Che i giochi abbiano inizio e che vinca il
migliore! Che prevalga il più forte e che – a Cesare quel che è di
Cesare – alla fine vinca lo Stato, trionfi il potere, predomini la
potente dispotica mano del tiranno di Capitol. E che il popolo
abbia il suo spettacolo! Ladies and gentlemen, benvenuti a
Hunger Games!
Dopo un’attesa trepidante è finalmente arrivata nelle sale americane, lo scorso 23 marzo, la trasposizione del best seller di Suzanne Collins, il primo volume della trilogia Hunger Games. Il previsto successo arriva puntuale come preannunciato e i primi dati sugli incassi parlano di record: 68,2 milioni di dollari alla sua prima giornata di proiezione di cui 19,5 al suo solo debutto nello spettacolo della mezzanotte tra giovedì e venerdì, ovvero il miglior risultato di sempre per un film non-sequel. Il trionfo della pellicola segue quello del fortunato romanzo, decantato e pluripremiato, tradotto in 35 lingue e venduto in 15 milioni di copie in oltre cento paesi.
Ideato primariamente
per un pubblico adolescenziale e poi apertosi ad uno più adulto
attraverso il film, Hunger Games narra le vicende di un mondo, la
terra di Panem, rappresentato nel suo scenario post-apocalittico
costruito sulle ceneri di quello che un giorno era stato il Nord
America. Diviso in dodici regioni – i distretti – e
imperniato su una rigida e indiscussa centralizzazione del potere,
Panem è una terra governata dalla cerchia dei burocrati del folle e
malvagio Presidente Coriolanus Snow (Donald
Sutherland). A seguito di un episodio di ribellione nei
confronti del potere costituito da parte dei sudditi causato
essenzialmente dal malessere e la povertà sofferta dagli abitanti
dei distretti, al fine di rafforzare e suggellare la totalitaria
supremazia del governo, l’élite al potere organizza ogni anno un
evento, una singolare tipologia di reality show sotto il nome di
Hunger Games: in maniera casuale vengono scelti in ogni
distretto un ragazzo e una ragazza dai 12 ai 18 anni che, una volta
formato il gruppo dei 24 partecipanti – i tributi -,
vengono insieme trasferiti dai luoghi natii alla capitale, la ricca
e fiorente Capitol. E una volta trasferiti, vengono
offerti al suo pubblico. In un misto tra il sadico
divertimento e l’agghiacciante disgusto, si aprono le danze e si dà
il via ai giochi: in una vera e propria lotta bruta
all’ultimo sangue, i duellanti si sfidano in una vasta arena
all’aria aperta, fino a che non moriranno tutti, fino a quando non
ne resterà solo uno, il vincitore. E allora per lui ci saranno
fama, denaro, popolarità!
E come in ogni reality
che si rispetti, anche in quello di Capitol lo share e il pubblico
hanno la loro importanza: se lo show dovesse annoiare? Bisogna
tener desta la curiosità dei telespettatori! Magari arricchendo la
storia di elementi spettacolari, improvvisi cambi di scena,
imprevisti legami di amicizia: e quale migliore escamotage se non
una storia d’amore per tenere incollate migliaia di persone alla
tv? et voilà, nel pieno del trucido evento, un’appassionante love
story con tutti i crismi per finire in una tragedia dal drammatico
epilogo. O l’amore alla fine trionferà su tutto? … Protagonisti
principali di quest’amore shakespeariano alla 74esima edizione dei
giochi sono i giovani Katniss Everdeen (Jennifer
Lawrence) e Peeta Mellark (Josh Hutcherson),
entrambi provenienti dal 12esimo distretto che tra le vicissitudini
del gioco riescono in qualche modo a cavarsela soprattutto grazie
alle abilità della giovane Katniss e a fare fuori, livello dopo
livello, il resto della compagnia. Fino al fatidico momento del
sacrificio …
Una storia che ha
appassionato migliaia di lettori e che ha già decretato il successo
del film, insieme a quello dei giovani attori che hanno avuto una
copertura mediatica di prim’ordine soprattutto attraverso i social
network e già sembrano accreditarsi come i degni successori delle
star delle fortunate saghe che li hanno preceduti. Con un cast da
più parti definito terrific nella sua accezione più
positiva, in Hunger Games troviamo, accanto alla
protagonista Jennifer Lawrence e il suo cavaliere Josh Hutcherson,
i compagni di sventura Amandla Stenberg, Alexander Ludwig e
Isabelle
Fuhrman, un Donald Sutherland nei panni del cattivo
della storia, insieme a Wes Bentley, Elizabeth Banks,
Stanley
Tucci, Lenny Kravitz, Liam Hemsworth.
Ricostruita sull’idea del mito di
Teseo, che narra la storia sventurata dei giovani ateniesi offerti
in sacrificio al Minotauro di Creta, Hunger Games viene
fuori dall’estro di Suzanne Collins nel bel mezzo di un convulso
momento di zapping in tv: tra l’alternarsi di scene di violenza e
racconti di guerra, insulsi talk show e immancabili reality show,
dov’è il confine tra la realtà e il senso della realtà? Nella
progressiva perdita dell’umanità e nell’effetto narcolettico della
tv, riecco i gladiatori romani in chiave moderna, dal Colosseo a
Capitol.
E dove altrimenti, se non, nel mezzo
del cammin dell’epoca della spettacolarizzazione, in un reality
show?! Quale miglior luogo per una saga distopica fantasy
ambientata in un futuro imminente?
Riscritto a sei mani dalla stessa Collins, Billy Ray e Gary Ross e da quest’ultimo diretto, prodotto da Nina Jacobson e Jon Kilik, il film sembra destinato ad un successo sicuro, trovando accoglimento non solo da parte del pubblico degli adolescenti ma anche di un pubblico più ampio di appassionati di genere.
In netto ritardo rispetto alla programmazione delle sale cinematografiche di tutto il mondo, distribuito dalla Warner Bros Pictures Italia, Hunger Games sarà finalmente nei nostri cinema a partire dal 1 maggio 2012.