Dopo diversi rimandi e a distanza di due anni dal primo ciclo, la seconda stagione di Loki, disponibile su Disney+ con un episodio a settimana dal 6 ottobre, ha diverse criticità da affrontare. Come il Dio dell’Inganno che si trova a dover fronteggiare una situazione molto complicata (che a breve esamineremo), la serie ideata da Michael Waldron deve gestire innanzitutto l’irrompere del Multiverso nel MCU, poi deve gestire quella che è stata una grande batosta per Kevin Feige e i Marvel Studios, ovvero le turbolente questioni personali che hanno travolto Jonathan Majors, che doveva essere il villain della serie e della Fase 5 del MCU e il cui destino, per quanto per ora immutato, è in bilico.
Oltre allo scossone diegetico (il multiverso) e a quello extra dietetico (i guai legali di Majors), la seconda stagione di Loki deve fare i conti anche con una serie di prodotti ambientati nel MCU che, sebbene non si considerino propriamente dei flop, sono stati dei progetti diversamente di successo, per così dire. Compito di Tom Hiddleston, che torna nel ruolo che ormai incarna da oltre 11 anni, è quello di far ri-affezionare il pubblico al Marvel Cinematic Universe.
Loki seconda stagione, dove eravamo rimasti?
Dopo gli eventi della prima stagione, che hanno portato all’apertura del Multiverso, Loki collabora con Mobius, B-15 e altri agenti della TVA nel combattere una battaglia “per l’anima della TVA”; nel mentre, tutti insieme viaggiano attraverso il multiverso in cerca di Sylvie, Ravonna e Miss Minutes.
La trama della seconda stagione di Loki sintetizza bene quello che la storia effettivamente promette (almeno stando ai primi quattro episodi visti in anteprima) e cioè una continua ricerca in movimento attraverso i piani temporali, tra viaggi nel tempo e realtà alternative in cui il nostro affezionato fratello di Thor cerca da una parte di porre rimedio a ciò che ha contribuito a causare, dall’altra non può fare a meno di continuare a cercare quella variante che, forse per la prima volta in tutta la sua lunga vita, lo ha fatto sentire compreso: Sylvie (Sophia Di Martino). E Hiddleston come al solito ce la mette tutta e riesce sempre a generare simpatia, con le espressioni che il pubblico conosce così bene.
Questo secondo ciclo conferma anche la sua grande alchimia con il Mobius di Owen Wilson: i due danno vita quasi a una buddy comedy, se non fosse che per tutto il tempo la minaccia dell’implosione degli universi su se stessi regala alla serie un tono molto serio e riesce a consegnare allo spettatore una sensazione di urgenza e pericolo incombente. Alla luce di questo mood, ancora più preziosa è l’introduzione di un personaggio nuovo, Ouroboros (chiamato affettuosamente O.B.), interpretato dal neo premio Oscar Ke Huy Quan. Con il suo tono di voce così familiare e il suo spirito di eterno ragazzo, Quan regala alla seconda stagione di Loki un tocco di leggerezza che il protagonista sembra aver perso.
C’è da ammettere che, nonostante la natura ormai incerta del suo futuro nel MCU Jonathan Majors si conferma un interprete istrionico, divertito dal personaggio che interpreta e dal contesto in cui è calato. Non si può non sottolineare la lungimiranza di Feige che, in un periodo di caccia alle streghe, ha scelto di tutelare il suo attore (chiaramente anche per ragioni commerciali) almeno fino a che questo non sia ufficialmente condannato. Ovviamente, pur schierandoci sempre dalla parte delle vittime, speriamo che l’attore possa avere la possibilità, se dichiarato innocente, di continuare a esplorare un personaggio così ricco come la versione cinematografica di Kang il Conquistatore.
Un “episodio di mezzo” nel viaggio attraverso il Multiverso
Quello che è il maggior punto di interesse della serie, che sarà formata da sei episodi, è però anche il suo più grande difetto. Mai come in questo caso, una serie Marvel/Disney ha avuto il sapore di “episodio di mezzo”, un ponte tra un film e l’altro, tra una grande storia e quella successiva. In questo caso, Loki stagione 2 sembra assumersi il compito di collegare il finale di And-Man and the Wasp: Quantumania, con l’inizio di Avengers: la Dinastia di Kang. Un compito complesso e forse anche estremamente utile, ma che sacrifica l’unità del prodotto, nel quale Tom Hiddleston si conferma l’elemento di maggior valore.
Loki 2
Sommario
Loki stagione 2 sembra assumersi il compito di collegare il finale di And-Man and the Wasp: Quantumania, con l’inizio di Avengers: la Dinastia di Kang. Un compito complesso e forse anche estremamente utile, ma che sacrifica l’unità del prodotto, nel quale Tom Hiddleston si conferma l’elemento di maggior valore.