Bussano alla porta: la spiegazione del finale del film

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Il film del 2023 Bussano alla porta (qui la recensione) è sostenuto da un significato profondo che, una volta spiegato per intero, rivela quanto il film di M. Night Shyamalan sia davvero cerebrale e cupo. Scritto da Steve Desmond e Michael Sherman, questo film vede Shyamalan tornare ancora una volta a raccontare una situazione apocalittica. Tuttavia, a differenza di Signs o E venne il giorno, i personaggi di Bussano alla porta sanno di avere il potere di fermare il collasso della civiltà, ma è quello che devono fare per riuscirci che rende il film così straziante, in quanto ci dice molto sulla società che siamo diventati, specialmente alla luce degli eventi verificatisi nel mondo negli ultimi anni.

Il film si conclude infatti con i quattro “angeli dell’apocalisse”, Leonard, Redmond, Sabrina e Adriane uccisisi per via del fatto che la famiglia composta da Andrew, Eric e la piccola Wen non riesce a scegliere chi tra sacrificare di loro per salvare il mondo. Alla fine, però, è Eric a scegliere di essere eliminato per fermare l’apocalisse. Fuori campo si sente infatti uno sparo, presumibilmente quello di Andrew che uccide il compagno. A quel punto, gli aerei smettono di cadere dal cielo e i fulmini cessano. Poco dopo, Andrew e Wen si allontanano insieme la baita nell’auto di Leonard. Si tratta di un finale amaro e difficile da digerire, dietro il quale si cela chiaramente un significato molto profondo.

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La spiegazione del finale di Bussano alla porta

Una delle domande più importanti che Bussano alla porta spiega in modo un po’ ambiguo è il motivo per cui Eric e Andrew sono stati scelti. Nemmeno Leonard e i suoi tre soci conoscono la risposta al perché Eric, Andrew e Wen siano la famiglia selezionata per evitare l’apocalisse, ma Leonard crede che il loro sacrificio sia stato scelto perché l’amore di Eric e Andrew è puro. Rispetto all’oscurità del mondo e a tutti gli ostacoli che i due – in quanto coppia omosessuale – hanno dovuto superare per mantenere il loro amore, le affermazioni di Leonard sembrano accurate.

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Dave Bautista in Bussano alla porta

Le visioni collettive del gruppo li hanno indirizzati solo verso una capanna, senza sapere che Eric e Andrew ne sarebbero stati gli occupanti. In realtà, Bussano alla porta spiega che chiunque avrebbe potuto trovarsi nella capanna. Tuttavia, considerando quanto duramente Eric e Andrew lottano l’uno per l’altro e per la loro figlia, così come non dubitano mai del loro amore reciproco nonostante gli altri (e gli standard della società) vogliano abbatterli, è possibile che la profondità del loro amore sia stata sufficiente a salvare il mondo.

Il finale del film spiega dunque come un amore così forte sia un faro di speranza in mezzo a tutto l’odio, la distruzione e la violenza che l’umanità ha provocato nel tempo. La forza dell’amore di Eric e Andrew è inoltre anche una testimonianza dell’amore che infrange i confini e le norme della società, prosperando perché due persone hanno visto il meglio l’una nell’altra e volevano semplicemente costruire la loro relazione sulla fiducia, sul rispetto reciproco e sull’amore, infondendo poi quell’amore in una figlia che – seppur biologicamente non loro – sanno amare come e forse di più di chi l’ha naturalmente messa al mondo.

Proprio per questo Leonard e i suoi soci non potevano scegliere al posto di Eric e Andrew chi avrebbe dovuto sacrificarsi. Uccidere uno di loro, senza che fosse stato scelto autonomamente da loro, avrebbe rovinato l’intera missione e reso l’apocalisse una certezza. Il sacrificio doveva essere una decisione presa con amore da loro e solo da loro, senza alcun tipo di costrizione esterna e nessuno poteva compierla al posto loro. Inoltre, è possibile affermare che Eric e Andrew si amino così tanto che la decisione di sacrificare uno dei due risulta più degna di essere presa se fatta liberamente e non con la forza.

Alla fine di Bussano alla porta, dunque, Eric comprende di essere in pace con sé stesso ed è per questo che decide di sacrificarsi. Sa che Andrew ha ancora molto per cui combattere, in quanto vede il mondo per quello che è, ma continua nonostante ciò a lottare per le persone ogni giorno come avvocato per i diritti umani, perché sa che c’era qualcosa per cui vale la pena farlo. La testardaggine di Andrew lo avrebbe aiutato a farsi strada nel mondo, la sua natura protettiva lo avrebbe aiutato a crescere la figlia della coppia e i suoi dubbi sull’apocalisse lo avrebbero reso abbastanza curioso da cercare delle risposte. Andrew è la persona di cui il mondo ha bisogno, non Eric.

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Jonathan Groff in Bussano alla porta

La verità sugli eventi apocalittici

Il film spiega che Leonard e i suoi collaboratori sono convinti che l’apocalisse sia reale, ma Andrew rimane scettico per tutta la durata del film. Gli eventi a cui i personaggi assistono in TV potrebbero essere stati predetti in anticipo e quindi cronometrati rispetto all’arrivo della squadra di Leonard alla baita. Inoltre, Leonard e i suoi collaboratori potrebbero aver seguito degli schemi, aver previsto che sarebbe successo qualcosa di grosso per un breve periodo e aver deciso di colpire. Tuttavia, nel finale di Bussano alla porta ci sono prove sufficienti per spiegare che il mondo è stato effettivamente salvato grazie alla decisione di Andrew ed Eric.

Gli aerei hanno smesso di schiantarsi al suolo all’improvviso, i bambini hanno smesso di morire a causa del virus X9 e le acque hanno smesso di alzarsi in seguito agli tsunami. Il mondo è stato profondamente colpito dalle calamità, ma la morte di Eric suggerisce che l’equipaggio di Leonard stava davvero dicendo la verità. Potrebbe però trattarsi di una coincidenza e il film di Shyamalan vuole che il pubblico si chieda se tutto ciò sia reale o meno. La risposta alla fine si riduce alla percezione, e la prova è abbastanza vaga da poter andare in entrambe le direzioni.

C’è di certo, però, che le calamità che vediamo avvenire nel corso del film riflettono quelli che sono i grandi temi e pericoli del nostro mondo. L’epidemia di un letale virus ricorda inevitabilmente quella del Covid-19, mentre gli tsunami e i fulmini richiamano gli sconvolgimenti dati dal cambiamento climatico. La caduta degli aerei, invece, può essere vista come la perdita di controllo degli esserei umani sulla tecnologia, che gli si ritorce dunque contro. Eric e Andrew, dunque, diventano una sorta di incarnazione dell’intera umanità, costretta a confrontarsi con questi scenari, scegliendo se chiudersi nell’indifferenza (l’isolamento della baita) o interessarsene e cercare di avere un ruolo nell’impedire l’apocalisse.

Dave Bautista, Kristen Cui, Jonathan Groff e Ben Aldridge in Bussano alla porta
Dave Bautista, Kristen Cui, Jonathan Groff e Ben Aldridge in Bussano alla porta

M. Night Shyamalan parla del finale di Bussano alla porta

Bussano alla porta può dunque avere sfumature religiose e trattare il dubbio e la messa in discussione di ciò che è reale, ma riguarda soprattutto la manipolazione psicologica ed emotiva e il modo in cui questa può influire sul processo decisionale. Il regista M. Night Shyamalan, come noto, ha apportato serie modifiche al finale. Tuttavia, riteneva che ci fosse qualcosa che era accaduto nel libro di Paul Tremblay che avrebbe rovinato il film. “Beh, c’è un evento che accade nel libro (non nel film), prima di quel finale, da cui non si può recuperare”, ha spiegato Shyamalan in un’intervista. Secondo il regista, il libro aveva creato un’esperienza stimolante, incredibile ed emotiva per i lettori. Tuttavia, nel finale, “fa qualcosa che ha sradicato via tutto questo”.

Shyamalan ha detto che se l’avesse riproposto nel film, avrebbe annullato l’incredibile premessa della storia e sarebbe stato “game over” per il lungometraggio. Sia l’autore che il regista hanno poi concordato che le modalità di narrazione sono diverse e che in un film non si possono fare le stesse cose che si possono fare in un romanzo. Tremblay voleva lasciare spazio all’ambiguità e ha detto di aver pensato che il finale di Shyamalan sia più cupo del suo. Mentre Tremblay non costringe Eric o Andrew a fare la scelta finale, Shyamalan ha detto che doveva accadere nel suo film: “Ho semplicemente portato a compimento la premessa”.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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