Imaginary: aspettando il nuovo horror Blumhouse, 10 film sull’amico immaginario

In attesa del debutto al cinema il 14 marzo del nuovo film su un amico immaginario, Immaginary, ripercorriamo insieme la storia del cinema sui film con amici immaginari!

Imaginary film

Il prossimo 14 marzo arriva in sala Imaginary, il nuovo figlio di Blumhouse che, dopo il successo di M3gan e Five Nights at Freddy’s torna al cinema con l’intenzione di spaventare grandi e piccini. Questa volta lo fa con una storia che scomoda uno dei grandi archetipi della narrazione fantastica: l’amico immaginario.

 

Il cinema è pieno di storie che raccontano, con toni e declinazioni diverse, attraversando i generi e le età, di personaggi con amici immaginari più o meno simpatici o pericolosi. Ecco un breve viaggio all’interno di questo topos narrativo che ha ispirato narratori di ogni genere cinematografico.

Imaginary

Imaginary film 2024

In sala dal 14 marzo distribuito da Eagle Pictures, Imaginary esplora l’innocenza degli amici immaginari, ponendo una domanda inquietante: Sono davvero frutto dell’immaginazione dei bambini o c’è qualcosa di più terrificante e oscuro che si nasconde? Quando Jessica (DeWanda Wise)  torna a vivere con la sua famiglia nella casa dove è cresciuta, la figliastra Alice (Pyper Braun) avventurandosi in cantina, trova un orsacchiotto di peluche di nome Teddy. Fin da subito sviluppa un inquietante attaccamento con lui, dapprima in modo giocoso e poi sempre più sinistro. Quando il comportamento di Alice diventa sempre più preoccupante, Jessica si rende conto che il tenero Teddy è molto più dell’orso di peluche che lei credeva.

Per amore dello spettacolo e del brivido, il film prende in considerazione l’idea che un amico immaginario possa indurre ad azioni spaventose, idea non proprio nuova ma che nelle mani della sapiente casa degli incubi della Blumhouse può trasformarsi in oro al box office.

Elliot il drago invisibile

Elliot il drago invisibile

Cominciamo con un grande classico del genere fantasy per ragazzi. Pur non essendo esattamente immaginario ma piuttosto “invisibile”, come da titolo, Elliott è il simpatico co-protagonista di questa storia, in cui Peter, un bimbo orfano, ha come unico amico proprio il drago magico che porta il caos in un piccolo villaggio di pescatori nel Maine quando cerca di aiutare proprio Peter a scappare dalla casa della perfida famiglia adottiva.

La storia si sviluppa come la più classica delle avventure fantastiche, in cui il piccolo protagonista trova alla fine una famiglia, mentre l’aiutante magico vola via per andare a aiutare altri bambini in difficoltà. Il grande classico Disney in tecnica mista del 1977 è stato rifatto nel 2016 da David Lowery con Bryce Dallas Howard.

Fight Club

fight-club-cattivo

Sembra strano che un tale titolo si trovi in questo elenco, eppure, a ben vedere il protagonista senza nome di Fight Club trova effettivamente un amico (immaginario) in Tyler Durden, anche se poi alla fine scopriremo che si tratta semplicemente di un se stesso più “fico e rilassato”.

Il protagonista e Tyler Durden sfogano la loro aggressività creando un club di combattimento, che assume rapidamente connotati rivoluzionari, fino a mettere l’uomo in condizioni di dover fronteggiare la sua vera identità. Trai film culto della storia del cinema, Fight Club rappresenta un passaggio obbligato quando si parla di cinema e di personaggi immaginari, dal momento che su questo elemento si fonda poi tutta la storia del film.

La profezia dell’armadillo

La profezia dell'armadillo

Ebbene non poteva mancare in questa lista la versione italiana e moderna dell’amico immaginario. Si tratta proprio di quell’armadillo del titolo e che ormai l’immaginazione collettiva sente parlare nella propria testa con la voce di Valerio Mastandrea. Cinico e saggio, aspramente critico ma sempre di supporto, l’amico immaginario di Zero in La profezia dell’armadillo è davvero la sua coscienza.

Il personaggio diventa tanto più importante quanto più la storia avanza e dai toni svogliati e ironici della prima parte si procede verso le rivelazioni più serie e drammatiche della seconda parte del film. L’armadillo, in quelle circostanze, assume un ruolo decisamente importante per il giovane Zero. Lo stesso personaggio, che è nato sulle pagine dei fumetti, è diventato poi una icona pop anche grazie alle serie Netflix di Zerocalcare: Strappare lungo i bordi e Questo mondo non mi renderà cattivo.

Jojo Rabbit

JoJo Rabbit

Nel 1945, un ragazzino tedesco scopre che la madre nasconde una giovane ebrea in soffitta. Aiutato dall’amico immaginario, Adolf Hitler, Jojo deve fare i conti con la sua infantile e cieca fiducia verso il regime. Il film Jojo Rabbit di Taika Waititi, che ha intenerito i cuori di tutto il mondo cinefilo qualche anno fa, ha anche offerto una storia di amicizia davvero sopra le righe.

Il piccolo Jojo idealizza così tanto il nazionalsocialismo che conferisce al suo amico immaginario le fattezze di Hilter (interpretato da Waititi stesso). Questa scelta, che sembra così azzardata, è in realtà perfetta per far capire al pubblico quanto la passione del protagonista per il regime non sia altro che un desiderio di appartenenza che viene sublimato attraverso questa comica e buffonesca figura baffuta. Il finale del film rimetterà tutto poi nella giusta prospettiva, con Jojo che si allontana dalla vera natura della dittatura.

A Beautiful Mind

Jennifer Connelly A Beautiful Mind

Il biopic di Ron Howard che racconta la vita e la malattia di John Nash sceglie di drammatizzarne la schizofrenia del protagonista. Il film racconta della paranoia di Nash: parallelamente alla sua ricerca matematica e alla sua storia d’amore, il protagonista scivola sempre di più nella sua malattia mentale, aiutato soltanto dall’amico Charles Herman che si presenta a lui in compagnia di sua figlia, la piccola Marcee.

Soltanto verso la fine del film scopriamo che Charles è in effetti un amico immaginario per il professor Nash, una illusione frutto della sua schizofrenia di tipo paranoide. Molto dopo la realizzazione del film, che ha avuto un enorme successo ed è arrivato fino agli Oscar, il professor Nash, quello vero, ha detto pubblicamente che quelle visioni non lo hanno mai abbandonato, salvo il fatto che da un certo punto in poi ha imparato a gestirle come allucinazioni, e non come… amici.

Lars e una ragazza tutta sua

Lars e una ragazza tutta sua

Lars è molto timido e fa fatica a socializzare ma crea un legame con una bambola di plastica a grandezza naturale. La famiglia è preoccupata ma il medico li avvisa di assecondare l’uomo e di fingere che si tratti di una donna reale. Sarà la stessa bambola, Bianca, a “trovare il modo” di aiutare Lars a trovare la sua strada e di aprirsi, con molta cautela, a delle relazioni reali.

Il film, che si avvale di una straordinaria interpretazione di un giovanissimo Ryan Gosling, racconta di una “innamorata immaginaria”, che riesce a trovare spazio nella timidezza di un uomo proprio perché non chiede e non ambisce, non lo mette in difficoltà con nessuna pretesa, ma esiste al suo fianco, per quanto finta, presenza confortante.

Il mio amico Eric

Il mio amico Eric

Eric, un postino di mezz’età che vive e lavora a Manchester, si trova in un momento critico della propria vita. Una sera gli si materializza davanti Eric Cantona, il suo idolo, stella del Manchester United del quale è un grande tifoso. Il campione con la sua “filosofia” lo aiuterà ad affrontare il suo passato, riavvicinandosi a Lily, e lo spronerà a chiedere l’aiuto dei suoi colleghi e amici tifosi per togliere dai guai uno dei suoi figliastri, che nel frattempo si è messo in affari con un pericoloso criminale.

Il primo e a oggi unico film in cui Ken Loach ricorre a un espediente soprannaturale è un ritratto affettuoso e tenero di un’amicizia maschile tra un uomo e il suo mito, un simbolo ma anche un consigliere e un supporto reale, per quanto presenza immaginaria, che porta un vero e proprio beneficio alla vita di Eric.

Mr. Beaver

Mr. Beaver

Ci avviciniamo a una declinazione di “amico immaginario” che diventa pian piano sempre più inquietante e questo film diretto da Jodie Foster sicuramente offre una versione insolita di questo archetipo narrativo. La storia è quella di Walter Black che dopo una vita nell’industria dei giocattoli cade in depressione. Torna pian piano alla vita solo grazie a Mr. Beaver, una marionetta/castoro che si impossessa pian piano della sua personalità, fino a conseguenze tragiche.

Il castoro immaginario che prima salva la vita e poi guida alla pazzia il protagonista del film, con il volto di Mel Gibson, viene poi trattato nel film come un vero e proprio disturbo della personalità, un disturbo di schizofrenia che solo nel finale verrà trattato come tale e curato, per portare il protagonista verso la guarigione.

Shining

Shining

Continuando ad avvicinarci all’inquietudine orrorifica di amici immaginari per niente consolanti, anche il capolavoro di Stanley Kubrick offre una declinazione di amico immaginario che nulla ha da invidiare agli esempi fino a ora riportati. Tutti conosciamo la storia di Jack Torrance e di come scivola progressivamente nella pazzia all’interno dell’Overlook Hotel. Ma prima di arrivare a brandire l’ascia contro moglie e figlia, Jack ha modo di parlare a lungo con il suo amico barista, l’immaginario Lloyd, che gli offre dei consigli di vita non proprio salutari.

Ma dato che la mela non cade mai troppo lontano dall’albero, anche il piccolo Danny, figlio di Jack, ha un amico immaginario: Tony, l’inquietante compagno di giochi che diventa quasi un angelo custode per il piccolo e gli preannuncia gli orrori che da lì a poco potrebbero accadere. Anche se Shining è un film che non farebbe mai pensare direttamente a amici immaginari, offre in realtà ben due esempi calzanti di questo archetipo.

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