Horizon: An American Saga, recensione del film di e con Kevin Costner

Presentato Fuori concorso al Festival di Cannes, il film è al cinema dal 4 luglio distribuito dalla Warner Bros.

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Kevin Costner è davvero l’ultimo grande interprete del cinema western. Interprete non solo nel senso di attore ma anche di colui capace di fare da intermediario tra questo genere sempre più relegato ai margini e il grande pubblico. Lo ha dimostrato già in altre occasioni nel corso della sua carriera, da Balla coi lupi (1990) a Wyatt Earp (1994), da Terra di confine (2003) alla serie Yellowstone (2018-2024). Torna ora a darne prova con Horizon: An American Saga, un mastodontico progetto di quattro film da circa tre ore l’uno dove si racconta, durante un arco di tempo sfaccettato e lungo anni, dell’espansione e insediamento nell’Ovest americano.

 

Al Festival di Cannes 2024 è stato presentato Fuori concorso il Capitolo 1, che è ora nelle sale italiane dal 4 luglio e verrà seguito poi dal Capitolo 2 a partire dal 15 agosto. Mentre le riprese del Capitolo 3 sono in corso, ancora incerto è il Capitolo 4, date le difficoltà economiche riscontrate nel realizzare questo ambiziosissimo progetto. Un progetto che vede coinvolti numerosi attori di prim’ordine, ricostruzioni curate al dettaglio e in generale un affresco quanto più ampio possibile della vita in quei pericolosi e selvaggi anni di fondazione. La speranza però è che Horizon: An America saga possa trovare completezza, dato il convincente assaggio offerto dal Capitolo 1.

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La trama di Horizon: An American Saga

Quello narrato in Horizon: An American Saga è l’incredibile ed epico viaggio dell’espansione del West americano, prima e dopo la Guerra Civile. Espansione che inizia con il desiderio di alcuni coloni di fondare una nuova città, Horizon, in un territorio però appartenente agli Apache. Mentre dunque si svolge uno scontro tra queste due realtà, si seguono tre distinte storie composte da gruppi di personaggi a loro modo diretti ad Horizon, venduta come nuova terra promessa. Per arrivarvi sani e salvi, però, dovranno essere superati numerosi ostacoli e pericoli. Nel cast, oltre a Costner, si ritrovano Sienna Miller, Sam Worthington, Michael Rooker, Giovanni Ribisi, Abbey Lee, Jamie Campbell Bower, Thomas Haden Church, Luke Wilson e Jena Malone.

Horizon An American Saga Sienna Miller
Sienna Miller è Frances Kittredge in Horizon: An American Saga.

Horizon: An American Saga è un film-fiume che guarda al futuro

Come si accennava, l’ambizione di Kevin Costner con Horizon: An American Saga è elevatissima. Ce lo conferma la specifica nel titolo di voler raccontare una vera e propria saga americana di come il West è stato esplorato, vinto e colonizzato. Costner, anche sceneggiatore insieme a Jon Baird, pone dunque in campo una moltitudine di punti di vista, di contesti e di temi, con l’intenzione di restituire una panoramica a 360° dello sviluppo di questo territorio. Si ritrovano così nel film scontri tra coloni e indiani d’America, vicende amorose, pericolose attraversate in carovana, famiglie di fuorilegge e molto altro ancora. Costner sembra dunque voler inserire nel film ogni elemento della tradizione di questo genere.

Essendo Horizon: An American Saga finanziato in buona parte con il proprio patrimonio, il regista non si pone dunque limiti e dà così vita ad un film-fiume che indubbiamente risulta talvolta disorientante nell’ampiezza del suo racconto. Sarebbe a questo punto fin troppo facile ritenere questo primo film un’opera caratterizzata da troppe direzioni, frutto di un’eccessiva libertà artistica che può essere accostata a quella vista in Megalopolis (qui la recensione), anch’esso presentato al Festival di Cannes. Eppure come avviene per il film di Francis Ford Coppola, anche Costner sembra invitare il pubblico alla pazienza, al lasciarsi trasportare dalla corrente del fiume senza dunque tentare di resistervi ricercando nel film omogeneità o immediata chiarezza.

Bisogna infatti tenere sempre a mente che questo è solo il primo di quattro film e, come spesso avviene in questi casi, il Capitolo 1 ha una funzione prevalentemente introduttiva. Horizon: An American Saga offre dunque numerosi assaggi di personaggi e situazioni che si ipotizza troveranno poi maggiore approfondimento e sviluppo nei prossimi film. Questo non giustifica però il modo approssimativo con cui alcune delle linee narrative vengono qui portate avanti, lasciando forse un po’ troppo al futuro, a cui non rende giustizia neanche un montaggio talvolta troppo brusco nel passare da una vicenda ad un’altra. Il risultato è dunque convincente in parte ma potrebbe appunto trovare riscatto con i successivi film.

Horizon An American Saga Kevin Costner
Una scena di Horizon: An American Saga

Il mito della fondazione

Al di là di come Horizon: An American Saga ci presenta e racconta le sue storie, risulta invece molto interessante il modo in cui Costner si trovi oggi a dover ragionare su determinati temi propri di narrazioni di questo tipo. La sua intenzione è quella di proporre un ritratto quanto più realistico possibile della vita a quel tempo e per farlo gli è neccessario anche mostrare situazioni che oggi si potrebbero definire controverse o sbagliate. Si fa in particolare riferimento allo scontro tra i coloni bianchi e gli indiani d’America, con questi ultimi raffigurati anche come brutali cacciatori intenzionati a difendere il proprio territorio.

Per troppo a lungo queste popolazioni sono state proposte come i cattivi da sconfiggere del genere western e ciò sembra inizialmente avvenire anche qui. Ma Costner è molto più intelligente di cosi e pur sapendo di non poter rinunciare a mostrare le reali barbarie di cui anche gli indiani d’America si “macchiarono” trova il modo per giustificare tali azioni e conferire loro una certa umanità. Più che loro, dunque, il vero nemico si afferma essere il territorio. Un territorio da domare e conquistare, che tutti ambiscono a fare proprio ma su cui, nonostante gli suoi sconfinati spazi aperti, sembra non esserci posto per tutti. Si ripercorre così il mito della fondazione di un paese, edificato non solo su valori positivi ma anche sul sangue.

C’è dunque un po’ tutto in questo primo capitolo di Horizon: An American Saga, forse troppo, ma ciò permette anche di fare esperienza di un affresco completo che passa da momenti di quiete ad altri di grande azione (l’assalto dei nativi contro i primi coloni di Horizon è un perfetto esempio di azione che narra). Quasi superfluo è poi dire che gli scenari western che Costner conosce tanto bene e ancor meglio sa inquadrare fanno da soli buona parte del lavoro. Il film è un piacere per gli occhi degli appassionati di questo genere e anche alla luce di ciò vale la pena attendere di vedere come proseguirà questa epica saga prima di dare giudizi affrettati.

Horizon: An American Saga - Capitolo 1
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Sommario

Il primo capitolo di Horizon: An American Saga è un film-fiume ricco di personaggi, eventi, azioni e dettagli. Tanti, forse troppi elementi, che rendono questo primo lungometraggio non tanto difficile da seguire quanto eccessivamente dispersivo. Vi si ritrova però dietro un pensiero e un’ambizione estremamente affascinanti, che ne fanno un assaggio tutto sommato seducente in vista dei prossimi capitoli.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.

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