Il finale di L’uomo invisibile (qui la recensione) contribuisce a rendere il remake di Blumhouse un film legittimamente spaventoso, ma con colpi di scena che potrebbero confondere alcuni spettatori. Come noto, il personaggio dell’uomo invisibile è stato molto influente nella letteratura sin da quando H.G. Wells scrisse per la prima volta la storia. Tuttavia, tale figura ha acquisito una nuova e ricca vita quando è entrato a far parte della scuderia di mostri classici della Universal all’inizio del XX secolo. Dare a L’uomo invisibile un aspetto moderno non è però stato facile.
Nel corso degli anni, sono infatti stati apportati molti aggiornamenti al materiale, ma di solito presentano lacune sotto alcuni punti di vista. La maggior parte dei mostri classici della Universal non è infatti riuscita a entrare in sintonia con il pubblico moderno, ma L’uomo invisibile è ad oggi la migliore rivisitazione di essi. Lo sceneggiatore e regista Leigh Whannell utilizza il modello di base stabilito per il personaggio ma lo porta in un luogo molto più cerebrale ed emotivo, amplificando l’orrore. È una storia che riesce a essere spaventosa – sia in modo realistico che soprannaturale – grazie ai luoghi inaspettati e ambiziosi in cui si spinge.
La trama di L’uomo invisibile
Il film ha inizio nel momento in cui Cecilia (Elisabeth Moss) fugge nella notte dalla villa del suo compagno Adrian, il quale si rivela essere una personalità possessiva e pericolosa. Settimane dopo la sua fuga, la protagonista apprende però del misterioso suicidio del suo ex. Ma per quanto la cosa sembri certa, la donna sente di non essere al sicuro e piano piano si convince che Adrian è tutt’altro che morto. È lì fuori da qualche parte, solo che lei, né nessuno altro, possono vederlo. Quando una serie di fenomeni inspiegabili iniziano ad accadere, Cecilia si convincerà che il suo aguzzino ha trovato un modo per tornare a tormentarla.
Adrian è davvero l’Uomo Invisibile?
Uno dei maggiori colpi di scena e revisioni del finale de L’uomo invisibile rispetto alla storia classica è il fatto che esiste più di un uomo invisibile. Il film mette a dura prova le cose, con l’atto finale che rivela che il fratello di Adrian, Tom, potrebbe essere il vero responsabile dei crimini del film. Mentre il film prende dunque in considerazione l’idea che Tom possa essere il vero cattivo, tenta contemporaneamente di redimere Adrian. Si tenta dunque di far indovinare sia il pubblico che Cecilia su quale sia la verità. Questo estende brillantemente il tema del film sulle relazioni tossiche, la fiducia e il dubbio.
L’uomo invisibile non si limita a costringere Cecilia a chiedersi se esista davvero un uomo con tale capacità, ma anche chi possa essere. E lasciare le cose su una nota più ambigua sarebbe malvagio, ma il film alla fine cede e conferma il coinvolgimento di Adrian. Si scopre che questi ha manipolato il fratello per aiutarlo non solo a inscenare il suo suicidio, ma anche a simulare il suo rapimento. Adrian è dunque il colpevole e viene chiarito che è lui l’uomo invisibile omicida del film, ma Tom è ancora a sua volta colpevole di aver contribuito a questo scenario.
La spiegazione del piano dell’uomo invisibile
Altri film su L’uomo invisibile sono stati trasparenti riguardo alle motivazioni che spingono l’antagonista nel compiere le sue azioni. Tuttavia, il remake del 2020 è una storia molto diversa e crea un mistero piuttosto intricato attorno alla sua premessa horror generale. Film di questo tipo spesso si basano sulla forza e sulla plausibilità del piano malvagio che viene messo in moto. Il piano di Adrian ha molto senso ai fini della storia ed è una rivelazione relativamente soddisfacente e sorprendente.
L’aspetto terrificante di tutto questo è che, quando è invisibile, le azioni di Adrian non sono diverse da come operava prima. Non è interessato a usare questa incredibile capacità per scopi scientifici o per migliorare l’umanità, ma amplifica solo il suo comportamento abusivo e predatorio nei confronti di Cecilia. Quando Adrian è insieme a Cecilia, vuole spezzare il suo spirito e renderla dipendente da lui attraverso abusi emotivi e fisici, per non parlare del gaslighting tossico. Anche il desiderio di Adrian di intrappolarla in una relazione con un bambino diventa più intenso dopo la sua “morte”.
Una volta diventato invisibile, Adrian porta queste tattiche a un livello completamente nuovo, cercando di far credere sistematicamente a tutti (compresa Cecilia) che lei si stia immaginando tutto. Adrian elimina lentamente i sistemi di supporto di Cecilia, in modo che lei non abbia nessun altro a cui rivolgersi e debba tornare da lui. Poiché non è riuscito a farlo in “vita”, l’unico modo per farlo è la “morte”. Per finire, Adrian non si limita a convincere Cecilia di avere un esaurimento nervoso, ma la incastra anche per l’omicidio della sorella e cerca di costringerla a tornare in famiglia con lui.
Quando Cecilia è rimasta incinta?
Un’altra delle svolte e delle complicazioni del remake de L’uomo invisibile del 2020 è che Cecilia rimane incinta del figlio di Adrian, con suo grande orrore. Tuttavia, il film gioca con il momento in cui Cecilia rimane incinta, con un’alternativa che ha un risvolto più inquietante. Il finale mantiene infatti intenzionalmente oscuri gli eventi a riguardo, con Adrian e Cecilia che si trovano in una situazione così distruttiva già prima della sua “morte”, il che sembra molto più probabile che lui si sia imposto su di lei in seguito, come uno dei modi in cui la tortura psicologicamente.
Entrambe le opzioni sono idee raccapriccianti e Tom insinua che Adrian abbia scambiato gli anticoncezionali di Cecilia in precedenza. Tuttavia, il più vendicativo dei due scenari sembra più adatto alle capacità di Adrian. È deciso a rovinare Cecilia, ma il film di Whannell ha il merito di intrattenere in modo cupo entrambe le opzioni. Essendo un film incentrato sull’orrore psicologico, L’uomo invisibile lascia che siano gli spettatori stessi a riempire gli spazi vuoti, il che rafforza questo punto.
Cecilia riesce a farla franca con l’omicidio di Adrian
Il finale de L’uomo invisibile spinge inevitabilmente Cecilia ad affrontare Adrian, il suo abusatore, ma con la scusa della riconciliazione. La donna sfrutta abilmente le telecamere di sicurezza e la tuta dell’invisibilità di Adrian per far credere che Adrian si sia tagliato la gola da solo. Grazie allo scenario orchestrato da Cecilia, con James che registra la sua conversazione con Adrian, riesce a vendere l’illusione, a porre finalmente fine agli orrori di Adrian e a liberarsi della tuta dell’invisibilità.
Inizialmente sembra che il piano di Cecilia sia quello di indurre Adrian a confessare i suoi crimini, ma la sua strategia è molto più vendicativa e permanente. È anche il modo perfetto per Cecilia di dimostrare quanto sia cresciuta e che è molto più intelligente di quanto Adrian le attribuisca. Vede questa vendetta estrema come l’unico modo per essere libera, e lo fa seguendo le regole di Adrian, ma a un livello diverso.
Il vero significato del finale de L’uomo invisibile
Parte di ciò che rende questo adattamento della narrazione de L’uomo invisibile così avvincente è che si tratta di una storia sui pericoli delle relazioni tossiche e dell’abuso emotivo tanto quanto di un film horror sugli omicidi soprannaturali. Certo, Cecilia deve superare ostacoli fantastici e sconfiggere un mostro realmente esistente, ma forse è ancora più importante che impari a essere indipendente, a rispettare se stessa e a evitare di entrare in una relazione futura che la preda. Il film mostra dunque i danni di un comportamento violento e di come questo possa aggravarsi e generare violenza e vendetta.