BAFTA 2014 un commento alla serata

I BAFTA sono una porta aperta verso gli Oscar? Chi lo sa, fare previsioni è estremamente semplice, oltre ad essere un’operazione terribilmente futile e aleatoria. Infatti non ne faremo, non in questa occasione almeno. Ora ci concentriamo a parlarvi dei British Academy Film Awards, ora che alla Royal Opera House, dopo la cerimonia di ieri sera, stanno ancora raccogliendo i pop corn dal pavimento (!) e sistemando le poltrone.

 

Qualche premio è stato ‘telefonato’, qualche altro invece inaspettato, qualcuno se n’è tornato a casa con un palmo di naso, mentre altri (almeno un paio) non si sono mossi da casa loro eppure si vedranno recapitare a casa la prestigiosa maschera dorata. Il trionfo della serata di ieri è stato decisamente tutto per Gravity. Il bellissimo film di Alfonso Cuaron ha portato a casa i premi tecnici più importanti (colonna sonora, fotografia, suono, effetti visivi), e questo non era un mistero, ma si è anche aggiudicato il premio alla migliore regia per Alfonso Cuaron, che ha divertito tutti con il suo commosso discorso, ironizzando sul suo accento e sul fatto che lui stesso può rappresentare un ottimo sponsor per l’ufficio immigrazioni del Regno Unito. L’immenso direttore della fotografia Emmanuel Lubezki era assente, ma per lui ha ritirato il premio lo stesso Cuaron, mentre Steven Price ha portato a casa il premio per la migliore colonna sonora e Glenn Freemantle, Skip Lievsay, Christopher Benstead, Niv Adiri, Chris Munro per il suono e Tim Webber, Chris Lawrence, David Shirk, Neil Corbould, Nikki Penny per gli effetti visivi hanno ingrossato il già ricco bottino di questo sci-fi intimista che dal suo debutto sul grande schermo ha sempre ricevuto lodi e successi. Infine, Gravity ha portato a casa anche il premo come miglior film britannico, riconoscimento che Cuaron, anche produttore, ha condiviso con il figlio Jonas e con David Heyman, già produttore multimilionario della saga di Harry Potter. Gravity è un film che mira direttamente agli Oscar, se non in tutte le categorie in cui è nominato (temiamo a ragione che la bella e brava Sandra Bullock possa rimanere a bocca asciutta), sicuramente per quelle tecniche e per la regia. Alfonso Cuaron ha dato conferma del suo grande talento e merita alla consacrazione; qualora non arrivasse in forma di Oscar, poco male, l’industria gli ha dato ragione e pure gli spettatori: avrà tante altre occasioni.

L’unico premio tecnico a cui il film di Cuaron ha dovuto rinunciare è stato quello per il montaggio; ma Alfonso non ne vorrà all’amico e collega Ron Howard, dal momento che il magnifico Rush si è ‘accontentato’ solo di questo riconoscimento, andato a Dan Hanley e Mike Hill, invece che di altri premi più ambiti, come quello a Daniel Bruhl per la migliore interpretazione da non protagonista.

Annunciati e scontati i premi per il miglior documentario (ha vinto The Act of Killing) e per il miglior film d’animazione (Frozen il regno d ghiaccio). Nessun brivido, ma sicuramente tanta felicità per i meritevoli vincitori. Nulla o poco da dire si ha sui premi al miglior debutto (Kieran Evans), al miglior corto d’animazione (Sleeping with the Fishes) e al miglior cortometraggio (Room 8); la scarsa conoscenza dei candidati non ci da un quadro esaustivo per poter giudicare o esprimere un’opinione ragionata.

Altro discorso invece per il premio al miglior film non in lingua inglese. La Grande Bellezza ha portato un altro premio a casa, e di questo siamo tutti contentissimi, tuttavia un discorso ragionato ci impone di porci qualche domanda sugli esclusi dal premio: La vita di Adele resta uno dei migliori film dell’anno, ma a quanto pare i premi canonici del cinema non si interessano a questo tipo di cinema. Per fortuna che la Palma d’Oro è sempre lì, a testimoniare la grandezza riconosciuta del film di Abdellatif Kechiche.

I BAFTA si sono rivelati un vero successo per Il Grande Gatsby, che ha trionfato in quelle categorie in cui non poteva fallire: Catherine Martin ha portato a casa a ragione i premi per la migliore scenografia (riconoscimento condiviso con Beverley Dunn) e per i migliori costumi, con buona pace degli altri nominati che non potevano certo competere con il lussurioso decor di Baz Luhrman! La lacca, i parrucchini e i ciuffi cotonati hanno invece permesso ad American Hustle di portarsi a casa uno dei pochi premi meritati, quello a trucco e parrucco, assegnato a Evelyne Noraz e Lori McCoy-Bell.

Le sceneggiature sono sempre un premio difficile da assegnare, a meno che non ci siamo film, come nel caso di Philomena o Her, che siano chiaramente una spanna sopra agli altri concorrenti. E infatti Philomena ha portato a casa il riconoscimento per la migliore sceneggiatura non originale, premio ritirato da un eccezionale Steve Coogan in compagnia di Jeff Pope, co-autore del bellissimo script. Her non era trai candidati della migliore sceneggiatura originale, per cui (non si sa bene perché) David O. Russell è riuscito a portare a casa il premio per il suo American Hustle. Questo è forse il premio che maggiormente si contesta ai British Academy Film Awards, dal momento che in concorso con O. Russell c’erano i fratelli Coen con A Proposito di Davis e il divino script di Nebraska, di Bob Nelson.

Veniamo ai premi agli attori, che senza dubbio sono tra quelli più interessanti. Nessuna sorpresa per la vincitrice nella categoria migliore attrice protagonista: Cate Blanchett ha brillato con la sua bellezza e la sua eleganza, regalandoci anche il miglior discorso di ringraziamento ascoltato ieri sera alla Royal Opera House. Il sofferente Solomon Northup di Chiwetel Ejiofor ha fatto guadagnare all’attore un meritato riconoscimento, un premio ad una grande performance con buona pace di Leonardo DiCaprio, che continua a presenziare a queste cerimonie con grande classe e contegno. Meritatissima la vittoria di Barkhad Abdi nella categoria migliore attore non protagonista, la sua performance è stata sofferta e intensa, inquietante e per niente messa in ombra da un mostro sacro come Tom Hanks, che pure in Capitan Philips era in perfetta forma. Non proprio una vittoria aspettata la sua, ma in mancanza di ‘Jared Leto piglia tutto’, quella di Abdi ci sembra una scelta più che legittima da parte dei British Academy Film Awards. Un po’ a sorpresa invece, il premio alla migliore non protagonista è andato a Jennifer Lawrence; l’attrice non era presente per causa di lavoro (è sul set di Hunger Games Il Canto della Rivolta), ma David O. Russell ha ritirato per lei il premio. Dicevamo sorpresa, perché ci aspettavamo tutti un riconoscimento alla straziante Patsy di Lupita Nyong’o, attrice che è rimasta a “bocca asciutta” anche per il premio EE Rising Star Expand alla star emergente, andato invece a Will Poulter. Non si capisce bene quale sia l’intenzione dell’industria cinematografica mondiale, ma pare proprio che si voglia fare di Jennifer Lawrence un fenomeno, ancora più di quello che lei stessa riesce a creare, da sola, con le sue faccette e i suoi atteggiamenti sempre simpaticamente fuori luogo. La bella e elegantissima Lupita però si è rifatta con il premio al Miglior Film, andato a Anthony Katagas, Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner e Steve McQueen per 12 Anni Schiavo; il coronamento di un racconto doloroso e forse anche “facile” in periodo di premi, ma che senza dubbio riconosce il merito di McQueen e soprattutto la potenza della storia.

I premi sono stati assegnati più o meno con cognizione, sono stati (nella maggior parte dei casi) condivisi e sicuramente meritati da tutti i vincitori. Chiamare qualcuno vincitore però non è bello, dal momento che implica dei perdenti, e, sinceramente, attori del calibro di Leonardo DiCaprio, Michael Fassbender, Emma Thompson e Amy Adams li considerereste mai dei perdenti? A questi livelli sarebbe più corretto parlare di premiati!

Per Cinefilos, i vincitori sono altri. Eccoli:

La meglio vestita: Lupita Nyong’o.

Il discorso di ringraziamento più bello: Cate Blanchett che dedica il suo premio a Philip Seymour Hoffman.

Il momento imbarazzante: Leonardo DiCaprio che annuncia la vittario di Jennifer Lawrence con un’espressione che sembra dire “di nuovo lei, e io?”

Il momento più bello: l’abbraccia caloroso e “molto poco inglese” di Emma Thompson a Barkhad Abdi.

La migliore foto: Lupita Nyong’O e Michael Fassbender su Instagram con questa didascalia: “#EEBAFTAs Losers Selfie with Fasso #ingoodcompany”. Povera Lupita, ci sperava davvero…

Il momento triste: la commemorazione degli artisti che ci hanno lasciati nell’ultimo anno, tristemente lunga.

Il migliore invisibile: l’attesissimo Benedict Cumberbatch; non si è fatto vedere, dal momento che oggi doveva incontrare la Regina avrà pensato che una bella nottata di riposo gli avrebbe fatto bene.

Il vincitore assoluto: Stephen Fry, un presentatore elegante, disinvolto, brillante, divertente; non si poteva chiedere di meglio!

TUTTI I PREMIATI

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