Lion – La strada verso casa: la storia vera dietro il film

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Lion – La strada verso casa (qui la recensione) è un film del 2016 diretto da Garth Davis e tratto dalla straordinaria storia vera di Saroo Brierley, un bambino indiano che, dopo essersi perso a cinque anni, viene adottato da una famiglia australiana e, da adulto, tenta di ritrovare le proprie origini grazie alle nuove tecnologie. Il film si colloca nel solco del biopic drammatico contemporaneo, ma lo fa con una sensibilità particolare: invece di concentrarsi solo sull’evento eccezionale, esplora con delicatezza il viaggio emotivo e identitario del protagonista, trasformando il racconto di una ricerca geografica in un percorso interiore di riscoperta personale.

Attraverso uno stile visivo intimo e un approccio narrativo che unisce realismo e poesia, Lion – La strada verso casa affronta temi universali come l’abbandono, il legame familiare, la memoria e il bisogno di appartenere a un luogo. La prima parte, profondamente radicata nella realtà sociale dell’India più povera, si contrappone alla seconda, ambientata in Australia, dove il protagonista cresce circondato da affetto ma tormentato da una mancanza che non riesce a colmare. Questo equilibrio tra dimensione emotiva e ricostruzione storica contribuisce a dare al film una forte risonanza umana.

Il cast sostiene pienamente la potenza narrativa del racconto: Dev Patel interpreta Saroo adulto con intensità e misura, mentre Nicole Kidman offre una delle sue prove più toccanti nel ruolo della madre adottiva. Il giovane Sunny Pawar, sorprendente nella parte del piccolo Saroo, regge l’intero primo segmento del film con una naturalezza rara. Nel resto dell’articolo si approfondirà la storia vera che ha ispirato Lion – La strada verso casa, ricostruendone i passaggi fondamentali e confrontandoli con la versione cinematografica.

Nicole Kidman in Lion - La strada verso casa
Nicole Kidman in Lion – La strada verso casa

La trama di Lion – La strada verso casa

Il film racconta la storia di Saroo, un bambino di cinque anni che vive con la sua povera famiglia a Khandwa, un piccolo villaggio dell’India centrale. Insieme a suo fratello più grande trascorre le giornate a raccogliere metalli per poi rivenderli e guadagnare qualche soldo. Una notte i due devono lavorare in una stazione, ma il piccolo Saroo è talmente stanco che si addormenta sulla panchina di fronte ai vagoni. Quando si risveglia è solo e spaventato, non trova più il fratello e, non sapendo cosa fare, decide di salire su un treno vuoto. Questo, però, non fa alcuna fermata e lo porta direttamente a Calcutta, a quasi duemila chilometri da casa.

Il bambino cerca di sopravvivere, nonostante non parli la lingua del posto. Inizialmente viene avvicinato da brutte persone che vogliono venderlo, poi riesce a scappare e finisce in commissariato, dove lo fotografano per diffondere la sua immagine sperando che qualcuno chieda di lui. Passano i giorni e il piccolo viene trasferito in un orfanotrofio, dove un’assistente sociale riesce a trovargli una nuova famiglia: una coppia di australiani benestanti. Quando diventa grande Saroo (Dev Patel), però, la voglia di cercare la sua vera madre lo porterà ad affrontare il viaggio più importante della sua vita.

La storia vera dietro il film

Saroo nasce nel 1981 a Ganesh Talai, un sobborgo di Khandwa, nel Madhya Pradesh, India; la sua famiglia vive in povertà, dopo che il padre abbandona moglie e figli. Nel 1986, all’età di cinque anni, suo fratello maggiore parte per lavoro in un’altra città e Saroo, seguendolo, si addormenta su una panchina in stazione: al risveglio, non trova più il fratello e, per disperazione, sale su un treno fermo, che partirà portandolo lontano, fino a Calcutta, a migliaia di chilometri di distanza dalla sua casa.

Dev Patel in Lion - La strada verso casa
Dev Patel in Lion – La strada verso casa

Rimasto solo, disorientato, incapace di spiegare da dove provenga, perché parla hindi, non bengalese, vive per strada, sopravvive grazie a espedienti, poi finisce in un orfanotrofio. Nel 1987, viene adottato da una coppia australiana e cresce in Tasmania con un nuovo nome, famiglia e prospettive. Pur avendo una vita stabile e affettuosa in Australia, Saroo non dimentica le sue origini: per molti anni mantiene dentro di sé il dolore dell’abbandono e il ricordo vago di quella notte che lo separò dalla famiglia.

Da adulto, dopo aver scoperto i moderni strumenti di mappatura satellitare, decide di tentare una ricerca della sua terra d’origine usando Google Earth. Calcola la distanza che il treno avrebbe percorso, disegna un cerchio intorno a Calcutta e, tra migliaia di stazioni, inizia a selezionare quelle che potrebbero corrispondere al punto di partenza. Dopo anni di ricerche e incroci di dati, nel 2012 individua di nuovo Khandwa, con la speranza di ritrovare la madre e la famiglia che aveva perso. Si reca in India e, con l’aiuto di abitanti locali e fotografie, riesce a risvegliare la memoria collettiva del villaggio: sua madre biologica è viva e, dopo 25 anni, finalmente lo rincontra.

Il film riflette piuttosto fedelmente i momenti essenziali di questa storia, la perdita, l’adozione, la vita lontano, la ricerca ossessiva con Google Earth e infine il ritorno. Alcune compressioni narrative e licenze artistiche riguardano dettagli minori, ma Saroo stesso, autore del memoir da cui il film è tratto, ha dichiarato che molte scene, come certe flashback, nascono da ricordi reali. In sintesi: la pellicola mantiene l’essenza della vicenda, rispettando la verità dei fatti principali e rendendola accessibile con grande intensità emotiva.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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