Il fuggitivo: la spiegazione del finale del film

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Uscito nel 1993, Il fuggitivo è uno dei thriller più emblematici del cinema americano degli anni ’90, capace di coniugare tensione narrativa, ritmo incalzante e profondità psicologica in un’opera dallo stile asciutto ma coinvolgente. Diretto da Andrew Davis, il film si inserisce in un filone molto prolifico per il genere, caratterizzato da storie di uomini comuni coinvolti in ingranaggi più grandi di loro, e lo fa distinguendosi per l’abilità nel costruire un racconto che alterna azione, mistero e dramma personale con grande equilibrio. La trama, ispirata all’omonima serie televisiva degli anni ’60, è diventata un riferimento del genere, anche grazie a una messa in scena tesa e credibile, e a un’interpretazione memorabile del protagonista.

Per Harrison Ford, Il fuggitivo rappresenta una tappa fondamentale della sua carriera, confermandolo non solo come star dei blockbuster d’azione e delle saghe hollywoodiane (da Indiana Jones a Star Wars), ma anche come interprete credibile e intenso in ruoli più drammatici. Nel film veste i panni del dottor Richard Kimble, un chirurgo ingiustamente accusato dell’omicidio della moglie, che riesce a fuggire durante un trasferimento in prigione e si lancia in una corsa contro il tempo per provare la propria innocenza. Il personaggio di Kimble è l’archetipo dell’uomo giusto costretto alla fuga, e Ford gli dà corpo con una performance misurata, empatica e piena di tensione interiore.

Il film fu un successo clamoroso al botteghino, incassando oltre 350 milioni di dollari a livello globale, e ottenne sette nomination agli Oscar, vincendo quello per il miglior attore non protagonista grazie all’interpretazione di Tommy Lee Jones nei panni del tenace agente federale Samuel Gerard. Ma Il fuggitivo è ricordato anche per il suo finale teso e risolutivo, che chiude il cerchio narrativo con efficacia. Nei prossimi paragrafi, analizzeremo nel dettaglio proprio questa parte del film e il suo significato.

Il fuggitivo film

La trama di Il fuggitivo

Protagonista del film è il chirurgo di fama nazionale Richard Kimble, il quale tornato a casa dopo un’intensa giornata di lavoro trova sua moglie Helen ferita a morte da un uomo con un braccio solo. Incapace di regire, Kimble si ritrova improvvisamente ad essere il principale sospettato di tale omicidio. A suo sfavore depongono la scomparsa del vero assassino, la mancanza di prove dell’irruzione in casa e una lucrosa polizza assicurativa sulla vita della moglie. Condannato alla pena capitale, Kimble riesce però a fuggire, divenendo a tutti gli effetti un ricercato.

Sulle sue tracce si pone l’esperto Sam Gerard, il quale con la sua squadra intraprende una vera e propria caccia all’uomo. Kimble si trova così a dover sfuggire dalla polizia e dimostrare di non essere il vero omicida, sventando il complotto nei suoi confronti. Riuscirci non sarà facile, ma grazie alle sue conoscenze e alla volontà di scoprire chi ha organizzato tutto questo contro di lui, Kimble si dimostrerà risoluto e determinato, anche quando le sue ricerche lo porteranno a far emergere verità in cui non avrebbe mai creduto di imbattersi.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto de Il fuggitivo, la narrazione entra dunque nel vivo della sua risoluzione quando il dottor Kimble, dopo una lunga fuga, riesce a ricollegare tutti gli indizi che ha raccolto fino a quel momento. La sua ricerca della verità lo conduce a scoprire che l’omicidio della moglie non è stato un crimine passionale o casuale, ma l’esito di un complotto più ampio legato a una casa farmaceutica. Kimble riesce a dimostrare che la vera causa del delitto è da ricercare in un farmaco sperimentale, il Provasic, approvato nonostante effetti collaterali gravi.

Il fuggitivo cast

L’azienda, con la complicità di un medico amico di Kimble, il dottor Charles Nichols, ha orchestrato tutto per proteggere i propri interessi economici. La verità viene dunque a galla durante una grande conferenza pubblica a Chicago, dove Kimble irrompe per affrontare Nichols. Con l’aiuto di documenti e testimonianze raccolte nel corso del film, smaschera il collega di fronte alla comunità scientifica. Parallelamente, l’agente federale Sam Gerard, inizialmente determinato a catturare Kimble come un fuggitivo pericoloso, comincia a mettere in dubbio la versione ufficiale e a osservare con attenzione il comportamento dell’uomo.

Quando le prove contro Nichols diventano inconfutabili, Gerard capisce che Kimble è innocente e lo aiuta a chiudere il cerchio. Il finale del film si svolge dunque in un momento di alta tensione all’interno dell’hotel dove si tiene la conferenza. Dopo un inseguimento tra Kimble e Nichols, quest’ultimo viene arrestato proprio da Gerard, che ormai ha compreso la verità. Kimble, invece, esce finalmente dalla condizione di uomo in fuga: la sua innocenza è ristabilita, e il sistema che lo aveva condannato ingiustamente è costretto a fare i conti con i propri errori. Il gesto di Gerard, che rimuove le manette a Kimble e lo accompagna fuori in silenzio, è un segno di rispetto e redenzione.

La risoluzione del mistero non solo porta quindi giustizia alla vicenda, ma conferma il tema centrale del film: la tenacia di un uomo che, nonostante sia braccato e tradito, non rinuncia a cercare la verità. Kimble riesce a smascherare un’intera struttura corrotta, usando intelligenza, coraggio e integrità morale. Il finale di Il fuggitivo è quindi tanto un epilogo narrativo quanto una dichiarazione etica: in un mondo complesso e ambiguo, la verità può ancora emergere, e l’innocenza può ancora essere salvata.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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