Guy Ritchie, da “marito di” ad apprezzatissimo regista

Guy Ritchie film

Guy Ritchie – Per diversi anni molta parte della sua notorietà è stata legata al suo matrimonio con la pop star più famosa del pianeta, ma sempre più questo regista, sceneggiatore e produttore inglese si è fatto apprezzare per i suoi film avvincenti, pieni d’azione e ironia, che non lasciano spazio alla noia, mostrando un’evidente predilezione  per storie di crimini e malviventi, nonché grande cura nel rendere le atmosfere di questa faccia oscura dell’umanità.

 

È in questi giorni in giro per l’Europa, ieri a Roma, a promuovere la sua ultima fatica, Sherlock Holmes: Gioco di ombre, sequel del fortunatissimo Sherlock Holmes. Accanto a lui nel progetto anche stavolta Robert Downey Jr., nei panni del celebre investigatore uscito dalla penna di Conan Doyle – ma anche ispirato al fumetto creato da Lionel Wigram, produttore della pellicola assieme a Joel Silver – Jude Law, che interpreta ancora una volta Mr. Watson, e il nuovo acquisto del cast, Noomi Rapace, nel ruolo dell’indovina Sim.  Gli auspici sono più che buoni e questa è senz’altro una delle uscite natalizie più promettenti, se consideriamo  che il primo Sherlock Holmes incassò 524 milioni di dollari. Dunque, mentre aspettiamo di essere sommersi dalle 600 copie di questa pellicola, in uscita nelle nostre sale il 16 dicembre, approfittiamo per conoscere un po’ meglio il suo regista.

Guy Ritchie, biografia

Guy Stuart Ritchie nasce il 10 settembre del 1968 a Hatfield, nell’Hertfordshire, contea inglese che lo stesso anno vede nascere anche una delle più grandi rock band della storia: i Deep Purple. Si potrebbe dire un destino, visto che la vita del regista inglese si intreccerà più volte con la musica.

Nasce da John Vivian Ritchie e Amber Parkinson; ha una sorella maggiore, Tabitha, e un fratellastro, Kevin Bayton, che sarà suo socio in affari: con lui fonderà la Ska Films, casa di produzione cinematografica. Il matrimonio dei suoi genitori finisce quando Guy è ancora molto piccolo. Il suo rapporto con la scuola è travagliato e la lascia a sedici anni. È invece determinato a diventare regista e sceneggiatore.

Guy Ritchie, film e filmografia

Il debutto dietro la macchina da presa data 1995: si tratta del cortometraggio The Hard Case, ma il primo film con cui si fa notare è quello che segna anche l’esordio alla produzione, con la succitata Ska Films: Lock & Stock – Pazzi scatenati (1998). Ambientato tra underground inglese e malavita, vede fronteggiarsi in rocambolesche vicende dei piccoli delinquenti e un pericoloso gangster. Dunque fin da subito, Ritchie mostra di saper interpretare in maniera interessante il collaudato binomio azione-crimine, coniugandolo con le atmosfere inglesi che ben conosce. Il film ottiene un buon risultato e fa emergere il nome di Ritchie.

Due anni dopo, il regista fa un altro centro, fondendo ancora crimine e commedia in Snatch – Lo strappo, in cui può avvalersi di Benicio del Toro e Brad Pitt. Azione, ritmi serrati, caustica ironia sono i punti di forza di questa pellicola, che conferma il talento di Guy Ritchie. La presenza dei due volti noti, poi, la aiuta a conquistare pubblico e critica e frutta a Guy Ritchie una nomination ai BAFTA. Ma questo per lui non è l’unico obiettivo importante centrato nel 2000. L’altro, infatti, riguarda la sua vita privata e consiste nell’aver convolato a nozze niente popò di meno che con Madonna.

Da questo momento per diversi anni, l’attenzione su di lui da parte dei media sarà più in qualità di “marito di”, che non per il suo lavoro di regista, sceneggiatore e produttore, complice anche il fatto che molti suoi progetti ruoteranno in qualche modo attorno alla sua notissima consorte. A partire dallo spot della BMW, che vede Mrs Ciccone e Clive Owen protagonisti – il nostro infatti non disdegna incursioni nel mondo della pubblicità, che riscuotono sempre un buon successo e fanno parlare di sé – fino al video del singolo What it feels like for a girl, dall’album di Madonna, Music (2001).

Per passare poi a qualche passo falso nella carriera di Ritchie: Travolti dal destino (2002), remake del celebre Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, di Lina Wertmüller (1974), che vede Adriano Giannini e Madonna vestire i panni che furono di Giancarlo Giannini e Mariangela Melato. L’operazione è ardua e la riscrittura in versione patinata non convince. Al botteghino si rivela un flop, la critica punta il dito contro la regia e la recitazione della pop star, che dopo di allora sceglierà di non cimentarsi più col cinema. Il film rimedia anche diversi Razzie Awards: Peggior Regia, Peggior Film e Peggior Attrice, tra gli altri. Ritchie, invece, difende a spada tratta il progetto.

Nel frattempo, il regista e sua moglie hanno avuto un bambino e ne hanno adottato un altro. Nel 2006 Guy Ritchie è nel documentario I’m going to tell you a secret, riguardante un concerto tenuto da Madonna nel 2004. Pare anche che Ritchie la voglia nel cast di Revolver (2005), ma poi l’ipotesi tramonta. Il film nasce dalla collaborazione con Luc Besson e segna un ritorno allo stile delle prime pellicole per il regista inglese: un film d’azione, ambientato tra i gangster, con echi tarantiniani. Protagonisti Jason Statham e Ray Liotta. Piace al pubblico, meno alla critica del Toronto Film Festival.

Guy Ritchie però è determinato e stacanovista e per rimettere in carreggiata la sua carriera è disposto a impegnarsi al massimo. Abbiamo anticipato come non disdegni la tv, e ad essa si dedica tra 2007 e 2008: dirige una puntata della serie Suspect e torna agli spot pubblicitari per Nike e Nespresso. La sua macchina da presa sarà ancora prestata alla pubblicità nel 2010, quando dirigerà Jude Law e Michaela Kocianova per lo spot di Dior Homme. Non contento, nel 2007 il regista inglese crea anche un fumetto, incentrato sul super-eroe Gamekeeper. Sul fronte cinematografico, a Revolver segue RocknRolla, altro film d’azione con Gerard Butler, Tom Wilkinson e Thandie Newton: l’ambientazione torna ad essere londinese e il nostro sembra in grande spolvero, riuscendo stavolta ottimamente a tenere le fila di un’intricata e appassionante storia di malaffare. Per quel che riguarda la vita privata, questo è l’anno del suo divorzio da Madonna.

Per nulla abbattuto, l’anno successivo Guy Ritchie fa indubbiamente centro con la sua rilettura cinematografica di Sherlock Holmes. Mescola il personaggio creato da Conan Doyle e il fumetto di Lionel Wigram, per restituirci uno Sherlock tutt’altro che compassato, anzi, amante dell’azione, un po’ scapestrato, ma che mette il suo fiuto investigativo e la sua intelligenza brillante al servizio della caccia ai criminali. Insomma, una chiave interpretativa assai lontana dal posato detective che spesso abbiamo visto sullo schermo, ma che ben si adatta allo spirito di Ritchie, al suo amore per l’azione e per i personaggi non convenzionali. Al servizio dell’interpretazione Robert Downey Jr, che sembra perfettamente a suo agio nei panni di questo Holmes e ottiene anche il Golden Globe come Miglior Attore in un film brillante. Accanto a lui, un altrettanto bravo Jude Law, che veste i panni della famosa spalla Mr. Watson. Protagonista femminile Rachel Mc Adams. Il terzetto funziona, la direzione di Ritchie anche, le atmosfere della Londra dei bassifondi fanno altrettanto, e il successo ora non può proprio sfuggire di mano al regista, che riscuote il favore di pubblico e critica. A tal punto che non si può non bissare quest’anno, sempre in dicembre, come fu per la prima uscita, con Sherlock Holmes – Gioco di ombre. Squadra che vince non si cambia, e accanto ai protagonisti del precedente film troviamo anche la new entry Noomi Rapace/Sim. Vedremo come sarà accolto qui in Italia questo sequel, ma visti gli incassi ottenuti dal precedente, c’è da scommettere che in molti accorreranno in sala per verificare se la squadra ha colpito di nuovo nel segno.

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