Arriva nelle sale italiane il 16 febbraio, dopo il successo ottenuto negli Stati Uniti, un film indipendente acclamato dalla critica americana come un piccolo capolavoro, apprezzato per l’originale mix di realismo e poesia, che ormai rischia di diventare il caso cinematografico dell’anno in un crescendo inatteso che lo ha portato ad aggiudicarsi un Golden Globe come Miglior film drammatico e ben 8 nomination agli Oscar, tra cui quelle per il Miglior film e la Migliore regia. Stiamo parlando di Moonlight, il secondo lavoro di Barry Jenkins.
Il regista statunitense, che ha esordito nel 2008 con il dramma romantico Medicine for Melancholy, sceglie ora di raccontare una storia dai molti elementi autobiografici, a partire dall’ambientazione in quella Miami – in particolare nel sobborgo di Liberty City, considerato una delle zone più difficili della città – dove lui stesso è nato e cresciuto. Ispirato a un testo teatrale di Tarell Alvin McCraney, in cui il drammaturgo metteva in scena alcune esperienze personali, il lavoro è incentrato sul percorso di formazione del giovane afroamericano Chiron, che vive nella periferia degradata di Miami e in quell’ambiente si confronta con la droga, la tossicodipendenza della madre Paula (Naomie Harris), la criminalità e la violenza, mentre va alla scoperta della propria identità, della sessualità, dell’amore, della famiglia, grazie all’aiuto di uno spacciatore, Juan (Mahershala Ali), e della fidanzata Teresa (Janelle Monáe), una sorta di genitori adottivi, oltre che del suo amico Kevin.
Moonlight: trailer italiano del film di Barry Jenkins
Moonlight non sarebbe nato senza l’incontro tra Jenkins e McCraney, candidati all’Oscar per la Migliore sceneggiatura non originale. I due, infatti, sono entrambi di Liberty City, ma non si erano mai incontrati prima che il testo di McCraney giungesse a Jenkins. Quando è successo, il regista ha trovato che il lavoro di McCraney rendesse perfettamente quel mondo, la comunità all’interno della quale entrambi si erano formati e alcune esperienze vissute da Jenkins stesso, come la tossicodipendenza della madre. Il regista ha quindi deciso di adattare la pièce per il grande schermo, arricchendola della propria sensibilità con l’intento di far conoscere al pubblico una Miami autentica, animata da un’umanità difficile, ma lontana da ogni stereotipo, quasi mai apparsa sotto i riflettori. “Penso sia importante che le persone vedano sé stesse nei film, ma è ancora più importante che vedano persone che non conoscono”, ha dichiarato il regista.
Per rendere i colori e le atmosfere della sua città Jenkins si affida di nuovo alla fotografia di James Laxton, anch’egli in lizza per l’Oscar e già suo collaboratore nel film d’esordio. Nomination dell’Academy anche per il montaggio di Joi McMillon e Nat Sanders e per la colonna sonora di Nicholas Britell.
Moonlight recensione del film di Barry Jenkins

In attesa di sapere se l’Academy lo premierà il 26 febbraio, Moonlight, prodotto dalla Plan B Entertainment di Brad Pitt e dalla A24 approda, anzi torna in Italia, dopo aver aperto la Festa del Cinema di Roma 2016, distribuito nelle sale da Lucky Red dal 16 febbraio.

