Blade Runner: le differenze tra il film e il libro di Phillip K. Dick

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Blade Runner (qui la recensione) di Ridley Scott è uno dei più celebri cult di fantascienza della storia del cinema, avendo percorso una lunga e contorta strada da ambizioso flop a classico imprescindibile. Quello che era nato come un romanzo del 1968 di Phillip K. Dick intitolato Do Androids Dream of Electric Sheep? ha notoriamente subito drastiche revisioni per arrivare sullo schermo, anche prima che Scott venisse allontanato dal film in fase di post-produzione. In parte ciò è dovuto alla volontà di portare sullo schermo un’ambiziosa storia di fantascienza.

Molti dei concetti di Dick presenti sulla carta semplicemente non avrebbero funzionato per il cinema. Tuttavia, ancora oggi i fan del film sono interessati a sapere cosa è cambiato tra la visione di Dick e quella di Scott. Considerando quante versioni ha avuto Blade Runner, è una domanda valida, anche prima di considerare la natura strana e surreale dell’opera di Dick che non sempre si traduce in film. Blade Runner apporta infatti una serie di modifiche al testo, la maggior parte delle quali aiuta il film a funzionare meglio e a eliminare inutili ingombri. Scopriamo qui di seguito queste differenze!

Differenze nel titolo e nella terminologia

Il cambiamento più evidente tra il libro e il film è forse la mancanza del termine “blade runner”. Il titolo del film si basa in realtà su quello di una novella del 1979 di William S. Burroughs. In Do Androids Dream of Electric Sheep? (tradotti in italiano con Il cacciatore di androidi), Rick Deckard, il protagonista (interpretato da Harrison Ford nel film), è descritto solo come un cacciatore di taglie. Anche il termine “replicante” non viene mai menzionato; questa memorabile denominazione è stata inventata dallo sceneggiatore David Peoples. Nel romanzo, Roy, Pris, Rachael e tutti i replicanti sono invece chiamati “andies”, da androidi.

Blade Runner spiegazione finale

La location

Il famoso incipit di Blade Runner lascia in gran parte in sospeso gli eventi avvenuti prima dell’inizio del film. Dopo un breve passaggio narrativo che spiega i pericoli degli androidi ribelli e delle colonie fuori dal mondo, il film inizia in una Los Angeles del 2019 futuristica e sovraffollata, ma ciò che l’ha resa tale non viene mai chiarito. Il libro, invece, si svolge in una San Francisco quasi deserta per via della World War Terminus (WWT), una guerra fatale che ha devastato il pianeta con il suo effetto radioattivo. La maggior parte degli animali della Terra si è estinta e un numero significativo di persone soffre di dolorosi disturbi fisici e psicologici.

Le colonie extramondo vengono promosse come un modo per assicurare la sopravvivenza della specie, con androidi personali promessi agli emigranti come incentivo per lasciare il pianeta Terra. L’Unione Sovietica è ancora una preoccupazione costante anche nel libro, e le unità di polizia russe spesso lavorano in tandem con quelle americane per dare la caccia e “mandare in pensione” gli androidi disonesti. Il film non contraddice necessariamente nulla di tutto ciò, ma lascia molto in sospeso, salvo alcuni brevi momenti.

Il personaggio di Deckard

Il protagonista del libro e quello del film possono condividere lo stesso nome, ma sono persone molto diverse. Nel film, Deckard è apparentemente uno scapolo giurato, cupo e saccente, forse un’allusione ai protagonisti maschili dei film noir. Nel romanzo, invece, è infelicemente sposato con una donna che non riesce mai a soddisfare. Ci sono anche deviazioni dal materiale di partenza per quanto riguarda la sua vita professionale. Nel film è il migliore del settore, ricercato per portare a termine missioni che altri non possono compiere. Nel libro è raffigurato come un uomo di secondo piano, talvolta oggetto di scherno da parte dei suoi colleghi.

Blade Runner

Animali vivi come status symbol

A causa dei già citati effetti radioattivi della guerra, nel libro la maggior parte delle specie animali si è estinta. Questo è il motivo per cui possedere un animale domestico vivo è uno status symbol importante nel libro e la maggior parte delle persone non può permetterselo. Molte persone scelgono di avere animali androidi, ma sono considerati un cattivo sostituto. Un’importante sottotrama del libro è l’ossessione di Deckard di ottenere un animale domestico vivo (ossessione condivisa anche dalla moglie), che costituisce una delle motivazioni principali che lo spingono a intraprendere il compito di localizzare gli androidi. Inoltre, Deckard tiene delle pecore elettriche sul suo tetto, dopo che quelle vere che aveva sono morte.

Androidi vs Replicanti

Nel libro, gli umanoidi ingegnerizzati sono chiamati androidi, creati dall’Associazione Rosen. Otto androidi sono arrivati sulla Terra, con la squadra composta da Max Polokov, Luba Luft, Garland, Pris Stratton, Roy e Irmgard Baty, e altri due che compaiono solo prima che a Deckard venga affidato il compito. Non c’è un motivo evidente dietro la decisione degli androidi di uccidere i loro proprietari su Marte e fuggire sulla Terra. Nel film, invece, i replicanti vengono creati dalla Tyrell Corporation. Solo cinque arrivano sulla Terra e uno viene ucciso prima che Deckard inizi la sua missione. Lo scopo dei replicanti di venire sulla Terra era quello di prolungare la loro vita, poiché il meccanismo programmato di “sicurezza” li distrugge dopo quattro anni.

Inoltre, il tema della capacità degli androidi di provare emozioni umane ha mostrato prospettive piuttosto opposte tra Philip K. Dick e il team creativo del film (soprattutto Ridley Scott). Nel libro, gli androidi sono essenzialmente creature irredimibili. Sono stati programmati per non provare mai vere emozioni umane e sono più facili da distinguere dagli esseri umani. Non creano relazioni profonde e mancano di empatia. Nel film si verifica il contrario, poiché i confini tra umani e replicanti diventano sempre più sfumati. I replicanti sono in grado di provare emozioni, comprensione e desiderio di essere accettati e di vivere davvero.

Blade Runner cast

Differenze tematiche e stilistiche

Il romanzo di Dick si concentra su aspetti diversi rispetto al film. L’autore ha scelto di descrivere maggiormente la vita personale di Deckard, i suoi problemi coniugali e il suo generale senso di fallimento come cacciatore di taglie e marito. Commenta anche pesantemente gli aspetti sociali di un mondo post-apocalittico. Sottolinea i temi del degrado urbano, del commercialismo e di come gli esseri umani possano a volte agire come macchine. Ha anche incorporato il suo marchio di umorismo e satira. Nel film, invece, il tono è cupo e neo-noir, non c’è umorismo e Deckard è rappresentato come un solitario ma un eccellente blade runner.

Mercerismo, organi dell’umore e scatole dell’empatia

Ci sono poi diverse sottotrame che non sono state incluse nel film. Ad esempio, non sono stati inclusi gli organi dell’umore (macchine che modificano lo stato d’animo delle persone) e non include un’intera sottotrama con una religione chiamata Mercerismo. Nel libro, i seguaci di tutto l’universo utilizzano un particolare gadget chiamato “scatola dell’empatia” per stabilire una coscienza condivisa e fondersi con un presunto santo chiamato Wilbur Mercer. Sottoponendosi alle sue prove e tribolazioni, i sostenitori acquisiscono la capacità di comunicare le proprie emozioni e di comprendersi a vicenda.

Il personaggio di Rachel

Uno dei punti centrali della trama di Blade Runner riguarda poi l’identità di Rachael. È un’androide che crede di essere umana, solo che le indagini di Deckard le riservano un brusco risveglio. Quando si rende conto della verità, si dà alla fuga e Deckard la aiuta a farlo. Alla fine del film si allontanano verso un destino incerto. Blade Runner 2049 ha poi rivelato che è in grado di avere figli e che ha infatti dato alla luce una figlia con Deckard, che lui incontrerà poi alla fine del film sequel.

Nel romanzo, invece, Dick la presenta come qualcosa di più simile a una tradizionale femme fatale. Qui Rachel è ben consapevole del suo status di androide ed è stata programmata per sedurre i cacciatori di taglie nel tentativo di farli desistere dalle loro ricerche. Inoltre, rivela che uno degli androidi a cui sta dando la caccia è identico a lei e alla fine irrompe in casa sua per uccidere la capra (vera) della moglie. Alla fine del libro, la donna rimane però un’impiegata dell’azienda e non è una fuggitiva.

blade runner 2049

Il finale

Poiché le due versioni presentano differenze fondamentali nelle trame e persino nelle idee di base – e quindi dovevano avere finali diversi – il finale del film è più toccante e speranzoso e risuona maggiormente con le nostre esigenze di pubblico. Nel libro, Deckard elimina tutti i replicanti che doveva eliminare, affronta un viaggio surreale, torna a casa dalla moglie e poi si addormenta, dimenticando subito la sua empatia per gli androidi, guadagnata con fatica. Nel film, invece, il discorso di Roy dopo la resa dei conti con Deckard è stato un tocco commovente, che ha davvero messo in luce il lato umano dei replicanti. Ha quindi spinto Deckard a prendere Rachel e ad andarsene insieme, trovando finalmente l’amore e un legame umano – con un replicante.

Deckard è probabilmente umano nel libro di Phillip K. Dick

L’uscita nelle sale di Blade Runner ha però eliminato un punto chiave della trama che è stato poi ripristinato con la director’s cut: la possibilità che Deckard stesso sia un androide. Blade Runner 2049 mette una pietra sopra l’equazione facendo di Rachael la madre di sua figlia, anche se alla fine si astiene dal rispondere alla domanda, che però aleggia costantemente nei due film. Scott sostiene che Deckard è un replicante, Ford sostiene che è umano. La domanda probabilmente non avrà mai una risposta ed è lasciata all’interpretazione del pubblico.

Il romanzo, però, pone la stessa domanda esplorando la scarsa differenza tra gli esseri umani biologici e quelli artificiali, ma non fa mistero delle origini di Deckard. La presenza della moglie sembra risolvere la questione da sola, ma a un certo punto, egli stesso si sottopone al test Voight-Kompf e lo supera senza problemi. L’autore aggiunge però alcuni dubbi, come il fatto che Deckard sperimenta di tanto in tanto una strana connessione con Mercer, suggerendo processi di pensiero artificiali. Tuttavia, questo lascia le cose molto meno aperte di quanto non faccia il film.

LEGGI ANCHE: Blade Runner, la spiegazione del finale: Rick Deckard è un replicante?

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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