Jim & Andy: The Great Beyond, recensione del doc con Jim Carrey

Jim & Andy: the great beyond

Nella ricca sezione di documentari che è stata selezionata per Venezia 74, il fuori concorso offre un delizioso lavoro diretto da Chris Smith e dal titolo improbabilmente lungo e con protagonista Jim Carrey: Jim & Andy: the great beyond – The story of Jim Carrey & Andy Kaufman with a very special, contractually obligated mention of Tony Clifton.

 

Il film, composto da filmati di repertorio e un’intervista a Carrey, è il racconto del backstage di Man on the Moon, il film biografico in cui l’attore interpreta Andy Kaufman, diretto da Milos Forman. Il ruolo di Kaufman ha fatto conquistare a Jim Carrey il suo secondo Golden Globe (il primo era arrivato per The Truman Show) e gli è costato energie e impegno, un lavoro di immedesimazione che traspare dal materiale d’archivio e che fa letteralmente paura.

I filmati, alternati con i numeri di Kaufman e l’intervista a Carrey, sono stati registrati nel 1998, durante la lavorazione del film, e custoditi per quasi vent’anni dallo stesso Carrey, che ha scelto di renderli pubblici con questo documentario grazie all’aiuto di Smith.

Le immagini mostrano un giovanissimo Jim, star mondiale grazie all’enorme successo dei suoi film quali The Mask e Ace Ventura, alle prese con una immedesimazione nel personaggio totale. Lo stesso Forman ha più volte detto che era frustrante quanto Carrey si fosse trasformato in Andy non solo durante le riprese, ma sempre, continuando a rimanere nel personaggio anche a casa sua, e rendendo le comunicazioni con l’attore molto difficili.

Jim & Andy: the great beyondNon sono mancati litigi sul set, e comportamenti davvero straordinari da parte della famiglia di Kaufman, che all’epoca assecondò la digressione di Carrey in Andy, arrivando a trattarlo come un figlio. Celebre anche l’alterco con il wrestler Jerry Lawre, che partecipò al film e finì per picchiare sul serio Carrey, che non riusciva ad uscire, letteralmente, dai panni di Andy. Altre scene esilaranti dal backstage mostrano Jim, calato nei panni di Andy, calato a suo volta in Tony Clifton, personaggio famosissimo di Kaufman, presunto cantante di Las Vegas, che venne anche interpretato dal suo amico e collaboratore Bob Zmuda (Paul Giamatti nel film).

Quello che viene prepotentemente fuori da Jim & Andy: The Great Beyond non è soltanto l’amore incondizionato e la devozione di Jim Carrey verso Andy Kaufman, non solo un quadro strampalato, per alcuni versi spaventoso di un processo di immedesimazione che non ha nulla a che vedere con quello dei grandi attori di metodo (e di cinema “serio”), ma anche un delicato ritratto di Jim, il volto dietro alle numerose maschere del comico.

Jim Carrey racconta con assoluta sincerità un momento della sua carriera in cui tutto era possibile, in cui ha compiuto la missione di regalare un altro po’ di vita al geniale Kaufman, ma coglie anche l’opportunità di raccontarsi, come sognatore, come artista, come inseguitore di sogni.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
jim-andy-the-great-beyondJim Carrey racconta con assoluta sincerità un momento della sua carriera in cui tutto era possibile, in cui ha compiuto la missione di regalare un altro po’ di vita al geniale Kaufman, ma coglie anche l’opportunità di raccontarsi, come sognatore, come artista, come inseguitore di sogni.