Suicide Squad), Tati Gabrielle (Prudence in Le terrificanti avventure di Sabrina) e Paz Vega (The OA).

 

Una rapina di riscatto

Caleidoscopio si apre con un mini-episodio introduttivo, Nero, che spiega la struttura della serie. Questa viene definita un’esperienza visiva unica: ogni episodio, identificato da un colore, è un pezzo del puzzle. La serie non segue un ordine cronologico, è Netflix stesso a dare un ordine casuale per la visione delle puntate, ma non è quello obbligatorio: potete seguire le vicende nell’ordine che più vi ispira, l’importante è lasciare l’episodio Bianco, il gran finale, per ultimo.

L’episodio più datato nella cronologia delle vicende è Viola, 24 anni prima del colpo. Ray, un padre di famiglia, cerca di mantenere la figlia Hannah e la moglie Lily facendo ciò che gli riesce meglio: rubare. Insieme all’amico e collaboratore Graham mettono in atto dei colpi da maestro in varie città d’America. Tutto, però, finisce per precipitare con il loro ultimo ambizioso colpo.

Passando al presente, Leo Pap, nuovo nome di Ray, vuole organizzare una rapina nella SLS, un’agenzia di sicurezza guidata dall’imprenditore Roger Salas, con l’appoggio di Hannah, figlia di Ray. Entrano a far parte della banda di rapinatori Ava, nota avvocatessa di New York, Stanley, vecchio compagno di cella di Ray, Judy, esperta di chimica, insieme al marito Bob, violento ed arrogante. Pur con certi imprevisti, la squadra porterà a termine l’impresa di rubare dei titoli dal valore di sette miliardi di dollari dal caveau di SLS, ma il bottino finisce per non essere quello sperato.

Kaleidoscope. (L to R) Rosaline Elbay as Judy Goodwin, Peter Mark Kendall as Stan Loomis in episode “Pink” of Kaleidoscope. Cr. Courtesy of Netflix © 2022

Caleidoscopio: un puzzle colorato

Caleidoscopio è una serie avvincente ed interessante da seguire, con alcune specifiche particolarità. Prima fra tutte, la struttura a puzzle, in cui ogni episodio è un pezzo singolarmente distaccato della stessa storia. A questo si aggiunge anche la curiosa idea di denominare ogni episodio con un colore: giallo, verde, arancione, viola, blu, rosso, rosa e bianco. Ogni colore viene, inoltre, spesso richiamato nell’episodio stesso, spesso nella parte finale: il cappotto di Ava nell’episodio Viola, il giallo della chiavetta usb.

Riguardo le vicende in sé, si tratta di tematiche già presentati sul grande schermo in svariati altri film e serie tv: si pensi alla serie spagnola La casa di carta, accentrata su una banda di rapinatori che vogliono derubare la zecca di stato. Altro esempio di Heist movies sono i film della linea Ocean’s, in cui il capo Danny Ocean, recluta una squadra per diverse rapine. Nonostante la banalità della trama, caleidoscopio non annoia lo spettatore, e lo sorprende con un plot twist finale nell’episodio bianco.

Una storia di avidità e vendetta

Caleidoscopio presenta, parallelamente alle vicende riguardanti il colpo, tutta una serie di dinamiche secondarie ma particolarmente rilevanti per le vicende e per le vite dei personaggi. Primo fra tutti, il rapporto padre- figlia tra Ray/Leo ed Hannah: per proteggerla da sé stesso, la respinge fin da bambina dopo essere finito in carcere. Dopo diciassette anni di silenzio, è Hannah inizialmente a rifiutarlo come padre, ma, con una lunga e sincera lettera, Ray riesce pian piano a ricucire il suo rapporto con la figlia, fino ad accoglierla nel suo piano criminale. Hannah, lavorando per la SLS, diventa una spia interna.

Per quanto sette miliardi di dollari potrebbero sembrare per molti un motivo abbastanza valido per fare una rapina, per Ray non è mai stata una questione di soldi, ma di vendetta. L’avidità, fin dai tempi di Graham, non era mai stato il motivo dei suoi furti: era solo un modo come un altro per garantire il necessario per la sua famiglia, tanto da provare a rinunciarci per darsi ad uno stile di vita più sicuro. In questo ultimo colpo si racchiude il desiderio di riscatto per Ray, malato di Parkinson, in modo tale da poter chiudere tutti i conti in sospeso, ed il desiderio di giustizia: dopo aver perso tutto, la moglie, Hannah, la propria libertà, abbandonato da Graham, vuole condannare il suo nemico alla stessa fine.

Nella crew, però, solo Ray agisce per una “causa maggiore”, tutti gli altri bramano la ricchezza, primo fra tutti Bob, noto fin da subito per la sua avidità. Estremamente violento contro tutti i membri della squadra, a tratti anche con Judy, cerca solamente di arraffare più denaro possibile.

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