Miss Fallaci: recensione dei primi due episodi della serie – #RoFF19

La serie ci porta dentro i primi anni della carriera della giornalista, dove lei comprese che tutto quello che desiderava era raccontare la verità

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Se c’è una figura nel giornalismo italiano che merita attenzione, questa è senza ombra di dubbio Oriana Fallaci. Una donna che di sé ha fatto parlare molto non solo in Italia, ma anche in America, quando il 9 gennaio 1956 volò a Hollywood e poi a New York con un obiettivo preciso: intervistare la “Venere bionda”, la leggendaria Marilyn Monroe. Da quell’esperienza nacque il libro I sette peccati di Hollywood, da cui gli sceneggiatori sono partiti per dare vita allo script di Miss Fallaci, una serie prodotta da Minerva Pictures e Paramount Television International Studios. Sotto la regia di Luca Ribuoli, Giacomo Martelli e Alessandra Gonnella, Miriam Leone interpreta una giovane e vivacissima Fallaci, che all’epoca scriveva per L’Europeo. Sebbene si occupasse di cinema, il suo sogno era la politica. Il suo vero obiettivo? Intervistare Eisenhower.

 

Nonostante l’inclinazione per altri argomenti, il viaggio di Oriana nell’America cinematografica – che è nucleo della serie – si rivelò illuminante, portando alla luce la realtà nascosta dietro la patina dorata di Hollywood, nient’altro che una gabbia luccicante. Chi conosce il cinema classico e lo star system sa bene che le stelle pagavano un caro prezzo per la fama: la libertà. E non solo. Hollywood era pronta a divorare le sue icone al minimo errore, come accade a Judy Garland, per citare una delle grandi che Fallaci intervistò. Lo scrisse la stessa Fallaci nel suo libro, descrivendole come “vittime”, un concetto che viene accennato da Miriam Leone verso la fine del secondo episodio. Quello che Oriana cercava – come ci mostra Miss Fallaci – e che poi ha trovato, era la verità, e a Los Angeles la rivelò senza mezzi termini. La serie è stata presentata nella sezione Freestyle della 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma e gli episodi di cui parliamo in questa recensione – gli unici visionati – sono due degli otto complessivi.

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Miss Fallaci, la trama

Alla fine degli anni Cinquanta Oriana Fallaci è una giovane giornalista con le giuste capacità per affermarsi. Il settimanale per cui lavora, L’Europeo, continua a farla lavorare nel settore cinema, ma lei ha altre ambizioni: vuole intervistare i politici. Il direttore però ritiene che non sia all’altezza, non come gli altri colleghi uomini, e così Oriana scommette con lui: volerà a New York e se riuscirà a intervistare Marilyn Monroe lascerà il cinema per la politica. Quel viaggio per Fallaci si rivelerà essere una grande occasione per incontrare personalità iconiche, dipingendo un ritratto tagliente, spesso crudo e ironico, della società americana e del mondo dorato di Hollywood. Se da qui la sua carriera decollerà a tutti gli effetti, sul piano personale la donna affronterà una relazione tanto complicata quanto tormentata con il collega giornalista Alfredo Pieroni. Il loro diventerà un legame carico di passione, ma anche di insicurezze e paure, che alla fine la trascinerà in una spirale di autodistruzione.

Miss Fallaci

Un racconto femminista

Miss Fallaci comincia da un momento precedente al viaggio negli Stati Uniti. Con una regia dal ritmo serrato, che spesso mette in risalto una Miriam Leone sopra le righe, entriamo nella redazione de L’Europeo, dove inizia la scalata professionale e personale della giovane giornalista. Sin da subito, la narrazione ci pone davanti a una storia di riscatto. Se oggi il gender gap e le disparità di potere sono ancora sfide attuali, negli anni Cinquanta il divario era immenso. La Fallaci di Miriam Leone si scontra con questo limite, con l’essere donna in un mondo dominato dagli uomini. Per una donna, le fanno capire ripetutamente, è meglio occuparsi di cinema e costume, non di politica. Non è un ruolo adatto a una “signorina”. Eppure, nonostante le battute sessiste e le umiliazioni, Oriana sa di valere e lo dimostra a chiunque provi a ostacolarla. Come scrisse Virginia Woolf in Una stanza tutta per sé, gli uomini cercano di sopraffare le donne perché temono che possano essere alla loro altezza, se non superiori. E Miss Fallaci ci dimostra proprio questo, sottolineando come Oriana fosse molto più avanti dei suoi colleghi uomini.

Miriam Leone, l’impegno nel dare vita a Oriana Fallaci

Il viaggio della giornalista verso New York segna una vera e propria svolta per lei, emancipandola. La narrazione diventa più intensa non appena Fallaci mette piede sul suolo americano, facendoci scoprire, attraverso la sua esperienza, cos’era il vero giornalismo sul campo. È innegabile poi che Miriam Leone si sia impegnata molto per restituire l’immagine di una professionista ostinata, appassionata, determinata e senza peli sulla lingua, muovendosi abilmente in una sceneggiatura che, pur romanzata, funziona e intrattiene. La storia scorre fluida mentre racconta tutti i tentativi della giovane Oriana di avvicinarsi a Marilyn Monroe e intervistare le più grandi stelle del cinema, che culmineranno (almeno nel libro) l’incontro con il re di Hollywood, Cecil B. DeMille, che speriamo sia presente nei prossimi episodio.

Miss Fallaci serie

Da Jean Negulesco a Irving Hoffman, passando per le feste dei Cotten dove incontrò Orson Welles, Oriana si muoveva con disinvoltura e audacia, proprio come fa Miriam Leone. Siamo lì con lei, tifando per la sua intraprendenza, mentre butta giù fiumi di parole e trova il suo stile, che in tanti ameranno. I primi episodi di Miss Fallaci possiamo dire essere riusciti e, per quanto possibile, fedeli a uno dei libri da cui la serie è tratta (l’altro è Penelope alla Guerra). La messa in scena è solida e senza sbavature, tanto da poter affermare che, per ora, sembra che ci troviamo di fronte a un prodotto ben confezionato, che lascia ben sperare per il proseguo della serie.

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Sommario

I primi episodi di Miss Fallaci possiamo dire essere riusciti e, per quanto possibile, fedeli a uno dei libri da cui la serie è tratta (l’altro è Penelope alla Guerra). La messa in scena è solida e senza sbavature, tanto da poter affermare che, per ora, sembra che ci troviamo di fronte a un prodotto ben confezionato, che lascia ben sperare per il proseguo della serie.

Valeria Maiolino
Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano. Articolista su Edipress Srl, per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”.

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