Fatti Vedere: recensione del film di Tiziano Russo

Matilde Gioli brilla in un ruolo doppio, dimostrando tutta la sua versatilità in una pellicola che la vede interpretare due personaggi in uno

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Fin dall’antichità, letteratura e teatro hanno fatto del concetto di maschera uno dei loro pilastri portanti. Le maschere rappresentavano il “velo” che separava l’individuo reale dal resto del mondo, offrendo di sé una versione alterata. Un velo che in Fatti Vedere, nuova commedia romantica firmata da Tiziano Russo (Noi anni luce, Skam Italia), indossa la protagonista Sandra, interpretata da Matilde Gioli. Già dalla locandina, il richiamo a Mrs. Doubtfire è evidente. L’attrice – una delle più talentuose del panorama italiano – incarna due versioni di Sandra: quella fittizia, con una protesi massiccia a coprirle il viso, e quella autentica, che fatica a emergere.

 

Il titolo Fatti Vedere è emblematico: racchiude in sé il significato della storia. Non si riferisce solo al sito online dove i pazienti abbandonano le loro maschere per mostrarsi nudi, ma è anche un invito diretto al pubblico a rivelarsi per ciò che realmente si è. Senza nascondersi. Scritta da Roberto Proia (Il ragazzo dai pantaloni rosa, Sul più bello) e Giulio Carrieri, la pellicola vanta un cast ben assortito, con Asia Argento, Pierpaolo Spollon – già compagno di schermo di Gioli in Doc – Nelle tue mani – e Francesco Centorame. Distribuito da Eagle Pictures, il film arriva nelle sale dal 6 febbraio.

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Fatti Vedere, la trama

Roma. Sandra è un’aspirante psicologa con un sogno: fare carriera e raggiungere la stabilità economica. Sul fronte sentimentale, la sua vita sembra perfetta: una relazione decennale con Stefano, che considera l’uomo della sua vita, e la certezza che, una volta sistemata professionalmente, i due si sposeranno. Ma il destino le riserva una doppia sorpresa. Dopo aver finalmente ottenuto un lavoro in un sito di psicoterapia online, chiamato fattivedere.com, la ragazza torna a casa per festeggiare con Stefano, solo per essere lasciata senza spiegazioni.

Il colpo che deve incassare è duro, ma peggio deve ancora arrivare. Infatti, il primo giorno di lavoro, Sandra scopre che a causa di un bug nel sistema, il suo profilo è stato sostituito con quello di una donna anziana che porta il suo stesso nome. Quando, però, si accorge che tra i pazienti del sito c’è proprio Stefano, decide di assumere l’identità di quella donna. Con l’aiuto di Marco, un investigatore privato incontrato per caso, Sandra si trasformerà in lei, grazie a una maschera prostetica che le permetterà di interpretare il ruolo della signora a cui ha “rubato” l’identità.

Fatti vedere film

Quando cadono le maschere…

Le maschere sono un velo, uno strato di separazione che, se da un lato nasconde fragilità, desideri e paure, dall’altro relega in secondo piano la nostra vera identità. Quanto e come decidiamo di mostrarci agli altri dipende da noi e dal coraggio che, se non stimolato, fatica a emergere. Ma quando scegliamo di non essere pienamente noi stessi, rinunciamo anche alla possibilità di crescere. Il confronto con sé stessi è la chiave che apre il lucchetto della nostra evoluzione personale. Mettersi a nudo, accettare le proprie debolezze, non è semplice, ma è il primo passo verso una piena consapevolezza di sé.

Nonostante una sceneggiatura che a volte scivola in cliché e dinamiche un po’ forzate, Fatti Vedere tenta di costruire un racconto quasi antropologico, concentrandosi su come le persone si relazionano in una società che sempre più spesso ci impedisce di essere vulnerabili e sinceri. Con toni leggeri e momenti divertenti, il film invita lo spettatore a fermarsi, riflettere sulla propria vita e chiedersi se ci sia qualcosa da migliorare, senza fingere che non esista. Sandra, che in dieci anni di relazione non si accorge di avere accanto la persona sbagliata, deve affrontare un trauma profondo per rimettere in prospettiva se stessa e la sua vita. All’inizio prova a farlo indossando una maschera, strumento che la aiuta a conoscersi davvero, pur nascondendosi agli altri, per poi abbandonarla quando si rende conto che non è quella la via giusta per ritrovare il proprio equilibrio.

La bravura di Matilde Gioli

Rispetto al deludente Noi anni luce, dove la tematica forte della malattia non riusciva a tradursi in uno spessore narrativo convincente, Fatti Vedere si dimostra più efficace sia nei temi che nell’intreccio. Un merito particolare va agli interpreti: è evidente che abbiano colto le sfumature dei loro personaggi e che si siano divertiti sul set. Da sottolineare anche il trucco prostetico di Matilde Gioli, realizzato con maestria, che le permette di esprimere tutto il suo talento. La sua “altra sé” è davvero unica e dimostra quanto l’attrice sia versatile e professionalmente matura. Un personaggio che Gioli ha interpretato con gusto, trovando il giusto equilibrio tra sperimentazione e profondità.

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Sommario

Nonostante una sceneggiatura che a volte scivola in cliché e dinamiche un po’ forzate, la pellicola tenta di costruire un racconto quasi antropologico, concentrandosi su come le persone si relazionano in una società che sempre più spesso ci impedisce di essere vulnerabili.

Valeria Maiolino
Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano. Articolista su Edipress Srl, per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”.

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