Jurassic World – Il regno distrutto: la spiegazione del finale del film

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Il finale di Jurassic World – Il regno distrutto (qui la recensione) cambia completamente le carte in tavola. Per la prima volta, il franchise sui dinosauri ha infatti concluso un film con un vero e proprio cliffhanger – invece che con una dichiarazione di dominio della creatura preistorica – e ha promesso una direzione molto diversa per quello che è poi stato Jurassic World – Il dominio. Questo sequel, infatti, propone un’evoluzione di Jurassic World, allontanandosi dalla ricostruzione del Jurassic Park e aprendo nuove strade alla storia. Quando scorrono i titoli di coda, il parco originale è infatti stato distrutto, quasi tutti coloro che potevano controllare i dinosauri sono morti e le creature sono libere nel mondo reale. È chiaro che le cose siano cambiate per sempre nell’universo di Jurassic.

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La spiegazione del finale di Jurassic World – Il regno distrutto: I dinosauri sono liberi

Jurassic World – Il regno distrutto è un film diviso in due metà, entrambe riguardanti l’etica di permettere l’esistenza dei dinosauri. La prima descrive l’ultimo tentativo di salvare i dinosauri da Isla Nublar prima che venga distrutta da un’eruzione vulcanica, mentre la seconda rivela che gli umani che finanziano il salvataggio sono pericolosi quanto Madre Natura, con creature autentiche e geneticamente modificate messe all’asta. La In-Gen ha però commesso l’errore di coinvolgere Owen Grady e Claire Dearing, che tentano di fermare lo scatenamento del feroce e a malapena controllabile Indoraptor. Ci riescono, naturalmente, con il velociraptor Blue che aiuta il cugino ibrido e la maggior parte dei cattivi che vengono mangiati o comunque eliminati in modi adeguatamente crudeli.

Isabella Sermon in Jurassic World - Il regno distrutto
Isabella Sermon in Jurassic World – Il regno distrutto

Durante tutta l’azione, però, viene rilasciato del gas tossico nelle gabbie che contengono i pochi animali sopravvissuti; nonostante gli sforzi degli eroi, i dinosauri continueranno a estinguersi senza un coinvolgimento attivo. Owen e Claire accettano a malincuore questa situazione come un ordine naturale superiore, anche se va contro ciò per cui si sono battuti. Maisie Lockwood, tuttavia, si sente diversa. Clone della figlia del creatore di Jurassic Park, Benjamin Lockwood (nota come “nipote”), vede i dinosauri proprio come lei – prodotti dell’uomo, sì, ma non per questo meno meritevoli di diritti – e li libera nella notte nord-californiana.

Il film si conclude dunque con un montaggio che mostra l’impatto delle azioni di Maisie, con le porte del pianeta dei dinosauri ormai aperte: il T-Rex si scatena in uno zoo, il Mosasauro che era fuggito in precedenza attacca i surfisti, le fiale di DNA di dinosauro vengono trasportate per ulteriori test, Owen, Claire e Maisie vedono degli Pteranodonti volanti sull’oceano e Ian Malcolm dichiara: “Benvenuti nel Jurassic World”. La scena dei titoli di coda prosegue poi con questo scenario, mostrando una coppia di Pternadon che attraversa il confine di stato in Nevada e si appollaia in cima alla Torre Eiffel di Las Vegas. Non aggiunge molto altro a quanto mostrato nel montaggio pre-credits, ma rafforza il messaggio.

Jurassic World – Il regno distrutto porta dunque a compimento il passaggio dal parco al mondo, liberando i dinosauri in ogni dove e portando dunque ad un’inedita coesistenza tra essi e specie che non erano presenti durante la loro era, in primis l’essere umano. Quello della saga diventa dunque un intero mondo giurassico, dove la minaccia arriva direttamente nelle case degli umani e sconvolge irrimediabilmente l’equilibrio, proponendo una nuova specie dominante. Temi che verranno poi ripresi anche in Jurassic World – Il dominio e, molto probabilmente, anche nell’imminente quarto capitolo: Jurassic World – La Rinascita.

Jurassic World: Il Regno Distrutto
Jeff Goldblum in Jurassic World – Il regno distrutto

Altri orrori giurassici in arrivo

I dinosauri che si scatenano nel Pacifico nord-occidentale sono però l’ultimo dei problemi dell’umanità. Il finale di Jurassic World – Il regno distrutto è infatti pieno di nuove potenziali minacce legate all’ingerenza genetica intrapresa negli ultimi venticinque anni. Ian Malcolm (Jeff Goldblum) aveva avvertito all’inizio che il genio era uscito dalla bottiglia, e non si sbagliava. Un grande problema è rappresentato dalla giovane Maisie. Sebbene la possibilità sia implicita fin dall’esistenza del Jurassic Park, questo film introduce effettivamente dei veri e propri cloni umani. Sebbene sia solo una bambina innocente e spaventata, il potenziale che la sua esistenza rappresenta è illimitato.

È stata creata come un’inversione dell’immortalità – per permettere a Lockwood di ricordare sua figlia, piuttosto che per far sì che sua figlia possa vivere per sempre – ma è del tutto possibile che la tecnologia possa essere spinta a creare nuovi corpi ospiti, come accade nella seconda stagione di Westworld (a sua volta basata su un’idea di Michael Chricton, autore del romanzo Jurassic Park). Per quanto riguarda i dinosauri stessi, c’è dell’altro in arrivo. Alla fine di Jurassic World – Il regno distrutto si vedono fiale di DNA di dinosauri per la maggior parte delle specie popolari trasportate in un luogo sconosciuto. Inoltre, dato che Henry Wu è fuggito e a questo punto è un vero e proprio pazzo scientifico, c’è ancora il potenziale per lui per far danni.

Inoltre, anche se il finale non lo affronta direttamente, c’è una minaccia ricorrente nella serie Jurassic World, che non abbiamo mai visto realizzarsi e che sembra proprio all’orizzonte: i dinosauri soldato. Questo era l’obiettivo finale di Hoskins in Jurassic World e un punto di forza dell’Indoraptor in Jurassic World – Il regno distrutto. Sebbene molti di coloro che erano coinvolti in questi progetti siano ormai morti, anche questa idea si fa strada. Un maggiore assaggio di questo potenziale utilizzo dei dinosauri lo si ha poi proprio in Jurassic World – Il dominio. In breve, c’è molto altro di cui preoccuparsi al di là di ciò che Maisie rappresenta.

Jurassic World: Il Regno Distrutto
Una scena di Jurassic World – Il Regno Distrutto

Il significato del film Jurassic World – Il regno distrutto

Tutti i film del franchise sono stati, in un modo o nell’altro, la stessa cosa. Jurassic Park ha intervallato la meraviglia e il terrore intercambiabili per i dinosauri con la domanda su cosa John Hammond avesse fatto di moralmente corretto, quali fossero i pericoli nascosti e come l’avidità aziendale avrebbe invariabilmente tentato di scavalcare queste preoccupazioni – e da allora la serie ha sempre giocato in questo territorio d’azione. Ogni sequel si è concentrato su uno di questi aspetti e ha cercato di estenderne la lettura (tranne Jurassic Park III, che ha avuto più che altro una funzione di sfoggio di nuovi dinosauri).

Jurassic World, ad esempio, sembra giocare con il malessere aziendale; una realizzazione della situazione annunciata da Jurassic Park, che raccontava di un mondo non più interessato dalla maestosità dei dinosauri e alla ricerca di nuovi brividi, cosa che porta le grandi aziende giocare ancora una volta a fare gli dei e creare una nuova specie, mettendo a rischio la vita di persone normali per il mero profitto. Jurassic World – Il regno distrutto approfondisce questo aspetto finanziario, soprattutto nella seconda metà, ma si concentra maggiormente sulla fase successiva della questione morale. Queste specie estinte ora esistono, così come la tecnologia che le crea: come gestire queste specie e il loro potere quasi illimitato?

Jurassic World – Il regno distrutto è orientato proprio in questa direzione. L’imprevedibilità di madre natura incombe sulla narrazione; i dinosauri sono amati e temuti in egual misura; i buoni usano la tecnologia per ragioni moralmente discutibili; gli illusi sono ancora consapevoli dei limiti; I cattivi trattano le creature come normali premi; i nostri eroi sono costretti a ribaltare la loro visione altruistica; e, soprattutto, lo scioccante finale del film avviene quando tutte queste preoccupazioni vengono rimosse e l’attenzione si concentra sull’umanità presente nel prodotto contronatura che è Maisie. Ancora una volta, dunque, il franchise pone un ammonimento, ricordando che un immenso potere è una cosa pericolosa e le emozioni possono essere incontrollabili tanto quanto la natura.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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