Lynne Ramsay come al solito violentissima, Joaquin Phoenix invecchiato, appesantito, con barba e capelli incolti, salgue, mattanze, giovani donne, ragazzine, in pericolo, la musica di Johnny Greenwood fa il resto.
A Beautiful Day, ritorno dietro alla macchina da presa della regista di … E ora parliamo di Kevin, in sala il primo maggio e si mostra, mostra il raconto essenziale della sua autrice, il talento del suo interprete, entrambi tesi a sondare la profondità del trauma.
Joe, ex militare, vive una vita spezzata, diviso tra il lavoro di killer, aguzzino, e quello di custode della madre anziana. Una violenza inaudita, conseguenza del passato di abusi e dei traumi di guerra, e una dolcezza senza fine, nell’abbracciare forte la madre che si è spaventata perché ha visto, da sola, Psycho di Alfred Hitchcock.
Joaquin Phoenix a Roma per A Beautiful Day
Ramsay e Phoenix (impossibile pensare al lavoro dell’una svincolato dal talento dell’altro per questo film) si dedicano a un racconto che, più che una storia, racconta uno stato d’animo, turbato, spaventato e sperduto, un intento che si traduce in uno stile frammentato, che predilige i primi piani e i dettagli, soprattutto quando si scatena la violenza brutale portata dal protagonista, una violenza che viene lasciata quasi sempre fuori campo, ma che non viene mai risparmiata. Ed è paradossale che tutto questo sangue venga fatto scorrere proprio dal protagonista, Joe, che come il protagonista di Old Boy, si aggira a massacrare mostri più grandi di lui, con un martello e basta, e che, come il protagonista di Taxi Driver, tenta di difendere una ragazzina abusata.
Sono molti i riferimenti
cinematografici della regista, ma la sua Cincinnati e il suo
protagonista attraversano un nero corridoio di atrocità, solo per
mostrare allo spettatore quanto è profondo il pozzo della
disperazione e della solitudine umana.
A Beautiful Day è un prodotto che testimonia il coraggio di mettersi in gioco, di realizzare un film che difficilmente trova spazio al cinema e nelle produzioni di oggi, realizzato grazie al contributo di Amazon Studios.
Un film da digerire lentamente, a cui bisogna abituarsi e che resta con lo spettatore per un po’, così come la sensazione di disagio del protagonista, di fronte alla vita serena che potrebbe prospettargli il futuro. Essere il padre che lui non ha avuto, essere una persona serena, superare o almeno accantonare i suoi traumi, rendersi conto che, fuori, adesso è vero, è una bella giornata.