L'industriale

Arriva fuori concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2011, L’industriale il nuovo film diretto da Giuliano Montaldo con protagonisti Pierfrancesco Favino, Carolina Crescentini e Francesco Scianna.

 

Ne L’industriale Nicola è un industriale torinese che sta affrontando, così come tutto il Paese, un momento molto difficile a livello economico. La sua fabbrica specializzata in produzioni di pannelli solari di nuova tecnologia, non riesce ad ottenere nuovi finanziamenti e l’uomo di trova stretto tra la morsa delle banche e i suoi operai che fanno pressione per avere certezze sul loro futuro e sui loro stipendi. Solo la moglie sembra essere l’unico punto fermo di Nicola, che orgoglioso e volitivo, rifiuta ogni tipo di aiuto, anche da lei, per riuscire a sopravvivere insieme alla sua azienda. Ben presto anche la certezza del matrimonio vacilla, e Nicola diventa sospettoso, tormentato, e tira fuori il peggio di sé.

La caratteristi importante di questa sceneggiatura è che il protagonista, altoborghese industriale, è un uomo corretto e buono, ha a cuore i suoi operai, e cerca di combattere e fare ciò che è giusto per salvare tutti. Caratteristica inusuale per il nostro cinema. Altra particolarità del film è la fotografia: sembra un bianco e nero molto freddo, ma a metà film cambia e i colori si saturano, per poi riprendere i toni monocromatici dell’inizio. Questa scelta è interessante, anche se sembra del tutto scollegata con il film se non addirittura proprio un errore da parte dei tecnici addetti.

L'industrialePierfrancesco Favino ancora una volta ci offre una buona performance, l’attore riesce a portare a casa il ruolo con buona pace dei suoi detrattori anche se in altre performance era stato molto più convincente. Peccato invece per Carolina Crescentini, che interpreta la moglie Laura, che non riesce a dare il giusto spessore al suo personaggio. L’industriale sembra quindi un film a metà, decisamente interessante da un punto di vista narrativo, addirittura può sembrare innovativo ad un certo punto, ma si risolve in un finale che lascia interdetti.

La sofferenza e il male che esplodono alla fine della storia sono del tutto gratuite e un happy end non avrebbe guastato, se non altro per andare contro il pessimismo diffuso nel nostro cinema. Anche i cliché abbondano dalla suocera cattiva al banchiere viscido. In L’industriale anche Francesco Scianna, a suo agio nei panni dell’ambiguo avvocato, e l’ex Iena Elena di Cioccio nei panni della complice amica di Laura, Marcella.

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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
l-industrialeL'industriale sembra quindi un film a metà, decisamente interessante da un punto di vista narrativo, addirittura può sembrare innovativo ad un certo punto, ma si risolve in un finale che lascia interdetti.