Lo sceneggiatore di The Black Phone, C. Robert Cargill, parla delle origini della maschera di Grabber e di come questa sia significativa per definire il background del personaggio. Dopo il successo di Sinister nel 2012, Cargill ha collaborato nuovamente con il regista di Doctor Strange, Scott Derrickson, per adattare il terrificante racconto breve di Joe Hill per il grande schermo. Con Ethan Hawke e un cast di giovani attori di spicco che include Mason Thames e Madeleine McGraw, The Black Phone ha ricevuto recensioni positive e ha avuto un incredibile successo al botteghino, incassando oltre 23 milioni di dollari nel suo primo weekend negli Stati Uniti.
The Black Phone racconta la storia del misterioso Grabber (Hawke), un serial killer che rapisce bambini e li tiene prigionieri nel suo seminterrato. La sua ultima vittima, Finney (Thames), scopre che un telefono scollegato alla parete è in grado di contattare gli spiriti delle precedenti vittime di Grabber, che alla fine lo aiutano a fuggire.
Ciò che distingue Grabber dai cattivi tradizionali, tuttavia, è la sua maschera bianco sporco composta da parti separate che si incastrano tra loro e caratterizzata da corna, un inquietante sorriso a denti stretti e una bocca profondamente accigliata. In ogni incontro tra Finney e Grabber, il personaggio interpretato da Hawke indossa la maschera in diverse varianti.
Durante una recente intervista con THR, Cargill parla delle origini della maschera del Grabber e di quanto fosse fondamentale per il personaggio nel suo complesso. Lo scrittore rivela che l’idea della maschera è nata da una discussione iniziale con Hill sul cambiamento del cattivo rispetto al materiale originale, in cui era un clown. Lo sceneggiatore racconta come Hill abbia poi condiviso un’idea alternativa ispirata ai maghi degli anni ’30 e ’40. Per quanto riguarda la natura intercambiabile della maschera, Cargill rivela che questa riflette in ultima analisi la personalità del personaggio, che il Grabber può cambiare a seconda della fase del suo “rituale” in cui si trova. Leggi la discussione di Cargill qui sotto:
Nel racconto breve, il personaggio è un clown e, dopo aver letto la prima bozza, Joe Hill è venuto da noi con un cappello in mano per chiederci scusa. Ci ha detto: “È una richiesta difficile, ma quando ho scritto questa storia, erano passati 20 anni dall’uscita di It [di Stephen King]. Nessuno pensava ai clown, e io pensavo a John Wayne Gacy. Quindi all’epoca non c’era un vero paragone, ma ora che [nel 2017] It è un grande successo, la gente penserà che sto imitando mio padre con un altro clown. Quindi possiamo cambiarlo?“ E noi abbiamo risposto: ”Sì, certo che possiamo, ma con cosa?” Ed è allora che Joe ha detto: “Ho questa fantastica idea di uno spettacolo di magia degli anni ’30 e ’40 in cui i maghi si vestivano da maghi per metà del tempo e poi, per l’altra metà, si vestivano da diavoli e facevano altri trucchi come diavoli. Ho pensato che sarebbe stato davvero fantastico”. E noi abbiamo risposto: “Sì, è fantastico. Ci piace molto. Facciamolo”. Ed è lì che Scott ha avuto l’idea delle maschere. […]
Sì, e ogni maschera rappresenta anche il personaggio che interpreta. È proprio così. Nel film gli viene chiesto se è lui che ha ucciso tutti gli altri ragazzi, e lui risponde: “No, è stato qualcun altro”. Quindi ogni maschera rappresenta una parte diversa del rituale per lui e un aspetto diverso della sua personalità. È stata un’idea di Scott, che ha pensato: “Beh, dobbiamo fargli esprimere le emozioni in qualche modo, e non si possono esprimere emozioni dietro una maschera. E se avesse una maschera intercambiabile e, a seconda dell’atmosfera del rituale, cambiasse la parte inferiore della maschera?” Così è nata quella che ora è un’affascinante rappresentazione visiva di questo personaggio.
Le lodi per la performance di Hawke nei panni di questo terrificante cattivo sono state una costante in tutte le reazioni a The Black Phone, con anche il cast più giovane del film che ha ricevuto notevoli consensi per le sue interpretazioni. Data la ricchezza del retroscena che The Black Phone accenna, l’incredibile accoglienza riservata al film ha dato vita a varie conversazioni su un sequel, con alcuni che sperano di vedere un prequel incentrato sul Grabber e sui suoi motivi contorti. Derrickson ha recentemente accennato all’entusiasmante possibilità di un sequel di The Black Phone, rivelando che sarebbe disposto a realizzarlo a patto che il pubblico risponda bene a questo film.
La maschera del Grabber è stata il fulcro della campagna promozionale di The Black Phone, data la sua natura inquietante e il suo aspetto immediatamente memorabile, quindi è sicuramente interessante conoscere le ispirazioni alla base della creazione di questo pezzo. Avendo svolto un ruolo così importante nella storia complessiva del personaggio di Hawke, resta da vedere cosa abbia in mente il team creativo dietro The Black Phone per mostrarne le origini sullo schermo e nell’universo. Forse le sue variazioni potrebbero anche essere ulteriormente ampliate, se Derrickson e Cargill decidessero di andare avanti con The Black Phone 2.