Nine Perfect Strangers: recensione della serie con Nicole Kidman

Nine Perfect Strangers recensione serie tv

Arriva il 20 agosto su Amazon Prime Video Nine Perfect Strangers, la mini serie in otto episodi adattamento dell’omonimo romanzo di Liane Moriarty. Non stupisce quindi che Nicole Kidman, trai protagonisti della serie, compaia anche trai produttori, dal momento che non è nuova alla collaborazione con Moriarty, autrice del romanzo da cui è tratta Big Little Lies, uno dei maggiori successi televisivi degli ultimi anni e serie per la quale Kidman ha vinto due Emmy Awards e un Golden Globes. A queste due donne di talento si uniscono John Henry Butterworth, David E. Kelley e Jonathan Levine, il quale ha diretto tutti e otto gli episodi. 

 

La trama di Nine Perfect Strangers

La trama di Nine Perfect Strangers ruota intorno ad un centro benessere che mira a restituire ai suoi avventori l’equilibrio psico-fisico. Si chiama Tranquillum House ed è un posto magico, o almeno è quello che sembra, una meravigliosa villa in mezzo al verde, lontana dalla frenesia della vita di città, con piscina, sauna, vasche termali, cascate naturali, boschi, alberi da frutto, canneti, prati e una scogliera a picco sul mare, un vero e proprio paradiso in cui perdersi per lasciar andar via le proprie pesantezze, i propri problemi. O almeno è quello che sperano gli avventori di questo luogo, nove sconosciuti, selezionati tra mille candidati, che sono stati scelti da Masha (Nicole Kidman), la misteriosa proprietaria del posto, per affrontare i propri demoni. E non esageriamo quando parliamo proprio di demoni perché ognuno di loro sembra custodire un segreto che lo logora. C’è la famiglia Marconi, padre, madre e figlia (Michael Shannon, Asher Keddie, Grace Van Patten) che deve elaborare il lutto per il suicidio del figlio/fratello, c’è Frances Welty (Melissa McCarthy), una scrittrice di successo che teme di aver perso la sua ispirazione, c’è Lars Lee (Luke Evans) che deve guarire da una rottura dolorosa con il compagno, ci sono Jessica e Ben (Samara Weaving e Melvin Gregg) una giovane coppia che ha perso la complicità, c’è Tony Hogburn (Bobby Cannavale) che sembra dover elaborare più di un trauma e combattere una dipendenza da droga, infine c’è Carmel Schneider (Regina Hall) che più di tutti sembra motivata e propositiva nell’affrontare il suo desiderio di perdita di peso e di auto miglioramento, ma che nasconde qualcosa. Ognuno di loro porta un peso e una storia e nel corso della serie questi elementi vengono sviscerati e affrontati e, in alcuni casi, forse, risolti.

nine perfect strangersNine Perfect Strangers è una serie bizzarra, che mira a catturare il pubblico con toni avvolgenti e rassicuranti, ma che attraverso il sapiente uso di un linguaggio perturbante non fa mai sentire a proprio agio gli spettatori e gli stessi protagonisti, almeno fino ad un certo punto della storia, che non riveleremo per non rovinare nulla alla visione. Possiamo comunque facilmente aggirare questo ostacolo narrativo, per soffermarci sulla qualità della scrittura dello show, che decisamente punta in alto, tratteggiando uno scenario in cui ogni personaggio ha uno spazio preciso e trova un momento per raccontarsi, in pubblico, in privato, in maniera convenzionale o inconsciamente, attraverso un sono o un’esperienza.

Un mistero che serpeggia

Tutto, in Nine Perfect Strangers sembra mirato al disvelamento di un grande mistero, c’è un serpeggiante tono thriller che nemmeno nei momenti distensivi abbandona la scena, una promessa di rivelazione che potrebbe arrivare per scombussolare tutti gli equilibri che si costruiscono a fatica nella prima parte della storia. Ma questa promessa verrà mantenuta? Sembra che la serie giochi al rialzo, mettendo sul piatto sempre più elementi e misteri, sempre più indizi e nessuna chiusura, almeno fino al sesto episodio (che abbiamo visto in anteprima) e questo potrebbe far correre il rischio alla storia di incappare in un finale aperto, appeso a mezz’aria che lascia più domande che risposte, oppure, e forse questo è peggio, ad un epilogo / spiegone, in cui tutto è messo al proprio posto e le risposte vengono propinate in lunghi dialoghi e rivelazioni inaspettate.

Si dice che l’importante non è la meta ma il viaggio, e se escludiamo questa sensazione di vaghezza che trasmette la storia (ripetiamo, fino all’episodio sei di otto), Nine Perfect Strangers è un viaggio affascinante, pieno di suggestioni, con un’ottima colonna sonora e degli interpreti per i quali si simpatizza subito, non perché siano particolarmente tormentati e quindi si fa il tifo per loro, particolarmente buoni, nessuno sembra davvero una brava persona, al Tranquillum, ma perché sono messi in scena con grande onestà da parte di interpreti raffinati. Se Melissa McCarthy è ormai una conferma della scena, non solo comica, hollywoodiana, e Michael Shannon si conferma un vero e proprio fuoriclasse, la rivelazione è un Bobby Cannavale intenso e tormentato, capace di slanci di tenerezza delicatissimi e divertente da lasciare con le lacrime agli occhi.

Nine Perfect StrangersSotto l’incantesimo di Nicole

E su tutti loro troneggia Nicole Kidman. L’attrice australiana, da sempre apprezzata per la sua bravura e bellezza, ha acquisito una maturità e una presenza scenica che con gli anni sono aumentate a dismisura. Il suo aspetto, che naturalmente ha ceduto al tempo e a qualche pur comprensibile ritocco estetico, ha assunto nel tempo dei connotati rarefatti, che la rendono a mala pena terrestre e le conferiscono un’aura di indefinitezza che si sposa alla perfezione con l’ambiguità insita nel personaggio di Masha. 

È lei il collante che tiene uniti questi nove sconosciuti, è lei il cuore del mistero ed è lei che possiede gli strumenti per sciogliere tutti i nodi che queste nove anime hanno accumulato nel corso delle loro vite. Nine Perfect Strangers è una creatura di Masha, così come è una creatura di Nicole Kidman, e proprio come lei, è una creatura ambigua e affascinante.

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