“Avete davanti a voi un bambino felice!”, così esordisce Max Croci alla conferenza stampa di presentazione del suo film Poli Opposti, al cinema dal’8 ottobre 2015 per la 01Distribution in 300 copie in tutta Italia. “Finalmente ho realizzato il mio sogno di fare un lungometraggio, ho più di 40 anni ma mi considero un giovane regista e sono contento di essere riuscito a trascinare in questo progetto molti esordienti con cui ho formato una squadra fantastica e per questo li ringrazio”.
Poli Opposti è una commedia sentimentale che vede come protagonisti Luca Argentero e Sarah Felberbaum, “Attraverso il mio film ho voluto omaggiare diversi film con cui io sono cresciuti, la classica commedia Hollywoodiana” continua Max Croci, “È molto importante non dimenticarsi dell’aspetto romantico della vita. La mia idea era proprio quella di riportare ai giorni nostri le classiche dinamiche da commedia romantica: lo scontro tra i sessi, il bacio, la pioggia… e anche Roma! È volutamente colorata, quasi una cartolina, come veniva rappresentata in technicolor dalle produzioni americane”.

Al contrario Sarah Felberbaum interpreta l’avvocato divorzista Claudia, un ruolo opposto al suo essere, “Questo ruolo è stata un esperienza unica e non mi era mai capitato di interpretare un personaggio così. Mentre ero sul set, Max e gli altri mi chiedevano sempre di più, di portare in scena una donna sempre più incazzata con il mondo, trattenere il respiro, essere tutta d’un pezzo. Difficile ma stimolante! E devo ammettere che anche il look di Claudia è stato molto interessante. Alla primissima prova costume sono andata in crisi: mi sembrava un po’ tutto troppo perfetto. Poi però mi sono accorta che i costumi erano un altro personaggio nella storia ed erano necessari per capire Claudia”.
Sul finale è intervenuto anche il produttore della Rodeo Drive, Marco Poccioni che si è collegato al discorso aperto da Argentero sui ruoli e tipo di film che gli vengono sempre proposti, “La nostra industria cinematografica è un po’ povera. In un contesto come questo, di questo tipo di commedia, si tende a non rischiare e, purtroppo, a stereotipare gli attori. Questa è la tendenza in Italia e concordo che c’è poca voglia di rischiare e si tende ad andare su modelli già testati.”
