Justice League Snyder Cut, recensione dell’atteso film di Zack Snyder

Disponibile dalle 8.00 di giovedì 18 marzo 2021, in prima assoluta su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW TV e disponibile on demand, in contemporanea assoluta con l’uscita negli Stati Uniti.

Justice League Snyder Cut

Dopo averla invocata da ogni angolo del pianeta con hashtag, petizioni, live e dibattiti, finalmente, a quattro anni dall’uscita al cinema di Justice League, arriva la Justice League Snyder Cut, la versione della storia vista, pensata e immaginata da Zack Snyder.

 
 

Il travagliato viaggio della Justice League Snyder Cut

Nel 2017 il regista de L’Uomo d’Acciaio abbandonò il set del film che stava seguendo e sognando da tanto tempo a causa di un grave lutto in famiglia, al suo posto fu messo Joss Whedon (Buffy vi dice nulla?). Per ragioni che non sono molto chiare e che forse non lo saranno mai, il film che ne conseguì fu un disastro, sia da un punto di vista dell’accoglienza della critica, sia per quanto riguarda i risultati al box office e il gradimento degli spettatori. 

All’uscita in sala del film, vuoi per la fretta in fase di produzione dopo il cambio di timoniere, vuoi per reindirizzamenti sui toni e sulle intenzioni, vuoi anche per il fatto che Whedon è un filemaker molto diverso rispetto a Snyder, le critiche non tardarono ad arrivare e oltre ai fan arrabbiati per l’esito del film, dopo poco tempo anche gli attori protagonisti del film iniziarono ad avere cose da dire in merito alla produzione. A partire dalle dichiarazioni di Ray Fisher (Cyborg) che si è scagliato contro la Warner e contro Whedon per il trattamento subito sia da lui che dal suo personaggio, tutto il cast e la crew, chi più chi meno, ha avuto da lamentare una produzione non troppo felice, un clima sul set niente affatto sereno, insomma, niente che potesse assicurare un esito positivo della produzione.

#ReleasetheSnyderCut

A quel punto Snyder ha colto la palla al balzo e ha deciso di provare a rivendicare il suo diritto alla regia di Justice League. #ReleasetheSnyderCut è diventato trend topic sui social, tutto il cast principale ha sposato questa iniziativa e alla fine, l’anno scorso, la Warner Bros ha appoggiato Snyder, stanziando un budget di 70 milioni per completare il film, tra riprese aggiuntive, effetti speciali e nuovo montaggio. Dal canto suo, Snyder ha deciso di rinunciare al suo compenso. Settimane di lavoro che hanno portato, alla fine, ad un montaggio finale di quattro ore, una vera e proprio riscrittura di quello che era il film visto al cinema, e immaginiamo anche una rielaborazione di quello che era il progetto all’inizio. Dopotutto il film arriva in streaming, non al cinema, e questa piattaforma ha dato a Snyder lo spazio di cui aveva bisogno, per dispiegare il suo grande affresco della Lega della Giustizia. Da Giovedì 18 marzo, alle 8 del mattino, in prima assoluta su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW TV e disponibile on demand, in contemporanea assoluta con l’uscita negli Stati Uniti, Justice League Snyder Cut è pronta per mostrarsi al mondo, nella versione pensata e voluta dal Snyder. 

Justice League Snyder Cut recensioneTornano i toni e i temi cari a Snyder

Il film che si dipana di fronte ai nostri occhi è la summa della visione di Snyder nella sua rappresentazione degli eroi DC Comics al cinema, tutto, nel film, racconta il suo sguardo epico, romantico, cupo, drammatico, eroico. I colori plumbei del primo trailer del film sono stati ripristinati, dai dialoghi al colore, ogni momento del film è specchio di quanto già visto in L’Uomo d’Acciaio e Batman v Superman. Non solo, anche la forza e la retorica con cui Snyder mette sul piatto i sentimenti di coraggio e speranza che quei personaggi portano da sempre con sé sulle pagine dei fumetti sono state ripristinate rispetto alla versione “semplificata” di Whedon. 

Zack Snyder gioca con la camera, con gli attori, dispiega tutto il suo esercito visivo e lo fa con la complicità di tutto il suo cast principale, che torna a brillare di quella luce eroica che sono quei corpi scultorei, belli e perfetti riescono ad avere, e che neanche le battutine della versione del 2017 avevano offuscato. 

Dal 2017 a oggi, l’universo cinecomic è cambiato moltissimo, c’è stato il terremoto Avengers: Infinity War e il suo seguito Avengers: Endgame, due film che per scala e produzione hanno battuto ogni record di ambizione, ma Zack Snyder gioca tutte le sue carte e pur lavorando con un concept vecchio di 4 anni, riesce comunque a trasmettere la sua idea di cinema con una regia che mette al centro l’azione e i corpi degli eroi, in una posizione quasi di idolatria. Dopotutto se gli eroi Marvel sono dei superuomini, quelli DC sono dei veri e propri dei, e il regista statunitense non lo dimentica mai. 

Cyborg è il cuore della storia

Le quattro ore annunciate qualche settimana prima dell’uscita di Justice League Snyder Cut sembravano eccessive, ma Snyder ha voluto usare tutto ciò che aveva, dividendo il racconto in sei capitoli, cospargendo tutto con forse troppi rallenty, reiterati temi musicali di Wonder Woman, tracce audio nuove di zecca, con una colonna sonora firmata da Tom Holkenborg (JunkieXL), e una CGI che rende sicuramente più giustizia ai cattivi di questa storia. 

Da un punto di vista della storia, gli elementi fondamentali che cambiano sono due, da una parte il cuore del racconto si sposta su Cyborg, che effettivamente era stato molto penalizzato dalla theatrical release, e poi Steppenwolf, che al netto di una CGI arricchita, è comunque un cattivo bidimensionale, di fronte all’oscurità totale e minacciosa di Darkseid, che qui fa la sua comparsa. 

Fa la sua entrata in scena il Superman nero che tanto era stato annunciato e anticipato, e lo stile di Snyder conferisce sicuramente più eticità e drammaticità alla scena della sua rinascita, facendo anche leva sul significato potente che Superman rappresenta, per gli uomini e per i suoi compagni di squadra: lui è la Speranza. Una speranza consapevole e letale, che cerca comunque il sole prima di addentrarsi nell’oscurità per abbatterla.

Si prospetta uno SnyderVerse?

Questa recensione di Justice League Snyder Cut non può fare a meno di citare tutti i personaggi in più che sono stati inseriti nel film, a partire dall’attesissimo Joker di Jared Leto, che qui ha la possibilità, seppure per breve tempo, di rielaborare un personaggio amatissimo dai fan e al quale non era stata resa troppa giustizia in Suicide Squad di David Ayer. Con lui però citiamo anche Iris West e Deathstroke, personaggi che sono molto importanti nelle storie dei singoli eroi e che potrebbe far pensare alla realizzazione di uno SnyderVerse che si appoggia proprio su HBO Max, ora che la piattaforma sta conquistando spazio e pubblico, grazie anche (purtroppo) alla pandemia. 

Justice League Snyder Cut continuerà a creare dibattito, sarà osannato dai fan del regista e criticato aspramente dai suoi detrattori. Quello che però si può dire senza dubbio del cinema di Zack Snyder e di questo film lungo una vita è che è il frutto di una visione riconoscibile, di una poetica, di un senso del racconto e dell’immagine, un’epica personale che dalle inquadrature ai corpi caratterizza tutto il suo cinema e ne fa un interessante oggetto di studio. 

Justice League Snyder Cut dedicato ad Autumn

La dedica finale a Autumn, sua figlia scomparsa, sembra chiudere il cerchio di un’esperienza difficile e dolorosa, che ha trovato una catarsi e una conclusione nella realizzazione di una visione ambiziosa e personale.

RASSEGNA PANORAMICA
Sonia Serafini
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