MaXXXine, spiegazione del finale: Mia Goth diventa una star dell’horror?

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Che MaXXXine finisca o meno per essere il finale della serie horror iniziata dallo scrittore e regista Ti West con X, segna comunque una sorta di fine del viaggio verso la fama in cui si è lanciata la Maxine di Mia Goth. Saltando in avanti di anni nel futuro per portarci nelle zone più squallide della Hollywood degli anni ’80, questo terzo film è purtroppo anche il più debole del gruppo. Mentre i primi due avevano un sacco di riferimenti, questo si appoggia ad essi con forza e ne esce con poco da mostrare.

 

Questo si avverte soprattutto nel finale, dove viene rivelato un colpo di scena che il film ha praticamente preso a calci in testa per tutta la durata del film. Anche se ci sono molte immagini prese da film classici come Chinatown e Psycho, MaXXXine non è in grado di trasformarle in qualcosa di sostanziale quando arriva al sipario finale. Tutto finisce meno con un botto e più con un piagnisteo.

 

Per discutere la vacuità di tutto questo, bisogna arrivare fino alla conclusione che arriva dopo quelli che sembrano essere molteplici punti di arrivo, anche dopo aver già conosciuto l’identità dell’oscuro assassino e i suoi piani che sono stati portati alla luce del sole. Tuttavia, questo non è Il Signore degli Anelli, poiché MaXXXine è troppo dispersivo e superficiale per creare una qualsiasi ricompensa duratura.

Se tutto questo è una novità per voi e non avete ancora visto il film, procedete con cautela perché questo pezzo vi rovinerà tutto. Questo è l’ultimo avvertimento, quindi è meglio che mettiate tra i preferiti questa pagina e torniate dopo averlo visto da soli, oppure preparatevi ad avere ogni dettaglio messo a nudo davanti a voi. Pronti a fare il grande passo? Bene, allora andiamo.

Qual è il grande colpo di scena di “MaXXXine”?

MaXXXine Elizabeth Debicki e Mia Goth
Foto di Courtesy of A24 – © A24

La prima cosa da dire è che nel film non c’è nessuna rivelazione davvero efficace che non sia stata anticipata nella scena d’apertura. In particolare, vediamo Maxine parlare fin da piccola con il padre religioso, che si scopre essere stato colui che le ha inculcato il mantra di non accettare nulla che non sia la vita che si merita. Non si sa mai, l’uomo misterioso è lo stesso padre che l’ha rintracciata dopo tutti questi anni e che ha intenzione di uccidere lei e le persone che la circondano nell’ambito della sua serie di omicidi a sfondo biblico.

Questo non è un male in teoria quanto in esecuzione, con il diavolo che si nasconde nei dettagli di come questo si svolge nella scena apparentemente culminante. In pratica, il patetico patriarca lega Maxine e sembra intenzionato a ucciderla davanti alla telecamera, a meno che lei non accetti il suo finto esorcismo. Il tutto viene interrotto dai due poliziotti interpretati da Michelle Monaghan e Bobby Cannavale, che si erano aggirati nel film facendo ben poche indagini reali che non coinvolgessero il tentativo di farsi aiutare da Maxine. Ne segue una sparatoria ed entrambi vengono uccisi, lasciando Maxine ad affrontare il padre da sola sotto il bagliore dell’insegna di Hollywood.

Michelle Monaghan in MaXXXine (2024)
Foto di Courtesy of A24 – © A24

Poi, con un flash forward, assistiamo alla fama e al successo che presumibilmente arriveranno in seguito, prima di tornare indietro per fargli saltare in aria la testa con un fucile da caccia. È la fine, giusto? No, perché procediamo di nuovo in avanti per vedere Maxine e la sua regista Elizabeth (Elizabeth Debicki) di nuovo sul set del film horror all’interno del film a cui avevano intenzione di lavorare insieme.

Le due donne tengono un momento di silenzio per l’ex protagonista del film, una bizzarra ma potenzialmente comica frecciatina a come questo gesto vuoto copra quanto poco sembrasse loro importare delle morti prima che si trattasse di qualcuno di famoso, prima di tornare rapidamente al lavoro. Mentre lei ed Elizabeth parlano, vediamo la protesi della testa mozzata del personaggio di Maxine.

La prima fa notare come abbia sempre voluto essere un’altra persona, prima che la macchina da presa si allontani e si alzi, lasciandosi alle spalle il tetro mondo di Hollywood in cui abbiamo appena trascorso il film. È un momento che sembra voler chiudere con una nota più cupa, ma è troppo forzato all’ultimo minuto per avere molta risonanza.

‘MaXXXine’ non riesce a capire bene quello che vuole dire

MaXXXine film 2024
Un’immagine del nuovo film di Ti West, MaXXXine

Forse c’è un po’ di simbolismo nel modo in cui Maxine è diventata solo un’altra stella morta sullo schermo sotto forma di testa mozzata, ma è difficile dare al film molto credito per questo, considerando quanta poca cura è stata data al viaggio emotivo che ha affrontato. Certo, le è stata fornita una narrazione del trauma in una sola nota, ma non è sembrato che il film abbia mai riflettuto a fondo sull’oscurità di come questa industria possa masticare le persone e poi sputarle fuori, al di là delle grandi linee.

Mentre ci allontaniamo tutti verso le vaste distese dello spazio, si potrebbe affermare che questo è il modo in cui West sta cercando di dire qualcosa sulla reale bellezza delle stelle, giustapponendo il brutto mondo sottostante e la tranquilla vivacità della galassia. Tuttavia, in fase di esecuzione, il film sembra privo di aria e di peso. Se solo avessimo visto Nathan Fielder di The Curse fluttuare in mezzo a tutto questo. Quello sì che sarebbe stato un finale davvero fuori dal mondo.

Redazione
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