Flight Risk – trappola ad alta quota: recensione del film di Mel Gibson

Il ritorno di Mel Gibson alla regia tra suspense e follia.

-

Per quanto Mel Gibson possa essere una figura notoriamente controversa, è innegabile che il suo nuovo film, Flight Risk – trappola ad alta quota, riesca a offrire un buon livello di intrattenimento. Dopo quasi dieci anni di assenza dalla regia, Gibson torna con un thriller d’azione low budget / high concept, ambientato quasi interamente all’interno di un piccolo aereo traballante che sorvola l’inospitale natura selvaggia dell’Alaska. Il risultato è un film strampalato, ma spesso divertente, con un cast inaspettatamente affiatato e alcune trovate degne di nota.

 

La trama di Flight Risk – trappola ad alta quota

Lo spunto narrativo è tanto lineare quanto efficace: Madelyn (Michelle Dockery), vice-marshal degli Stati Uniti, arresta Winston (Topher Grace), un contabile della mafia impaurito e pieno di tic, nascosto in un fatiscente motel dell’Alaska. Quando l’uomo accetta di collaborare con la giustizia, Madelyn deve scortarlo in città per il processo. Ma Winston è un “flight risk” – un soggetto a rischio di fuga – e l’unico modo per trasportarlo è un volo su un piccolo aereo pilotato dal chiacchierone texano Daryl Booth, interpretato da Mark Wahlberg.

- Pubblicità -
 
 
Flight Risk mark wahlberg
Mark Wahlberg in Flight Risk

Naturalmente, il viaggio non va come previsto. Daryl si rivela essere un sicario sotto copertura, incaricato di uccidere Winston prima che possa testimoniare. Dopo una serie di colpi di scena, Madelyn riesce a neutralizzarlo temporaneamente, ma resta il problema più grande: è ancora a migliaia di metri di quota, con poco carburante e senza alcuna idea di come pilotare l’aereo. I momenti d’azione si susseguono con ritmo: si spara in cabina, si sfoderano coltelli, si improvvisa. E in una scena decisamente sopra le righe, Madelyn si ritrova costretta a prendere il comando del velivolo.

Tre protagonisti, tre registri

I tre interpreti principali si muovono su registri diversi ma complementari. Michelle Dockery è la protagonista seria e determinata, che riesce a mantenere un certo equilibrio anche quando la sceneggiatura sfocia nell’assurdo. La sua performance forse è la più sorprendente, dato il registro insolito per l’attrice, che però si conferma all’altezza. Topher Grace è il lato comico, con battute da sitcom e un atteggiamento perennemente nevrotico. La sua performance, seppur esagerata, contribuisce a stemperare la tensione. Ma è Wahlberg a lasciare il segno: il suo Daryl, completo di testa rasata e accento texano, è un concentrato di follia trattenuta. Nelle sue scene migliori, anche da legato e imbavagliato sul fondo dell’aereo, riesce a dominare la scena con sguardi beffardi e battute grottesche.

Topher Grace in Flight Risk

Uno script con alti e bassi

La sceneggiatura di Jared Rosenberg, alla sua prima prova con il lungometraggio, aveva attirato attenzione già anni prima, figurando nella Black List di Hollywood. Tuttavia, nonostante l’idea di base sia intrigante e il tempo ridotto (90 minuti) giochi a suo favore, il film soffre di dialoghi deboli e momenti poco ispirati. Alcune battute, come la gag sullo “Spirit Airlines”, sembrano uscite da un episodio stanco di una sitcom anni Duemila. Flight Risk avrebbe potuto sfruttare meglio la dinamica tra i personaggi, che manca spesso di vera chimica.

Un equilibrio tra tensione e assurdo

Flight Risk – trappola ad alta quota è consapevole della sua natura e non si prende mai troppo sul serio. Alcune trovate – come l’assurdo climax finale che sfida ogni legge della fisica – sembrano provenire direttamente da un universo parallelo a metà tra thriller e cartoon. Questo tono volutamente sopra le righe rende il film un’esperienza bizzarra ma curiosamente coinvolgente, capace di tenere lo spettatore incollato nonostante i suoi evidenti limiti.

Flight Risk – trappola ad alta quota è un buon momento di intrattenimento

Pur essendo un film che cammina su un filo sottile tra il trash e il genuinamente divertente, Flight Risk – trappola ad alta quota riesce nel suo intento: intrattenere. Le interpretazioni energiche, il ritmo compatto e le situazioni sempre più assurde lo rendono un thriller aereo che, sebbene non perfetto, rimane memorabile. Non sarà Non-Stop, e non riabiliterà la carriera di Gibson in modo definitivo, ma è un ritorno alla regia che ha il coraggio di rischiare. E, almeno in parte, riesce a volare.

Flight Risk
2.5

Sommario

Sfruttando al meglio l’unità di tempo e di luogo, Mel Gibson realizza un thriller teso e di grande intrattenimento, sfruttando in maniera inedita le doti di interprete di Michelle Dockery.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

ALTRE STORIE