Proiettato in apertura del concorso della 22esima edizione di Alice nella città, in occasione della 19° Festa del Cinema di Roma, A Real Pain è il nuovo film da regista di Jesse Eisenberg che torna a dirigere un film dopo il suo esordio del 2022, Quando avrai finito di salvare il mondo (When You Finish Saving the World, qui la nostra recensione).
La storia di A Real Pain
Già premiato al Sundance, dove Eisenberg aveva presentato anche il suo lavoro precedente, A Real Pain segue David (Jesse Eisenberg) e Benji (Kieran Culkin), due cugini che non sembrano troppo in sintonia tra loro, i quali decidono i intraprendere un viaggio in Polonia in onore della loro amata nonna. La donna, sopravvissuta ai campi di concentramento, ha rappresentato molto nella giovane vita di entrambi e i due adesso vogliono renderle omaggio nei luoghi in cui lei ha vissuto. Un legame traballante che lascia intuire un passato di grande complicità e condivisione trai due cugini ora quasi estranei. L’avventura prende una svolta inaspettata quando il loro passato e le vecchie tensioni riemergono sullo sfondo della loro storia familiare. Con loro, in questo insolito e toccante pellegrinaggio, una serie di figure di contorno, che aiuteranno entrambi a mostrarsi e a raccontarsi per quello che davvero sono.
A Real Pain è un percorso accidentato e affascinante nella Storia e in una storia, in cui il privato si incasella nel pubblico e nello storico, appunto, in maniera molto fluida e naturale. L’interesse di Eisenberg è sicuramente quello di approfondire il legame tra questi due uomini a loro modo problematici, ma allo stesso tempo è impossibile raccontarli senza allargare ogni tanto lo sguardo verso il territorio che stanno attraversando.
La Polonia come sfondo di un viaggio emotivo
La Polonia con i suoi monumenti alla memoria e alla resistenza ebraica diventa il teatro perfetto in cui il ricordo dei due affiora e torna a fare male. I due cugini non potrebbero avere un comportamento più diverso l’uno dall’altro: tanto è metodico, ordinato, ossessivo, timido David, tanto è sconclusionato, espansivo e anarchico Benji. Il primo non sente (o finge di non sentire) niente, il secondo sente tutto, a fior di pelle, come fosse fatto completamente di nervi scoperti e sensibilità. Lo scontro è inevitabile, soprattutto se il grande amore reciproco li mantiene comunque l’uno vicino all’altro.
Sia David che Benji soffrono di problemi mentali ed emotivi ed entrambi cercano di gestirli, ovviamente nel loro modo, per cui David va in terapia e incasella ogni emozione, ogni sensazione, ogni sentire, classificandolo come assolutamente prescindibile e banale, tanto che arriverà a dire che “il mio dolore non è diverso da quello di chiunque altro” e quindi in questa totale mancanza di personalizzazione risiede la sua salvezza, il suo apparente controllo.
D’altro canto, Benji è tutto proteso verso il dolore altrui, e verso il proprio, centuplicandone la portata perché lo considera speciale, importante degno di essere considerato e condiviso, raccontato sempre, come fosse la cosa più caratteristica e importante del mondo nel preciso momento in cui lui sente il dovere di farlo.
Le differenze tenute insieme dall’amore
In questo contrasto trai due che deve tener conto anche del mondo, nel caso di A Real Pain, un universo circoscritto e in continuo spostamento, si snoda un racconto molto semplice e lineare che senza deviazioni raggiunge la conclusione del suo viaggio, concentrandosi principalmente sulla puntualità della scrittura e delle interpretazioni che su estrose inquadrature o messa in scena particolarmente ricca o complessa.
Jesse Eisenberg mette insieme un lavoro di perfetto equilibrio tra il personale e l’universale, costellando il film esclusivamente di musica classica polacca sottolinea il valore storico passato dei luoghi rappresentati e con i profondi silenzi esalta i momenti di maggiore struggimento emotivo, quando i protagonisti sono messi a confronto con le loro miserie e con quelle della Storia. Impeccabile è il lavoro di interpretazione di Eisenberg e Culkin che formano una splendida coppia di fatto sullo schermo.
A Real Pain
Sommario
Tra dolore universale e privato, Jesse Eisenberg racconta con grande precisione i personaggi e le loro emozioni, offrendo un toccante tributo alla storia ebraica.