Una Ballena – Creature dal profondo: intervista al regista Pablo Hernando – #NoirFest2025

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Alla 35ª edizione del Noir in Festival 2025 approda Una Ballena – Creature dal profondo, sorprendente thrillerfantasy spagnolo firmato da Pablo Hernando. Il regista, già noto per la sua sensibilità visiva radicale e per l’abilità nel fondere generi e tensioni emotive, presenta qui un’opera magnetica che unisce la crudeltà del noir a un immaginario mostruoso, intimo e perturbante. In questa intervista, Hernando racconta la nascita del film, le influenze che hanno guidato la sua visione e il complesso lavoro dietro la creazione dell enigmatico mondo che circonda la protagonista Ingrid e la misteriosa creatura che popola il buio.

Come ti è venuta l’idea per il film? Da dove sei partito e come si è evoluta nel tempo?

La prima idea era che volevo fare un film su un sicario che ha paura del buio, perché in quel buio c’è un mostro, e quello è stato il vero seme del film. E più tardi sono arrivati tutti gli altri elementi: Melville è stata l’aggiunta più grande, perché con lui prende forma il resto del mondo, il mondo che circonda Ingrid. Si comincia a vedere la città, il cantiere navale e tutto il resto.

Hai menzionato Le Samouraï (in italiano Frank Costello faccia d’angelo) come tuo riferimento per questo film, ma ci sono state altre influenze cinematografiche? Ad esempio, ci sono elementi di Una Ballena – Creature dal profondo che ricordano il cinema di David Fincher o quello di Nicolas Winding Refn. 

Ci sono molti registi che ho come modello. Se stai realizzando un thriller moderno, David Fincher è… se cerchi una sorta di controllo, lui è il maestro. E ovviamente amo il suo lavoro, ma per fare quello che fa Fincher devi avere il budget che ha lui e il tempo. Il film invece è stato girato in 27 giorni. E probabilmente avrei avuto bisogno del doppio, tipo 50 giorni, per essere a mio agio. Ma è così. E sono contento che tu dica Nicolas Winding Refn perché in realtà è effettivamente stato un riferimento per questo film… più in termini di ritmo che altro. E se hai visto… beh, il mio film preferito suo è Solo dio perdona, ma anche la sua serie Too Old to Die Young. È molto lenta e io la adoro perché è noiosa in un certo senso, ma è completamente ipnotica. È come se… non puoi scappare. Con il mio film ho cercato di replicare quell’effetto.

Ingrid García-Jonsson in Una Ballena - Creature dal profondo
Ingrid García-Jonsson in Una Ballena – Creature dal profondo

Come hai concepito il design della creatura e del suo mondo?

Siamo partiti con un’idea diversa. Avevo l’idea del mostro, ma un’idea non esiste finché non puoi raccontarla a un’altra persona. E quando ho iniziato a descrivere il mostro e a lavorare con un designer, Andrea Chiampo, che è italiano, siamo arrivati a qualcosa che non mi rendeva davvero felice, non per colpa sua, lui è incredibile, ma perché io non stavo dando buone indicazioni. E questo è avvenuto molto presto, non eravamo neanche in pre-produzione. Stavamo ancora cercando finanziamente per il film. Poi, un anno e mezzo dopo, ho assunto un altro designer, Florent Desailly, suo amico. Lui ha fatto… hai presente Flow – Un mondo da salvare, il film d’animazione sul gatto? Beh, lui ha realizzato una delle balene.

Non l’ho mai incontrato di persona. Non ci ho mai parlato nemmeno al telefono. Abbiamo parlato solo via mail. Ma era straordinario. Gli ho dato un solo riferimento ed era un bozzetto di Goya, l’artista. Era questo… una sorta di mietitore molto… ma tipo Hulk, con un mantello, molto imponente. Ed era proprio quella, esattamente quella silhouette. E gli ho detto: “voglio quella forma, ma rendila più lovecraftiana, con tentacoli e membrane e rendila viscida e umida e tutto il resto“. Ecco, ho dovuto trovare quel riferimento per poterlo spiegare al meglio all’artista.

Oggi è difficile realizzare il design di creatura che sia nuovo o interessante. E non mi piace che ci sia una tendenza nel cinema, ora, in cui tutti i mostri sono molto spaventosi con un sacco di denti e artigli. Io non volevo quello, perché per me non è spaventoso. Meno li vedi, più sono interessanti e inoltre spesso i mostri nel cinema sono molto rumorosi, mentre se sono silenziosi li trovo ancora più interessanti.

Una Ballena - Creature dal profondo mostro
La creatura di Una Ballena – Creature dal profondo

E per i personaggi, cosa ti ha ispirato? Per esempio, il personaggio di Ingrid ricorda qualcosa di Lisbeth Salander, mentre Melville ha qualcosa de Capitano Achab di Moby Dick.

In realtà l’unico riferimento per Ingrid era Ingrid stessa, l’attrice Ingrid García-Jonsson. Voglio dire, quando lei… tipo, non fa niente, è molto magnetica per me e molto tipo: “oh mio Dio, qualcosa sta succedendo nella sua testa, e voglio saperlo“. Però in generale non lavoro pensando a precisi riferimenti, non voglio dire agli attori: “Devi guardare questo film” o “guardare questo personaggio”. So che Ingrid ha guardato molti video su YouTube sui polpi. Non so perché, non gliel’ho chiesto io…

Il film contiene molti segreti e cose non dette. Ma come pensi che si relazioni tematicamente con il nostro presente?

Stiamo ovviamente mandando in rovina la Terra, stiamo uccidendo tutte le balene e gli animali e la natura in generale. C’è molta avidità, dovuta ad un capitalismo sempre più sfrenato e questo ritorna nel film. La figura romantica che Melville rappresenta, questa sorta di vecchio trafficante con un suo codice, sta scomparendo. Voglio dire, non che lui sia innocente, ovviamente, ma ciò che viene dopo di lui, ovvero i nostri Jeff Bezos o Elon Musk, è molto peggio e dovremmo guardarci da loro.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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