Shining Girls: recensione della serie Apple TV+

Dal 29 Aprile 2020 su AppleTV+

Shining Girls recensione serie tv

L’adattamento di Apple TV+ del bestseller scritto da Lauren Beukes promette di essere una delle serie thriller più interessanti e originali dell’anno. A giudicare dalle prime quattro puntate  – su un totale di otto – Shining Girls possiede più di un motivo per soddisfare il pubblico seriale disposto a cimentarsi con generi diversi.

 

Vi consigliamo (sorprendentemente) di non leggere il romanzo di partenza o la sua trama prima di vedere lo show, dal momento che potrebbe spoilerare alcune sorprese. Vi invitiamo però a farlo una volta finito di gustarlo al fine di apprezzare le modifiche fatte dagli sceneggiatori. 

La trama di Shining Girls

Partiamo dunque con il sintetizzare la storia di Shining Girls: nella Chicago dei primi anni ‘90 la giovane Kirby Mazrachi (Elisabeth Moss), sei anni dopo essere sopravvissuta a un attacco orrendo, capisce con l’aiuto del reporter Dan Velasquez (Wagner Moura) che il suo assalitore ha ucciso altre donne e sta meditando un altro omicidio. La caccia all’uomo per i due comincia immediatamente, ostacolata purtroppo dallo stato mentale di Kirby rimasta gravemente traumatizzata dalla brutale aggressione del serial-killer. 

Fin dall’episodio pilota Shining Girls si presenza come un puzzle avvincente, composto da tasselli che si incastrano tra loro con efficacia. Prima di tutto la Chicago di trent’anni fa risulta un’ambientazione magnificamente sfruttata: l’eleganza industriale della città, con la sua metropolitana sopraelevata e i sobborghi proletari si prestano con enorme efficacia al processo di “invecchiamento” senza necessariamente che questo stesso venga ostentato da un lavoro insistente sulle scenografie. Su questa cornice realistica eppure messa in scena con eleganza si dipana una trama che fin da subito non procede con la classica linearità della detective-story ma propone allo spettatore un rompicapo assolutamente stimolante.

Sfruttando infatti principalmente i problemi mentali del personaggi principale, Shining Girls sceglie di sviluppare di tanto in tanto piccoli scarti di senso, minime variazioni sulla logica degli eventi e la loro plausibilità: un gioco col pubblico che invece di togliere credibilità alla storia gli infonde al contrario un interesse ancora maggiore. Merito va attribuito anche alla regia accurata di ogni episodio e a un montaggio di indubbia competenza. Se nei vari episodi non si capisce fino in fondo la concatenazione degli eventi è perché, una volta tanto, si tratta di una scelta precisa degli autori, fattore che impreziosisce il risultato dello show. 

Shining GirlsI protagonisti non seguono percorsi scontati

Il secondo asso nella manica di Shining Girls sono i ruoli non stereotipati: l’arco narrativo di Kirby è reso interessante dal gioco di specchi a cui la sua mente continuamente la sottopone suo malgrado. La personalità di Dan è tutt’altro che affascinante, presentata come quella di un uomo che ha ormai soltanto il proprio lavoro a tenerlo da un fallimento totale. Le interpretazioni di Elisabeth Moss e Wagner Moura assecondano con efficacia la natura dei loro rispettivi personaggi: la star di Mad Men e The Handmaid’s Tale lavora sulla fragilità fisica e mentale di Kirby con indubbia competenza, mentre il protagonista di Narcos riesce a costruire Dan come un “uomo senza qualità” che però risulta sempre credibile e capace di interessare.

Il meglio però ce lo regala Jamie Bell nel ruolo dello psicopatico Harper – non è uno spoiler, attore e personaggio vengono presentati nella primissima scena del pilot. Con un lavoro di stilizzazione impressionante, Bell permette alla compostezza di Harper di farsi scena dopo scena sempre più terrificante, senza mai diventare esercizio di stile. Il suo non è un maniaco affascinante in stile Hannibal Lecter ma un assassino che calcola le sue mosse con gelida praticità. Il suo giocare con la coppia che si è messa sulle sue tracce eleva la tensione della serie in maniera esponenziale. 

Anche se alcuni indizi ci hanno indirizzato in un verso specifico, onestamente non possiamo scrivere di sapere dove andrà a dirigersi la seconda parte di Shining Girls. E questo è motivo di stupore, se non addirittura entusiasmo. Ciò che gli autori hanno costruito nei primi quattro episodi è uno spettacolo di qualità, sia per gli occhi che la mente. 

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Adriano Ercolani
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shining-girls-recensione-della-serie-appletvAnche se alcuni indizi ci hanno indirizzato in un verso specifico, onestamente non possiamo scrivere di sapere dove andrà a dirigersi la seconda parte di Shining Girls. E questo è motivo di stupore, se non addirittura entusiasmo. Ciò che gli autori hanno costruito nei primi quattro episodi è uno spettacolo di qualità, sia per gli occhi che la mente.