
Con Cloud Atlas – L’Atlante delle Nuvole, lo scrittore David Mitchell ha realizzato una vera e proprio Odissea moderna, che parte dal ‘600 per arrivare in un fantomatico tempo post-apocalittico in cui l’uomo è regredito allo stato di pastore, come conseguenza dell’avidità di pochi. Adesso questo grandissimo ed affascinante romanzo è diventato un film, adattato per lo schermo e diretto a sei mani da Lana Wachowski, Tom Tykwer e Andy Wachowski.
Cloud Atlas, la trama
Lo straordinario apparato narrativo di Mitchell diventa, nelle mani dei registi, un alternarsi rapido e serrato di tempi storici, momenti drammatici e esilaranti, storie, passioni, amori, dolori e viaggi. E’ molto difficile sintetizzare la trama del film (e del libro), per cui basterà dire che la storia segue la parabola discendente della storia umana attraverso sei storie ambientate in periodi storici diversi e tra di loro connesse in maniera più o meno diretta, riprendendo con grande omogeneità di stili e temi, il tema fondamentale del film: la connessione tra ogni essere vivente attraverso le conseguenze delle nostre azioni. Proprio in questo nodo sta la fondamentale differenza del film dal romanzo, poiché nel secondo quello che sembra essere il tema portante è semplicemente l’uomo e la sua brama di attraversare la storia, legandosi poi inevitabilmente a quelli che gli sono intorno.
La grande pecca del film è però quella di lasciar andare con troppa facilità la peculiarità del romanzo di partenza, ovvero il diverso stile con cui viene raccontata ogni singola storia. In Cloud Atlas, l’unica cosa a cambiare è l’ambientazione e i personaggi, ma mai lo stile della regia, che rimane omogeneo e unificante.
Cloud Atlas l’uomo al centro della narrazione
Cloud Atlas si fregia di un cast artistico di prima grandezza, che vede i tanti attori impegnati in vesti diverse a seconda dell’epoca che viene raccontata, e così Tom Hanks può essere un pastore valligero o uno scienziato che lavora in una centrale nucleare, e Halle Barry passa con disinvoltura dalla giornalista al medico secessionista che aiuta dei ribelli a scappare in un lontano futuro. Si uniscono al cast anche Jim Broadbent, il fedele Hugo Weaving che per i Wachowski è sempre pronto ad indossare le sue varie e superbe maschere da cattivo, Jim Sturgess, Doona Bae, Ben Whishaw, James D’Arcy e in piccoli ruoli anche Susan Sarandon e Hugh Grant.
La scelta di
trasformare gli attori e di adattarli alle varie storie si sposa
alla perfezione con l’idea di base del film, che vuole connesso
tutto l’universo tramite le azioni umane, e così quella coppia che
in una storia non ha potuto godere della felicità, si ritroverà in
un’altra epoca, in un altro mondo a ricongiungere quei fili
destinati a legarsi. Sono diverse le scene in cui si sente in
maniera preponderante la mano registica dei Wachowski, ma è
altrettanto vero che tutto il film non mostra tutta la
spettacolarità promessa dal trailer e soprattutto dai nomi
coinvolti. Il vero punto di forza del film è che nonostante i
viaggi e le avventure che vengono raccontate, il nucleo di tutto è
semplicemente l’uomo, con le sue imperfezioni e le sue paure, con
la sua immortalità che si rivela nella conseguenza delle proprie
azioni e con la sua straordinaria e imperitura capacità di
amare.
L’intimità di Cloud Atlas travalica ogni aspettativa, raggiunge le viscere e corona un grande film.